Fino a 400 euro in più l’anno per ogni figlio ai genitori che lavorano. E l’Isee si abbassa.
Lo Stato riconosce diversi strumenti a sostegno dei genitori lavoratori: la novità di quest’anno è lo sgravio contributivo del 100% (fino a un massimo di 3.000 euro l’anno) spettante alle lavoratrici madri di almeno due figli, a cui poi si aggiunge la possibilità per i datori di lavoro di riconoscere fringe benefit esentasse fino a un massimo di 2.000 euro (mentre per la generalità dei lavoratori il limite è di 1.000 euro). E ancora, le detrazioni per figli a carico (sopra i 21 anni), di cui possono godere (al 50% ciascuno) anche entrambi i genitori.
Ci sono poi due misure che spettano esclusivamente a quelle famiglie dove entrambi i genitori lavorano. Da una parte vi è un calcolo più favorevole dell’Isee, il che permette di avere maggiori possibilità di accedere a bonus e agevolazioni, dall’altra la maggiorazione compresa nell’Assegno unico per figli a carico che quest’anno ha un importo fino a un massimo di 400 euro l’anno.
Due agevolazioni che possono sembrare semplici da richiedere ma che invece nascondono più di un’insidia: in entrambi i casi, infatti, il riconoscimento non è automatico con la richiesta di Isee o di Assegno unico, in quanto ci sono delle voci che vanno specificate al momento della domanda.
Come abbassare l’Isee quando lavorano entrambi i genitori
L’Isee, quel valore utilizzato per valutare la condizione economica di una famiglia ai fini dell’accesso ad alcune agevolazioni e bonus, è calcolato prendendo come riferimento i redditi e i patrimoni (il 20%) per poi dividerli per la cosiddetta scala di equivalenza, valore assegnato in base al numero dei componenti e tenendo conto di altre situazioni particolari come ad esempio la presenza di minori o disabili.
Trattandosi di un divisore, più la scala di equivalenza è alta e più basso sarà l’Isee. Ecco perché l’agevolazione riconosciuta ai nuclei familiari dove entrambi i genitori lavorano è importante.
Nel dettaglio, la regola vuole che a un nucleo familiare con figli minori in cui entrambi i genitori o l’unico presente abbiano svolto attività lavorativa per almeno 6 mesi nell’anno di riferimento dei redditi e dei patrimoni dichiarati (che ricordiamo essere 2 anni prima dalla presentazione della Dsu) si aggiunge alla scala di equivalenza un valore pari a:
- 0,2;
- 0,3 in presenza di almeno un figlio di età inferiore ai 3 anni.
Per capire l’importanza di questa maggiorazione basta prendere due nuclei familiari con lo stesso importo di redditi e patrimoni, con un Ise (Indicatore della situazione economica) di 30.000 euro.
Entrambi hanno due figli, di cui uno di età inferiore ai 3 anni, ma solo nel secondo nucleo lavorano entrambi i genitori. Quindi, da una parte abbiamo una scala di equivalenza di 2,46, nell’altra di 2,76. Il risultato è che nel primo caso l’Isee è di 12.195 euro, nel secondo di 10.869 euro.
Un vantaggio notevole quindi, in quanto da un Isee più basso ne risultano maggiori possibilità di accedere ai bonus. Ed è per questo che bisogna fare molta attenzione quando si compila l’Isee online (mentre per chi si rivolge al Caf non dovrebbero esserci di questi problemi in quanto l’operatore saprà sicuramente come inserire questa informazione).
Nonostante si tratti di un modello precompilato, infatti, siete voi a dover specificare che entrambi i genitori presenti nel nucleo lavorano. Come? Basta andare nel modulo MB.1 Quadro A, presente in basso a destra nella prima pagina di compilazione della Dsu, e barrare il riquadro in cui c’è scritto che “entrambi i genitori lavorano”. Ricordiamo che ciò va fatto solamente nel caso in cui nel 2022 (anno preso come riferimento per l’Isee 2024) risultino lavorati almeno 6 mesi.
Questa agevolazione spetta anche in caso di nuclei monogenitoriali in cui l’unico genitore presente ha lavorato nel periodo preso in considerazione dall’Isee, ma ovviamente in tal caso andrà barrato anche il riquadro successivo.
Bonus 400 euro dell’Assegno unico per figli a carico
La seconda agevolazione riservata ai nuclei familiari in cui entrambi i genitori lavorano è quella compresa nell’Assegno unico universale dove per ogni figlio a carico spetta un incremento che nel migliore dei casi sfiora i 400 euro l’anno.
Oggi, infatti, l’aumento in questione è pari a 34,10 euro mensili per chi ha un Isee che non supera i 17.090,61 euro, quindi esattamente 409,20 euro l’anno per ciascun figlio. Se l’Isee aumenta la maggiorazione si riduce:
- 30,70 euro con Isee di 20.000 euro;
- 24,60 euro con Isee di 25.000 euro;
- 18,60 euro con Isee di 30.000 euro;
- 12,50 euro con Isee di 35.000 euro;
- 6,60 euro con Isee di 40.000 euro;
- fino ad arrivare a 0 per chi ha un Isee pari o superiore a 45.574,96 euro.
La richiesta va fatta contestualmente alla domanda di Assegno unico, barrando la voce “Dichiaro di avere diritto alla maggiorazione come da art.4 comma 8 del D.Lgs n° 230/2021”, presente in fondo alla pagina. A differenza dell’agevolazione prevista per l’Isee, però, in questo caso l’attività lavorativa deve essere svolta al momento della presentazione della domanda. Per lo stesso motivo, laddove questa condizione venga meno durante il periodo di fruizione dell’Assegno, occorre darne tempestiva comunicazione modificando la domanda nella sezione “consulta e gestisci le domande presentate”.
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