Si continua a parlare di Reddito di infanzia, il bonus 400 euro per le famiglie con figli di età inferiore ai 6 anni. Il governo sta cercando le risorse per introdurlo nel 2024, ma non sarà facile.
Il Reddito di infanzia potrebbe vedere la luce con la prossima legge di Bilancio, o comunque portare a una modifica delle regole di calcolo dell’Assegno unico universale (Auu).
Come comunicato da Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri che il 27 settembre scorso ha approvato la Nota di aggiornamento al Def, infatti, nella prossima manovra verranno stanziate misure per il “sostegno alle famiglie e alla genitorialità”.
Non si scende nel dettaglio, lasciando così al governo il tempo per valutare come utilizzare al meglio le (poche) risorse a disposizione per garantire alle famiglie un adeguato sostegno al reddito. L’obiettivo è chiaro: serve incentivare le nascite, poiché con i tassi attuali è sempre maggiore il rischio di una crisi demografica che in un futuro non troppo lontano potrebbe avere ripercussioni anche sulle pensioni.
A tal proposito, una delle soluzioni pensate per incentivare le nascite è proprio il cosiddetto Reddito di infanzia, misura prevista da un disegno di legge che proprio Fratelli d’Italia ha depositato alla Camera dei Deputati nei mesi scorsi (con prima firma di Tommaso Foti, capogruppo a Montecitorio per FdI).
Contenuta in una proposta di legge che prevede anche un’altra serie di misure per il sostegno alle famiglie, come ad esempio la possibilità di incrementare il numero di giorni di congedo parentale, questa misura potrebbe entrare a far parte dell’impianto della prossima manovra o comunque fare da modello per una modifica dell’Assegno unico universale.
Cos’è il Reddito di infanzia
Il Reddito di infanzia è semplicemente un assegno mensile del valore di 400 euro che spetta per i primi 6 anni di vita del figlio. Importo che in alcune circostanze particolari, come ad esempio per i nuclei monogenitoriali oppure in presenza di figli con disabilità, potrebbe essere persino aumentato.
Ad averne diritto le coppie con un reddito fino a 90 mila euro. Si tratterebbe quindi di un aiuto economicamente migliore rispetto all’Assegno unico universale (Auu) che oggi al massimo può arrivare a superare, grazie alle maggiorazioni, i 250 euro al mese per figlio.
Quanto è probabile una sua introduzione nel 2024
Ma bisognerà capire come - e dove - lo Stato potrebbe trovare le risorse per il riconoscimento di un assegno che complessivamente, considerando tutti i 6 anni, supera i 28 mila euro per figlio.
A oggi le risorse a disposizione per la legge di Bilancio sono limitate per questo motivo è difficile credere all’introduzione di una tale misura già nel 2024. Più probabile invece che il governo interverrà sull’Assegno unico, introducendo nuove maggiorazioni in favore dei figli più piccoli (come d’altronde già fatto con la scorsa manovra) così da aumentarne l’importo e avvicinarsi ai 400 euro del Reddito di infanzia.
Cos’altro prevede la proposta di legge
Ma non c’è solo il Reddito di infanzia nella proposta di legge a prima firma Tommaso Toti che è stato depositato alla Camera dei Deputati. Qui, infatti, non mancano altre misure per il sostegno al reddito delle famiglie, come pure per conciliare le esigenze familiari con quelle lavorative.
Assegno di gioventù
Oltre al Reddito di infanzia, la proposta di legge prevede anche un sostegno rivolto agli studenti. Nel dettaglio, al fine di sostenere il diritto allo studio si guarda all’introduzione di un Assegno di gioventù, d’importo pari a 250 euro per ogni figlio fino al compimento dei 25 anni di età (a patto ovviamente che continui gli studi).
Nuove agevolazioni fiscali
E ancora, vengono previste delle nuove agevolazioni fiscali per le famiglie con figli a carico. Ritorna quindi lo slogan “meno tasse alle famiglie con figli”, ipotesi più volte rilanciato da fonti governative. Nel dettaglio, in questa proposta di legge si legge che per assicurare un “prelievo più equo e progressivo”, tutelando le famiglie con più figli, si dovrebbe passare al quoziente familiare.
Inoltre, viene prevista la possibilità di detrarre dalle tasse le spese che i neogenitori, entro 24 mesi successivi alla data del parto, sostengono per “consulenza psicologica e di psicoterapia individuale o di coppia”.
Più giorni di congedo
Nel piano, molto ambizioso, di sostegno alle nascite, trovano spazio anche misure che puntano a incrementare il numero di giorni riconosciuti dal congedo di maternità (oggi 5 mesi) e per il congedo parentale, in prosecuzione quindi di quanto già fatto dal governo con la legge di Bilancio 2023, quando per il congedo parentale è stato previsto un mese retribuito all’80% anziché al 30%.
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Le altre misure
E non è tutto: tra le misure contenute nel disegno di legge figura anche l’accesso gratuito alle scuole d’infanzia, oltre all’obbligo per gli esercizi commerciali con area di vendita superiore a 200 metri quadrati di montare fasciatoi per neonati, pena una sanzione di 5.000 euro per chi non si adegua.
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