Il bollettino economico BCE è stato reso noto: quale analisi e previsioni per l’Eurozona?
Il bollettino economico della BCE è stato pubblicato oggi, 12 novembre.
Le indicazioni in arrivo da Francoforte sono quanto mai importanti in questo momento cruciale per lo sviluppo della pandemia e per le previsioni sulla ripresa dell’Eurozona.
Già ieri, in un discorso, la governatrice Lagarde aveva espresso preoccupazione per una recessione insolita e un rilancio della zona euro ancora instabile.
Quale analisi è emersa dal bollettino BCE e cosa aspettarsi dalla Banca Centrale Europea?
BCE: l’analisi economica dell’Eurozona
La ripresa dei Paesi della zona euro si sta indebolendo nelle indicazioni offerte dal bollettino BCE.
Lo slancio avviato nei mesi estivi, pur se contraddistinto da disomogeneità e instabilità, ha già perso forza a causa del ritorno aggressivo della pandemia nel vecchio continente.
L’aumento dei casi di positività in tutti i principali Stati europei e il conseguente e necessario ripristino di misure restrittive stanno pesando sulle attività economiche, “costituendo un chiaro deterioramento delle prospettive a breve termine”.
La BCE ha messo in evidenza il pericolo non solo di deboli prospettive per l’occupazione, ma anche il rischio del perpetuarsi della sfiducia dei consumatori.
L’allerta arriva anche dalla troppo marcata irregolarità nella ripresa tra i settori, dove i servizi risultano i più colpiti dalla pandemia, poiché fortemente legati al divieto di assembramento e incontri sociali.
Massimo allarme anche per il mondo del lavoro. Il Covid-19 ha fatto registrare un calo record, mai visto in tale entità, dell’occupazione e nel totale delle ore lavorate nella prima metà del 2020.
L’effetto sul tasso di disoccupazione è stato limitato grazie alle misure di sostegno ai lavoratori messe in campo dai Governi.
Nel mirino della BCE c’è anche la situazione banche ed erogazione credito. Il bollettino ha messo in evidenza che gli istituti bancari “hanno inasprito i propri standard di credito sui prestiti alle imprese e alle famiglie nel terzo trimestre del 2020 a causa dell’accresciuta percezione del rischio.”
Per questo massima attenzione è stata posta a Francoforte, considerando che le misure di politica monetaria adottate a marzo stanno aiutando a mantenere condizioni di finanziamento favorevoli per tutti i settori e le giurisdizioni dell’area dell’euro.
In ambito inflazione, la previsione è che resti negativa fino al 2021, valutando i prezzi correnti, i future del petrolio la riduzione temporanea dell’IVA tedesca. Nel breve termine la domanda è vista ancora debole, specialmente in settori come viaggi. In un periodo di medio termine, invece, un rilancio della domanda supportata anche da politiche monetarie e fiscali accomodanti avrà effetti al rialzo sull’inflazione.
Quale direzione prenderà la politica monetaria?
Attenta valutazione di tutti i parametri economici e legati alla pandemia sarà osservata dal Consiglio Direttivo BCE in vista della riunione di dicembre. In quella occasione, come già affermato da Lagarde, Francoforte promette di ricalibrare tutti gli strumenti a disposizione.
Intanto, per quanto riguarda i tassi di interesse, questi resteranno invariati:
“Si prevede che rimarranno ai livelli attuali o inferiori fino a quando le prospettive di inflazione non convergeranno in modo robusto a un livello sufficientemente vicino, ma inferiore, al 2% nell’orizzonte di proiezione.”
Il programma di acquisti straordinario PEPP continuerà con una dotazione totale di 1.350 miliardi di euro e “almeno fino alla fine di giugno 2021 e, in ogni caso, fino a quando non giudicherà che la fase di crisi del coronavirus sia terminata”.
Infine, resta l’impegno BCE a garantire ampia liquidità attraverso operazioni di rifinanziamento: “In particolare, la terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT III) rimane una fonte interessante di finanziamento per le banche, sostenendo i prestiti bancari alle imprese e alle famiglie”.
Il bollettino economico BCE ha così inquadrato l’Eurozona in un momento di incertezza sui tempi e modi di ripresa, mantenendo però la promessa di intervenire con strumenti adeguati al sostegno.
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