Bonus spesa, requisiti e importi delle misure a disposizione delle famiglie

Simone Micocci

13 Novembre 2024 - 15:28

In Italia non esiste un solo bonus per la spesa: sono diverse le misure che riconoscono alle famiglie un contributo da spendere nei negozi alimentari e nei supermercati. Ecco i requisiti aggiornati.

Bonus spesa, requisiti e importi delle misure a disposizione delle famiglie

Tra i sostegni che lo Stato riconosce alle famiglie in difficoltà economica ci sono anche alcune misure che possiamo rinominare come “bonus spesa”, in quanto sono utili per acquistare beni di genere alimentare (e non solo), come pure altri beni di prima necessità.

Di bonus per la spesa si è parlato molto nel periodo della pandemia, quando vennero introdotti dei veri e propri buoni da destinare alle famiglie che si trovavano in una condizione economica precaria. Con la fine dell’emergenza lo Stato non ha più finanziato i Comuni che di conseguenza hanno smesso di erogare i buoni per la spesa (eccetto alcune realtà isolate dove è l’amministrazione locale a farsi carico degli aiuti nei confronti delle famiglie più bisognose).

Possiamo però dire di essere passati dai buoni a dei veri e propri bonus per la spesa, in particolare per quanto riguarda due misure in vigore tanto nel 2024 quanto nel 2025: la Carta acquisti e la Carta dedicata a te, entrambe utili per fare la spesa per quanto con regole e importi differenti.

A queste due si aggiunge poi una misura che nasce proprio dalle esperienze maturate durante la pandemia: il reddito alimentare, che non è né un buono spesa né una carta acquisti. Si tratta infatti di uno strumento innovativo con il quale alle famiglie bisognose vengono riconosciuti dei veri e propri pacchi alimentari, per quanto l’iniziativa - seppur prevista e finanziata dalla legge di Bilancio 2023 - al momento riguardi solamente un numero ristretto di città.

A tal proposito, ecco nel dettaglio come funzionano queste tre misure, quali sono i requisiti, gli importi e le spese consentite a seconda dei casi.

La Carta acquisti

La prima misura che presenta delle caratteristiche che la configurano come un bonus per la spesa è la Carta acquisti, strumento ormai in vigore da diversi anni rivolto però alle sole famiglie in cui è presente almeno un componente:

  • minore di 3 anni;
  • maggiore di 65 anni.

Questi, laddove soddisfino determinati requisiti, che vedremo di seguito, hanno diritto a una carta acquisti ricaricata con 40 euro al mese (ma l’accredito è bimestrale) da utilizzare presso supermercati e negozi alimentari, come pure farmacie e parafarmacie (ma solo per beni di prima necessità). E si possono anche pagare le bollette.

Per farne richiesta (la domanda va inviata presso gli uffici di Poste italiane) bisogna soddisfare dei requisiti economici. Ad esempio, tanto le famiglie con under 3 quanto quelle con over 65, devono avere un Isee non superiore a 8.052,75 euro. Questo è il valore aggiornato al 2024, mentre nel 2025 dovrebbe essere leggermente rivisto al rialzo per effetto della rivalutazione.

E laddove la Carta acquisti sia stata richiesta per un over 65, si guarda anche ai redditi percepiti dai singoli componenti che non devono superare gli 8.052,75 euro, limite che per chi ha compiuto 75 anni sale a 10.737 euro (valore sempre riferito al 2024, con variazioni al rialzo possibili nel 2025).

Inoltre, tanto per l’uno quanto nell’altro caso, bisogna non essere proprietari di:

  • più di una utenza elettrica domestica (anche se non domestica);
  • più di due utenze del gas;
  • più di due autoveicoli;
  • più di un immobile a uso abitativo (con una quota superiore o uguale al 25%);
  • immobili non a uso abitativo (con una quota superiore o uguale al 10%);
  • patrimonio mobiliare superiore a 15.000 euro.

Soddisfando queste condizioni si ha quindi accesso alla prima misura da 480 euro complessivi, riconosciuta per tutto l’anno con la possibilità poi di rinnovarla anche in quelli successivi e avere così sempre a disposizione una piccola somma da utilizzare per fare la spesa o eventualmente per acquistare farmaci.

Carta Dedicata a te

La social card Dedicata a te, invece, spetta indipendentemente dall’età dei componenti (ma come vedremo di seguito la presenza di minori accresce le probabilità di ricevere il sostegno).

Questo strumento, introdotto per la prima volta nel 2023 e rinnovato anche per il 2024 e il 2025, a differenza della carta acquisti viene ricaricato una tantum, con un importo che quest’anno è stato pari a 500 euro. Ad averne diritto le famiglie con almeno 3 componenti, Isee inferiore a 15 mila euro e che non beneficiano di altri sostegni, come ad esempio l’Assegno di inclusione o il Supporto per la formazione e il lavoro.

Quest’anno ne sono state riconosciute 1 milione e 330 mila, tenendo conto di alcune priorità come la presenza di almeno un figlio minore di 10 anni e un Isee molto basso. A differenza della Carta acquisti, però, non se ne deve fare domanda: l’assegnazione avviene in automatico e se ne occupano i Comuni sulla base delle loro disponibilità. A tal proposito, la consegna delle carte nel 2024 c’è già stata, per una nuova assegnazione bisognerà quindi aspettare il prossimo anno.

Anche le modalità di utilizzo sono leggermente differenti: la carta Dedicata a te, gestita sempre da Poste Italiane, può essere utilizzata per acquistare solamente alcuni beni di genere alimentari, ma eventualmente anche per fare carburante o per gli abbonamenti ai mezzi pubblici.

Come anticipato questa misura viene confermata anche per il 2025: tuttavia la legge di Bilancio stanzia meno soldi rispetto a quelli a disposizione quest’anno (500 milioni anziché 600) e ciò potrebbe comportare una riduzione del numero delle carte erogate oppure un taglio dell’importo complessivamente riconosciuto.

Carta acquisti o Carta Dedicata a te?

È importante sottolineare poi che mentre queste due misure nel 2023 erano compatibili tra loro, le famiglie potevano quindi godere di entrambe le social card, quest’anno non è andata così.

La Carta Dedicata a te, infatti, non è stata assegnata alle famiglie che risultavano già beneficiarie di Carta acquisti, come stabilito dal decreto del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Le due misure, quindi, sono da considerare come alternative l’una con l’altra.

Reddito alimentare

Arriviamo poi al terzo strumento che rientra nel novero dei buoni spesa: il Reddito alimentare.

È stata la legge di Bilancio del 2023 a stanziare le risorse per il Fondo per la sperimentazione del reddito alimentare, grazie alle quali è stato possibile partire in alcune importanti città d’Italia quali:

  • Genova
  • Firenze
  • Napoli
  • Palermo

Dopo una prima fase di sperimentazione, della durata di 3 anni, il Reddito alimentare potrebbe essere esteso in tutte le città del Paese. Nel dettaglio, questa iniziativa prevede che le famiglie che versano in una condizione economica di difficoltà possono ricevere dei pacchi alimentari realizzati con i prodotti invenduti, o comunque invendibili, della grande distribuzione.

Un aiuto tanto al contrasto alla povertà quanto alla lotta agli sprechi. Per aderirvi bisogna seguire le indicazioni date dal Comune di residenza, sulla base del progetto presentato. Va detto che al momento le amministrazioni locali stanno ancora predisponendo l’infrastruttura necessaria per far partire la fase di sperimentazione, con la consegna dei primi pacchi alimentari che potrebbe arrivare solo nel 2025.

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