Bonus asilo nido, c’è il rischio concreto che i soldi stanziati potrebbero non bastare per le domande presentate dal mese di settembre 2019 in poi. A darne notizia è l’INPS, e parte la corsa alla prenotazione dell’agevolazione.
Il bonus nido, l’assegno di 1.500 euro, potrebbe esaurire le risorse a disposizione molto prima della fine dell’anno, con il concreto rischio che i fondi non bastino per i nuovi iscritti da settembre in poi.
Secondo i dati comunicati dall’INPS, sono già state presentate ben 190.000 domande di accesso al bonus asilo nido e del totale dei 300 milioni di euro stanziati, 214 sono già stati impegnati.
Quando non siamo neppure arrivati alla metà dell’anno, arrivano le prime avvisaglie sul rischio che le nuove domande di bonus nido siano rifiutate già a partire dal mese di settembre 2019, mese in cui partirà il nuovo anno scolastico.
Del resto era già da gennaio che si parlava del fatto che con le risorse stanziate dal Governo con la Legge di Bilancio 2019 si potessero coprire soltanto 200.000 domande di assegnazione piena del bonus.
Nel periodo in cui si parla del riordino delle agevolazioni per le famiglie e del nuovo assegno unico, l’esaurimento delle risorse del bonus bebè 2019 rischia di rendere meno piacevole l’estate di molte famiglie, che potrebbero vedersi rifiutare la domanda dall’INPS.
Bonus nido a rischio? I soldi potrebbero non bastare
Non è l’auspicato boom demografico ad aver quasi svuotato le casse del bonus asilo nido 2019, ma l’incremento dell’importo massimo annuo erogato che a partire dal mese di gennaio è pari a 1.500 euro (1.000 euro fino al 2018).
È l’INPS a fornire dati che preoccupano e non poco le famiglie. Così come riportato dal Sole24Ore, più di due terzi del budget totale stanziato per il bonus nido 2019 è stato già pagato o prenotato ed il rischio è che le poche restanti risorse disponibili siano insufficienti per le ulteriori domande che verranno presentate.
Il primo banco di prova sarà il mese di settembre 2019, periodo di avvio del nuovo anno scolastico, quando molte famiglie potranno fare domanda per la prima volta per l’erogazione del bonus asilo nido.
Se di norma c’è tempo fino al 31 dicembre per inviare domanda all’INPS, i dati comunicati dalla Direzione Ammortizzatori Sociali rischiano di portare ad una psicosi collettiva e ad una vera e propria corsa contro il tempo per prenotare la propria quota di contributo pubblico.
Si ricorda che per poter fare domanda di bonus nido è necessario essere in possesso della fattura relativa al pagamento della prima retta nel caso di iscrizione ad asili privati o, per i nidi pubblici che prevedono il pagamento delle rette posticipato rispetto al periodo di frequenza, la documentazione da cui risulti l’iscrizione ovvero l’avvenuto inserimento in graduatoria del bambino.
Un percorso in più fasi, che può portare ad un involontario ritardo nell’inserimento della domanda sul portale dell’Istituto, oltre a richiedere la trasmissione all’INPS della documentazione con il pagamento effettivo della retta per ciascuna delle mensilità per le quali si richiede il bonus asilo nido.
Soltanto successivamente l’Istituto procede con l’accredito dell’importo spettante, per un massimo di 136 euro circa per ciascuna delle mensilità riconosciute.
Bonus asilo nido, domanda fino ad esaurimento delle risorse disponibili
Essendo un’agevolazione non subordinata al rispetto di specifici requisiti di reddito, il bonus nido può essere richiesto potenzialmente da tutte le famiglie con figli che frequentano un nido pubblico o privato.
Il contributo che può arrivare fino ad un massimo di 136 euro circa al mese, erogato per 11 mensilità (e sempre in base al numero di mesi di asilo nido effettivamente frequentati dal figlio), è riconosciuto fino al compimento del 3° anno di vita del figlio.
Ma cosa succede se si esauriscono le risorse disponibili? Semplicemente l’INPS non prenderà più in considerazione le ulteriori domande pervenute, che saranno in un certo senso sospese.
L’unico modo per evitare che si perda il diritto a richiedere il bonus nido è prenotare qualora possibile ed il prima possibile le mensilità spettanti, sempre ché il Governo non decida di intervenire rifinanziando lo strumento.
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