Busta paga, sai quanto hai perso da gennaio? Oppure stai guadagnando di più? Ecco la tabella con tutte le risposte.
Il taglio del cuneo fiscale 2025 non comporta vantaggi in busta paga, o meglio non sempre.
Come noi di Money.it avevamo anticipato fin dal giorno successivo all’approvazione del testo della legge di Bilancio 2025, infatti, le nuove regole sul taglio del cuneo in busta paga - passato da uno sgravio di tipo contributivo a uno fiscale - penalizzano molti lavoratori. E non solo i redditi più alti: ci sono persone che guadagnano circa 8.500 euro l’anno, infatti, a cui le nuove regole hanno comportato una perdita annua di oltre 1.000 euro a causa dell’addio al trattamento integrativo (ex bonus Renzi).
A rispondere esattamente alla domanda su quanti soldi sono andati persi da gennaio 2025 a causa del passaggio alle nuove regole sul taglio del cuneo in busta paga è la Cgil, la quale ha pubblicato una tabella con la quale ha messo a confronto lo stipendio netto percepito nel 2024 rispetto a quello previsto nel 2025. Un confronto che, va detto, sorride ad alcuni lavoratori per i quali le nuove regole comportano dei vantaggi, mentre ad altri come anticipato sono stati tolti dei soldi rispetto all’anno precedente.
Le ultime simulazioni, quindi, smentiscono il governo che aveva sottolineato come passando dallo sgravio contributivo Ivs (del 7% o 6% a seconda dello stipendio percepito entro comunque un limite annuo di 35.000 euro) al taglio dell’Irpef (attraverso il riconoscimento di un nuovo trattamento integrativo oppure aumentando la detrazione per redditi da lavoro dipendente) non ci sarebbero state conseguenze negative per i lavoratori.
Non è così secondo le stime fatte dalla Cgil: come molti lavoratori si sono già resi conto guardando alle prime buste paga di quest’anno, infatti, questa trasformazione “non mette al riparo tutti i redditi dalla perdita dei precedenti benefici, anzi finisce per incidere negativamente sul netto della maggior parte dei redditi sotto i 35.000 euro”.
Quanti soldi ti sono stati tolti dalla busta paga? Il calcolo della Cgil
Per rispondere a questa domanda, la Cgil - di concerto con il Consorzio Nazionale Caaf-Cgil - ha effettuato una simulazione sui redditi da lavoro dipendente: prendendo l’imponibile previdenziale di un lavoratore assunto a tempo indeterminato da un’azienda privata con meno di 15 dipendenti, occupato per intero anno e percettore solamente della tredicesima mensilità (senza quattordicesima quindi), ha considerato tutte le numerose variabili che intervengono nel 2024 e nel 2025 per trasformare il lordo in netto. Quindi, taglio del cuneo contributivo nel 2024 e nuove regole per il calcolo d’imposta nel 2025, aggiungendo poi Irpef, detrazioni per lavoro dipendente e trattamento integrativo ex bonus Renzi. L’unica variabile di cui non si è tenuto conto sono le addizionali regionali e comunali, in quanto troppo variabili a seconda della residenza.
Ecco la tabella in cui vengono messi in risalto i dati del confronto.
Imponibile previdenziale annuo | Salario netto annuo 2024 | Salario netto annuo 2025 | Differenza salario netto annuo 2024/2025 (al netto delle addizionali locali) |
---|---|---|---|
€ 8.000 | € 7.781,72 | € 7.780,60 | € -1,12 |
€ 8.400 | € 8.170,81 | € 8.169,63 | € -1,18 |
€ 8.500 | € 9.468,08 | € 8.266,89 | € -1.201,19 |
€ 9.000 | € 9.895,92 | € 8.753,18 | € -1.142,74 |
€ 9.100 | € 9.970,82 | € 10.050,43 | € 79,62 |
€ 10.000 | € 10.644,91 | € 10.628,66 | € -16,25 |
€ 12.000 | € 12.142,89 | € 12.123,40 | € -19,49 |
€ 14.000 | € 13.640,87 | € 13.618,13 | € -22,74 |
€ 16.000 | € 15.032,28 | € 15.112,86 | € 80,58 |
€ 18.000 | € 16.352,18 | € 16.347,67 | € -4,50 |
€ 20.000 | € 17.672,08 | € 17.667,07 | € -5,01 |
€ 22.000 | € 18.991,98 | € 18.986,47 | € -5,51 |
€ 25.000 | € 20.815,26 | € 20.875,85 | € 60,59 |
€ 28.000 | € 22.841,32 | € 22.789,18 | € -52,14 |
€ 31.000 | € 24.587,04 | € 24.620,10 | € 33,06 |
€ 33.000 | € 25.672,27 | € 25.642,95 | € -29,32 |
€ 35.000 | € 25.665,80 | € 26.665,80 | € 1.000,00 |
€ 37.000 | € 26.688,65 | € 27.488,69 | € 800,04 |
€ 40.000 | € 28.157,93 | € 28.617,43 | € 459,50 |
€ 42.000 | € 29.180,78 | € 29.413,25 | € 232,47 |
€ 45.000 | € 30.715,05 | € 30.715,05 | € - |
Come possiamo notare, per la maggior parte di chi guadagna meno di 35 mila euro - quindi la platea che nel 2024 ha goduto dello sgravio contributivo Ivs - ci sono meno soldi in busta paga nel 2025.
In particolare - come abbiamo già avuto modo di spiegare - a rischiare maggiormente sono coloro che percepiscono uno stipendio annuo tra gli 8.500 e i 9.000 euro, per i quali il passaggio alle nuove regole ha comportato un imponibile più basso della soglia minima (pari a 8.174 euro) necessaria per godere del trattamento integrativo ex bonus Renzi di 1.200 euro l’anno. Una situazione su cui il governo sta valutando di intervenire, per quanto al momento non ci siano ancora certezze in merito.
Non sono comunque i soli redditi a pagare le nuove regole. Per quanto in alcuni casi le differenze siano minime (ricordiamo che gli importi dell’ultima colonna sono da considerare su tutto l’anno), c’è comunque da considerare un secondo pericolo: quello del conguaglio fiscale.
Allerta allarme fiscale con le nuove regole per il taglio del cuneo fiscale
Come anticipato, questo nuovo meccanismo di calcolo introduce un secondo elemento di incertezza che può avere ripercussioni differite, attraverso il conguaglio annuale.
Nel dettaglio, la criticità principale risiede nel fatto che, mentre nel 2024 lo sconto veniva applicato direttamente sul reddito da lavoro dipendente, nel 2025 il calcolo diventa più complesso. Se un lavoratore percepisce altri redditi oltre a quello da lavoro dipendente, come redditi fondiari, pensione o lavoro autonomo, l’imposta e le detrazioni dovranno essere ricalcolate su tutto il reddito complessivo.
Questo potrebbe portare a un rischio in sede di conguaglio: nel momento della dichiarazione dei redditi, infatti, potrebbe risultare necessario restituire una parte delle somme ricevute in busta paga durante l’anno, a causa di un’imprevista variazione della base imponibile.
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