Bonus busta paga Forze Armate e Polizia, decreto in Gazzetta. Importo, requisiti e pagamento

Simone Micocci

8 Agosto 2024 - 11:26

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto con i dettagli su beneficiari e importo del bonus busta paga riconosciuto grazie alla defiscalizzazione.

Bonus busta paga Forze Armate e Polizia, decreto in Gazzetta. Importo, requisiti e pagamento

In Gazzetta Ufficiale, serie generale n. 184 del 7 agosto, è stato pubblicato il decreto del presidente del Consiglio dei ministri firmato lo scorso 24 giugno recante le disposizioni per il riconoscimento del beneficio della riduzione delle imposte sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali al personale delle Forze di polizia e delle Forze armate, ai sensi dell’articolo 45, comma 2, del decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95.

In parole più semplici ci riferiamo al cosiddetto bonus defiscalizzazione, misura introdotta a margine dell’ultimo riordino dei ruoli e delle carriere per compensare l’addio al bonus Sicurezza di 80 euro che era stato introdotto dal governo Renzi.

Uno strumento che oggi permette agli appartenenti a Forze Armate e di Polizia di recuperare tutta o una parte delle imposte versate sul salario accessorio (di cui ad esempio fanno parte gli straordinari), fino a un importo massimo che viene definito ogni anno dall’apposito decreto, così come il limite di reddito da non superare per beneficiarne.

Ecco perché la pubblicazione del decreto è importante, in quanto va a fare chiarezza sugli importi del bonus defiscalizzazione nel 2024 e sulla platea dei beneficiari. Vediamo dunque quali sono i dettagli del bonus che verrà riconosciuto nel periodo d’imposta corrente, ma il cui pagamento slitterà all’inizio del prossimo anno.

Cos’è il bonus defiscalizzazione Forze Armate e Polizia

Il riordino dei ruoli e delle carriere del 2018 ha rivisto per molti aspetti i criteri di calcolo dello stipendio degli appartenenti a Forze Armate e di Polizia, ad esempio cancellando il bonus sicurezza di 80 euro che il governo Renzi aveva riservato agli appartenenti al comparto Difesa e Sicurezza.

Un addio a cui hanno seguito altri vantaggi, con i sindacati e i rappresentanti Co.ce.r. delle Forze Armate che hanno lavorato per fare in modo che nessuno venisse svantaggiato. Ecco perché su suggerimento di alcune sigle (Aspmi ne rivendica la paternità grazie al lavoro svolto dall’attuale segretario generale Francesco Gentile) venne introdotta una defiscalizzazione, riducendo tanto l’Irpef quanto il valore delle addizionali regionali e comunali calcolate sul salario accessorio per coloro che sono al di sotto di una certa soglia di reddito.

Chi sono i beneficiari

Come specificato nell’articolo 1 del decreto pubblicato in queste ore in Gazzetta Ufficiale, la riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali si applica al personale militare delle Forze Armate, compreso il Corpo delle capitanerie di porto, come pure al personale delle Forze di polizia a ordinamento civile e militare.

È tuttavia fondamentale che il personale risulti in costanza di servizio nel 2024. Dopodiché, come anticipato, si guarda al reddito: nel dettaglio, quanto percepito nel corso del 2023, non deve superare la soglia di 30.208 euro.

L’importo

Con la defiscalizzazione si va a recuperare il totale delle imposte calcolate sul salario accessorio - comprensivo delle indennità di natura fissa e continuativa - percepito nel corso del 2024. Esiste però un limite massimo che quest’anno è pari a 610,50 euro.

Nella migliore delle ipotesi, quindi, è questo l’importo che spetta al personale, ma visto quanto detto sopra potrebbe arrivare anche meno nel caso in cui la suddetta imposta dovesse essere più bassa.

Come e quando viene pagato il bonus

Le modalità per il pagamento della somma risultante dal bonus defiscalizzazione vengono specificate nel comma 2 dell’articolo 2 del decreto in oggetto. Qui viene ribadito che è il sostituto d’imposta (quindi l’Amministrazione di appartenenza) a effettuare la riduzione d’imposta, in un’unica soluzione.

Questa operazione avviene in sede di conguaglio fiscale, a fine anno quindi: pertanto, l’arrivo dei soldi è atteso, come ogni anno, nel cedolino di febbraio dell’anno successivo a quello a cui la defiscalizzazione riferisce, 2025 dunque in questo caso.

Ricordiamo però che laddove la detrazione d’imposta non trovi capienza sull’imposta lorda, allora la parte eccedente può essere fruita, in sede di dichiarazione dei redditi, in detrazione dell’imposta dovuta sulle medesime retribuzioni corrisposte nell’anno 2024 e assoggettate all’aliquota a tassazione separata.

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