Bonus 500 euro per i figli nati o adottati nel 2024: il nuovo oggetto del desiderio delle famiglie italiane è destinato a restare tale.
Una nuova bufala corre sul web facendo cadere in errore anche i quotidiani nazionali: un nuovo bonus figli di 250 o 500 euro (a seconda dell’Isee) che entro febbraio può essere richiesto presso il Comune di residenza.
Nessun riferimento normativo, piuttosto un elenco dettagliato dei requisiti da soddisfare per farne domanda, nonché le scadenze entro cui va richiesto per averne diritto. Ovviamente, trattandosi di un importo elevato, questo bonus ha suscitato molto interesse tanto che la notizia è diventata virale in pochi minuti: il problema è che non esiste alcun contributo riconosciuto a livello nazionale che soddisfa queste caratteristiche.
Ferma restando la possibilità che ogni singolo Comune, sulla base delle risorse a sua disposizione, è libero di riconoscere sostegni al reddito alle famiglie, è importante sottolineare che non c’è alcuna legge nazionale che riconosce un tale contributo.
A oggi l’unica misura che risponde a un tale requisito è l’assegno di maternità dei Comuni che tuttavia come vedremo di seguito è molto differente dal bonus 500 euro per figli nati o adottati nel 2024 di cui tanto si parla.
Bonus 500 euro per figli a carico, cosa dovrebbe essere secondo la nuova bufala
Secondo i quotidiani nazionali che hanno riportato la notizia, il bonus in oggetto spetta alle famiglie che hanno avuto o adottato un figlio tra l’1 gennaio e il 31 dicembre 2023. Il limite Isee è di 30 mila euro, ma solo per chi non supera la soglia dei 20 mila euro l’importo spettante è di 500 euro. Per tutti gli altri, infatti, si dimezza a 250 euro.
Il bonus viene quindi descritto in maniera molto dettagliata, al pari di quelle che sono le modalità per la richiesta (moduli da richiedere e consegnare al comune di residenza) e le relative scadenze (entro il mese di febbraio).
C’è chi parla anche di consultare il sito del proprio comune per avere informazioni sulla misura, nonché per scaricare la modulistica da utilizzare per la richiesta: vi sfidiamo a farlo e a trovarne anche uno solo che prevede un tale contributo nei termini appena indicati.
È la prima volta, infatti, che ci capita di leggere di una tale misura e solitamente questo è sintomo del fatto che si tratta di un bonus “inventato”.
A tal proposito abbiamo già contattato il Comune di Roma e l’Inps per chiedere una conferma ufficiale riguardo al fatto che non ci sono bonus figli che soddisfano queste caratteristiche: vi terremo aggiornati non appena ci arriverà la conferma, ma nel frattempo vi consigliamo di non perdere tempo nel ricercare qualcosa che vi assicuriamo non esiste.
La differenza con l’assegno maternità Comuni
A oggi c’è un bonus che pur essendo riconosciuto a livello nazionale deve essere richiesto al comune di residenza. Si tratta dell’assegno di maternità erogato alle donne che durante la gravidanza erano scoperte da contribuzione contributiva e assicurativa e che per questo motivo non hanno goduto dell’indennità di congedo di maternità obbligatoria erogato dall’Inps.
Un bonus che potrebbe spettare anche a integrazione del congedo di maternità pagato dall’Inps laddove l’importo dell’indennità sostitutiva risulti più basso rispetto a quello riconosciuto dal comune. In tal caso, però, ne spetta una sola integrazione.
Al momento siamo ancora in attesa della circolare che aggiorna gli importi dell’assegno maternità per le disoccupate al 2024, tuttavia sappiamo con certezza che i valori previsti lo scorso anno saranno rivalutati del 5,4% (tasso di inflazione rilevato nel 2024).
Ciò significa che l’assegno maternità spetterà con un Isee fino a un massimo di 20.220 euro circa, mentre l’importo sarà di circa 404 euro al mese per 5 mensilità (quindi 2.020 euro complessivi).
Il bonus figli del Comune di Trento
Come anticipato, resta comunque facoltà di ogni comune riconoscere ai cittadini un bonus per il sostegno alla famiglia.
Ne è un esempio il Comune di Trento, dove è in vigore un incentivo alla famiglia dove per la nascita o adozione del terzo figlio, o figli successivi, spetta un assegno di 5.000 euro. Per il riconoscimento non si tiene conto dell’Isee bensì dei redditi percepiti da tutti i componenti della famiglia che non devono superare la soglia dei 50 mila euro.
C’è tempo fino all’8 maggio prossimo per farne richiesta per i figli nati o adottati nel corso del 2023: come potete vedere anche questo contributo, quindi, ha poco a che fare con quello di 500 euro diventato oggetto del desiderio delle famiglie ma che purtroppo è destinato a restare tale.
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