Confermato anche nel 2025 il bonus bollette di luce, gas e acqua pagato direttamente in busta paga dal datore di lavoro. Ecco una guida aggiornata.
Con la legge di Bilancio 2025 vengono confermate le agevolazioni sui cosiddetti fringe benefit, tra i quali vengono compresi anche i rimborsi - da parte del datore di lavoro in favore dei propri dipendenti - delle utenze di luce, gas e acqua.
Si tratta del cosiddetto bonus bollette in busta paga, da non confondere invece con lo sconto applicato direttamente in bolletta a quelle famiglie in una condizione di disagio economico.
Una decisione presa per continuare a dare ai datori di lavoro quegli strumenti necessari per premiare i loro dipendenti, o semplicemente per proporre un’offerta di lavoro maggiormente competitiva, senza necessità di provvedere a un aumento strutturale, e particolarmente oneroso, dello stipendio. Grazie ai fringe benefit, detassati e quindi più convenienti per azienda e lavoratore, è infatti possibile riconoscere un contributo aggiuntivo pari a 1.000 euro l’anno, che nel caso dei lavoratori con due figli sale a 2.000 euro.
Questi soldi devono però essere “giustificati”: a tal proposito, sono diversi i beni e i servizi che rientrano nella categoria dei “fringe benefit”, come ad esempio il telefono o l’auto aziendale. Tuttavia, è servito un apposito intervento del legislatore per comprendervi anche il pagamento delle utenze sostenuto dal lavoratore sulla casa di residenza: il governo Meloni lo ha fatto per la prima volta nel 2023, confermandolo poi nel 2024 e adesso anche nel 2025. E nel frattempo oltre al bonus bollette di luce, gas e acqua si sono aggiunte altre voci ai fringe benefit, quali ad esempio il rimborso del canone di affitto (che il prossimo anno sale fino a 5.000 euro nel caso di lavoratori trasferiti) e degli interessi sul mutuo.
Ma concentriamoci sul bonus bollette in busta paga facendo chiarezza su quanto e cosa si può rimborsare nonché cosa deve fare il dipendente per averne diritto.
Bonus bollette nelle buste paga
Tra i bonus erogati in busta paga, tanto nel 2024 quanto per il 2025, può esserci, laddove il datore di lavoro lo voglia, il cosiddetto bonus bollette.
È stato il decreto Lavoro - decreto Legge n. 115 del 9 agosto 2022 -a riconoscere la possibilità per i datori di lavoro di rimborsare il dipendente dei costi sostenuti per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale.
I chiarimenti su come funziona una tale misura sono arrivati con la circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 35/E del 4 novembre 2022.
Ad esempio, qui viene precisato che le utenze debbano riguardare immobili a uso abitativo posseduti o detenuti, sulla base di un titolo idoneo, dal dipendente, dal coniuge o dai suoi familiari, a prescindere che negli stessi abbiano o meno stabilito la residenza o il domicilio. La condizione essenziale quindi è che ne sostengano effettivamente le relative spese.
Inoltre, è possibile comprendere anche le utenze per uso domestico, come quelle idriche o di riscaldamento, intestate al condominio. Il rimborso può avvenire ovviamente per la sola parte a carico del singolo condomino.
Lo stesso vale per le utenze che nel contratto di locazione sono intestate al proprietario dell’immobile ma per le quali è espressamente prevista una forma di addebito analitico e non forfetario a carico del locatario o dei propri coniuge e familiari.
Importo del bonus bollette in busta paga nel 2024 e 2025
Solitamente per i cosiddetti fringe benefit è prevista una soglia di esenzione annua pari a 258,23 euro, tuttavia negli anni questo limite è stato continuamente rivisto: 3.000 euro nel 2022, stesso importo anche nel 2023 ma solo per i lavoratori con figli mentre nel 2024 è stata prevista un’ulteriore differenziazione.
Nel dettaglio, i fringe benefit - compreso il bonus bollette in oggetto - quest’anno non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente quando:
- non superano i 1.000 euro l’anno nel caso dei lavoratori senza figli a carico;
- non superano i 2.000 euro l’anno per i lavoratori con figli a carico.
Le stesse soglie vengono confermate dalla legge di Bilancio 2025 per il prossimo anno.
A tal proposito è bene sottolineare che i suddetti limiti non vanno assolutamente superati in quanto altrimenti si perde la convenienza dello strumento. Laddove il valore erogato fosse superiore, infatti, l’intero importo (e non solo l’eccedenza) concorre alla formazione del reddito.
Cosa deve fare il dipendente per ricevere il bonus bolletta in busta paga
Come anticipato, il bonus bollette è a libera discrezione del datore di lavoro il quale può scegliere se erogarlo o meno e a quali dipendenti.
Tuttavia, ci sono comunque dei passaggi obbligati per il lavoratore. Come spiegato dall’Agenzia delle Entrate, infatti, ai fini dell’erogazione del bonus è necessario che il datore di lavoro acquisisca la documentazione utile a giustificare una tale spesa (quindi le bollette il cui importo è stato rimborsato) o in alternativa di una dichiarazione sostitutiva con cui il dipendente si prende la responsabilità, attestando di essere in possesso della relativa documentazione, indicando gli elementi necessari ai fini dell’identificazione (come il numero e l’intestatario della fattura, nonché la tipologia dell’utenza e l’importo pagato).
Inoltre, al fine di evitare che il beneficio venga più volte corrisposto per lo stesso pagamento, il datore di lavoro deve anche acquisire una seconda dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà con la quale si attesta che le stesse fatture non sono già state oggetto di rimborso, anche presso altri datori di lavoro.
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