Borsa di Milano oggi 2 dicembre: Ftse Mib ancora in calo, Europa debole

Violetta Silvestri - Giacomo Andreoli

02/12/2022

Borsa di Milano oggi 2 dicembre: tutte in rosso le piazze europee, con il Ftse Mib che chiude in calo e lo spread che resta sotto i 190 punti. Si attendono importanti dati dagli Usa.

Borsa di Milano oggi 2 dicembre: Ftse Mib ancora in calo, Europa debole

Borsa di Milano oggi 2 dicembre: il Ftse Mib resta debole e sotto i 24.685 punti di chiusura di ieri.

Il sentiment è tornato a incupirsi, con il crollo azionario asiatico che ha oscurato le incertezze su mosse Fed sui tassi e aperture cinesi dopo le severe restrizioni per il Covid. Uno spiraglio di ottimismo, però, è emerso nello scenario di guerra: Putin è aperto a un colloquio con l’Ucraina, anche se la base di un possibile accordo rimane ostacolato, anche dalle posizioni degli Usa secondo il Cremlino.

Lo spread Btp-Bund si alza, ma rimane comunque sotto i 190 punti base, Il rendimento del Btp decennale sale attorno al 3,8%. In Italia, il dibattito è tutto incentrato sull’iter di approvazione della Legge di Bilancio 2023, entrata nel mese cruciale, e sul rebus Pnrr, che si sta scontrando con diversi ostacoli.

Sul listino milanese sotto i riflettori c’è Enel, dopo che il Consiglio di Stato ha annullato la sanzione sancita dall’Antitrust nel 2018 contro Enel, Enel Energia e Servizio Elettrico Nazionale e dal valore di 93 miliardi di euro. Inoltre, rimane alto l’interesse verso Telecom Italia, in calo dopo all’esclusione di un’Opa totalitaria. Stellantis perde l’1,68% dopo i dati sulle immatricolazioni di novembre, che sono cresciute rispetto al 2021.

Borsa di Milano oggi 2 dicembre aggiornamento delle ore 18.00: Ftse Mib in negativo

Il Ftse Mib perde lo 0,26% e chiude a 24.414,63 punti. Sul listino principale di Piazza Affari in positivo Amplifon (+3,22%), Banca Generali (+2,38%), Azimut (+1,86%), Campari (+1,99%) e Fineco (+1,94%).

In coda, invece, Tim (-2,06%), dopo la forte volatilità delle ultime due sedute, con l’oramai praticamente certa esclusione di un’Opa totalitaria. Stellantis perde poi il 2,05% nonostante i dati sulle immatricolazioni di novembre in crescita rispetto allo stesso periodo del 2021. Male anche i petroliferi visto il calo del prezzo del greggio.

Aggiornamento delle ore 13.00: Ftse Mib non decolla

Nonostante l’impennata di Amplifon a+3,15%, Campari a +2,48%, Diasorin a +1,97%, il Ftse Mib rimane in territorio negativo e perde lo 0,11%.

In rosso cadono Eni, Erg, Stellantis, Tenaris, Telecom, Snam. Bancari a due velocità, con UniCredit a -0,43%, Bpm Banca a -0,53%, Bper Banca a -1,49% e Banca Mediolanum a +1,47% e Banca Generali a +1,60%.

Aggiornamento delle ore 10.30: Ftse Mib resta debole

Scambia ancora in ribasso il Ftse Mib, con un calo dello 0,28%. Sul listino milanese spiccano Amplifon con +3,18%, Diasorin con +2,13% e i tonfi di Tenaris -3,25%, Unipol -2,66%, Eni -2,00%.

Male anche Bper Banca, Enel, Leonardo, Moncler, Pirelli e Stellantis.

Asia in perdita, futures Usa perdono il rally

Gli indici asiatici hanno chiuso la seduta perdendo quota. Azioni spinte al ribasso dal Giappone, dove lo yen rafforzato sul dollaro ha indebolito gli asset di rischio e dalla Cina ancora poco incisiva sull’allentamento Covid, nonostante ci siano i segnali di minori restrizioni.

Negli Usa, i futures sulle azioni scambiano in calo. Nel trading regolare, il Dow ha chiuso in ribasso di quasi 195 punti, mentre l’S&P 500 è sceso dello 0,09%. Il Nasdaq Composite, fortemente tecnologico, ha guadagnato lo 0,13%.

I movimenti hanno seguito una serie mista di dati economici, tra cui un rapporto sulla spesa per consumi personali di base che è stato leggermente migliore del previsto su base mensile e un calo maggiore del previsto nell’indice manifatturiero ISM.

Gli investitori sono concentrati sul rapporto del Dipartimento del lavoro sui libri paga non agricoli, il tasso di disoccupazione e le retribuzioni orarie, in uscita oggi nel pomeriggio, orario italiano. Gli economisti si aspettano che l’aggiunta di 200.000 posti di lavoro a novembre, secondo Dow Jones. Sarebbe una diminuzione rispetto ai 261.000 in più di ottobre.

Quello di venerdì è l’ultimo rapporto mensile sull’occupazione prima della riunione di due giorni della Federal Reserve il 13 e 14 dicembre, in cui si prevede che la banca centrale alzerà di mezzo punto percentuale il tasso obiettivo sui fondi federali.

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