Bonus Renzi ricalcolato in busta paga tenendo conto di cassa integrazione e congedo straordinario: vediamo le novità per i datori di lavoro.
Bonus Renzi, novità in busta paga: per effetto della cassa integrazione e dei congedi, il bonus va ricalcolato.
In prossimità dei conguagli fiscali del 2020, i datori di lavoro potrebbero trovarsi nella situazione di dover ricalcolare il bonus Renzi, considerando tutte le misure a sostegno dei lavoratori in atto in questi mesi.
Il decreto Rilancio, con lo scopo di salvaguardare il bonus Renzi e il trattamento integrativo in vigore dal 1° luglio 2020, ha riconosciuto il diritto a queste misure anche ai dipendenti che si trovano in cassa integrazione o che hanno usufruito del congedo straordinario causa Covid, misure che hanno determinato una riduzione del reddito.
Bonus Renzi, congedi e cassa integrazione fanno ricalcolare la busta paga
Il bonus Renzi andrà ricalcolato nei casi di cassa integrazione e congedo straordinario: in prossimità dei conguagli fiscali del 2020, sono moltissimi i datori di lavoro che si troveranno in questa situazione.
Ricordiamo che dal 1° luglio 2020 è entrato in vigore il decreto sul taglio del cuneo fiscale, che ha di fatto abrogato il comma 1-bis dell’articolo 13 del testo unico delle imposte sui redditi, ovvero il bonus Renzi, con effetto dal 1° luglio 2020.
In pratica, il decreto n. 3 del 5 febbraio utilizza le risorse già precedentemente stanziate per il bonus Renzi, ne aggiunge altre grazie al taglio sul cuneo fiscale (il cosiddetto trattamento integrativo), e cambia il nome all’agevolazione.
Dal 1° luglio scorso fino a dicembre 2020 i lavoratori dipendenti con reddito tra gli 8.174 euro fino a 28.000 euro 100 euro in più al mese. I lavoratori dipendenti che si trovano nella fascia di reddito tra i 28.001 e i 40.000, invece, si vedono applicare una detrazione, che diminuisce all’aumentare del reddito.
Il 2020 però è stato costellato da cassa integrazione e congedi straordinari, misure a sostegno dei lavoratori durante l’emergenza Covid-19 che hanno modificato il reddito percepito durante l’anno dal lavoratore. Il decreto Rilancio è intervenuto a salvaguardia del bonus Renzi e del trattamento integrativo nei confronti dei lavoratori diventati incapienti per questi motivi.
Cosa deve fare il datore di lavoro? Deve considerare, invece dell’importo della cassa integrazione o del congedo Covid, quello della retribuzione che il dipendente avrebbe percepito, quindi quella prevista dal contratto di lavoro.
Bonus Renzi ricalcolato per cassa integrazione e congedi straordinari
Per ora ancora non ci sono indicazioni operative dalle Istituzioni, né da parte dell’Inps né dalla parte dell’Agenzia delle Entrate.
In base alla norma del decreto Rilancio, come spiega il Sole 24 Ore del 24 novembre, i datori di lavoro dovranno calcolare un reddito virtuale ottenuto sostituendo l’importo della prestazione a carico Inps con quello della retribuzione ordinaria spettante e determinare la relativa imposta.
Nei casi in cui il requisito della capienza venga rispettato con il reddito virtualmente ricostruito, il beneficio dovrebbe essere erogato. Seguendo la norma, però, sempre secondo il Sole 24 Ore il bonus Renzi andrebbe erogato in funzione del reddito effettivo, e non di quello virtuale, visto che l’importo della prestazione varia in base al reddito.
Infine, la norma del decreto Rilancio stabilisce i destinatari della misura sono solo i lavoratori percettori del reddito di lavoro dipendente. Restano così esclusi i percettori di reddito assimilato a quello di lavoro dipendente, per i quali (sebbene beneficiari solo del congedo Covid), continuerà a valere la regola della capienza dell’imposta.
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