Borsa di Milano oggi 15 dicembre: il Ftse Mib chiude in netto calo in una giornata tesa dopo le decisioni Bce e visto anche il tono ancora falco della Fed. Spread sale oltre i 200 punti.
Borsa di Milano oggi 15 dicembre: il Ftse Mib chiude in profondo rosso, con calo deciso rispetto ai 24.573 di chiusura di ieri.
La giornata è importante. La Bce ha alzato i tassi di 50 punti base e ha spiegato che è pronta ad alzarli ancora nei prossimi mesi, mentre da marzo partirà il Quantitative Tightening, ovvero la riduzione di bilancio della banca, che si tradurrà in meno acquisti di obbligazioni e vendita delle attuali per 15 miliardi di euro al mese.
La questione è strategica per l’Italia e per il suo debito sul mercato. Intanto, dopo le critiche di Bruxelles su alcuni punti della manovra, Giorgia Meloni parteciperà al vertice europeo. Lo spread, vista la decisione della Bce, sale drasticamente sopra i 200 punti apre la giornata in crescita a 195 punti, con il Btp decennale che vola al 4,11%.
Sul listino milanese viaggiano in pesante ribasso quasi tutti i bancari e gli industriali. Saipem dopo aver annunciato due importanti nuovi contratti in Guyana ed Egitto, dal valore totale di 1,2 miliardi di dollari.
Enel è in calo nonostante un accordo di esclusiva con Public Power Corporation (PPC), una società greca, per avviare la potenziale cessione delle partecipazioni che possiede in Romania. Anche Tim è in calo, dopo un incontro tra rappresentanti di Governo e dei principali azionisti del gruppo.
In Europa, tutti gli indici sono in ribasso. Nel Regno Unito la Bank of England ha aumentato iol tasso di interesse dello 0,50%.
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Borsa di Milano oggi 15 dicembre aggiornamento delle ore 18.00: scivolone per il Ftse Mib
Il Ftse Mib perde il 3,45% e chiude a 23.726,05 punti. Sul listino principale di Piazza Affari in lieve ribasso Saipem (-0,58%), che ha annunciato due importanti nuovi contratti in Guyana ed Egitto, dal valore totale di 1,2 miliardi di dollari. In rialzo, invece, Leonardo (+0,03%).
Per il resto i titoli sono tutti negativi. I risultati peggiori sono quelli di Fineco (-6,35%), Intesa Sanpaolo (-4,46%), Generali (-4,72%), Hera (-5,02%), Amplifon (-5,47%), Azimut (-3,95%), Iveco (-4,81%), Moncler (-4,08%), Nexi (-5,24%), Poste (-5,22%), Mediobanca (-3,64%), Snam (-4,38%), Stm (-4,95%) e Terna (-3,49%).
Aggiornamento delle ore 13.00: Ftse Mib allunga il calo
Il Ftse Mib scambia ancora in calo, con un ribasso dello 0,94%. In fondo al listino scambiano Amplifon
con un -2,01%, Finecobank con un -2,03%, Nexi con -2,42%, Stmicroelectronics con un -2,54%, Moncler
con un -1,94%.
In rosso anche Stellantis, Tenaris, Enel, Eni. Leonardo, invece, guadagna lo 0,72% e Telecom avanza dell’1,4%.
Aggiornamento delle ore 10.30: Ftse Mib in rosso
Il Ftse Mib accentua il calo di inizio seduta e perde lo 0,86%. Sul listino milanese spiccano i tonfi di Amplifon a -1,77%, Banca Generali a -1,85%, Campari a -1,77%, Hera a -1,42%, Nexi a -2,12%, Moncler a -1,82%, con il lusso che soffre la debolezza economica cinese.
Bene Telecom Italia a +1,14% e UniCredit con un +0,81%. Come da indiscrezioni, per la banca milanese è stato confermato dalla Bce che il requisito patrimoniale Pillar 2 dovrà essere di 200 punti base. Orcel ha comunque dichiarato che nulla cambia sulla politica dei dividendi.
Asia scivola, futures Usa in rosso
In Asia, solo l’indice Shenzhen chiude sopra la parità con un +0,32%. Tutti gli altri vanno in rosso, con l’Hang Seng di Hong Kong a -1,61%. Il tono piuttosto aggressivo della Federal Reserve ha aumentato la tensione tra gli investitori.
I dati cinesi, inoltre, hanno aggiunto pessimismo sulla ripresa economica del dragone. La produzione industriale cinese di novembre è cresciuta del 2,2%, molto meno del 5% in ottobre, secondo i dati ufficiali. Le vendite al dettaglio sono crollate del 5,9% su base annua.
Negli Usa, i futures azionari viaggiano sotto la parità. Nel trading regolare, il Dow è sceso di 142 punti, mentre l’S&P 500 dello 0,61% e il Nasdaq Composite dello 0,76%.
I principali indici hanno reagito negativamente quando gli investitori hanno digerito gli ultimi commenti della Federal Reserve in seguito all’aumento del suo tasso sui prestiti overnight (50 punti base).
La banca centrale ha dichiarato che continuerà ad alzare i tassi fino al 2023 e ha previsto un tasso terminale superiore alle attese, del 5,1%. Con l’aumento di mezzo punto percentuale di mercoledì, l’intervallo previsto per i tassi è attualmente compreso tra il 4,25% e il 4,5%, che è il più alto degli ultimi 15 anni.
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