Il valore totale delle azioni delle società quotate è in crescita, ma in rapporto al Pil (39,4%) resta il più basso tra le economie del G7
Nel 2023 la Borsa Italiana ha vissuto il miglior momento degli ultimi quindici anni, con un aumento delle società quotate e una crescita della capitalizzazione complessiva e del suo peso in rapporto al Pil. Tuttavia, quella italiana rimane tra le borse più piccole in Europa e nettamente la meno sviluppata nel contesto delle grandi economie del G7. Vediamo perché.
Partiamo dalle note positive. Nel 2023 il Ftse Mib, che misura l’andamento delle prime quaranta aziende quotate a Milano ed è quindi molto indicativo delle tendenze e dell’andamento del mercato finanziario italiano, ha registrato una crescita del 28%, con valori che non si toccavano dal giugno del 2008, pochi mesi prima del fallimento di Lehman Brothers. Piazza Affari ha chiuso lo scorso anno con un totale di 429 società quotate, che hanno portato la capitalizzazione complessiva a 761 miliardi di euro, in aumento del 22% rispetto ai 626 miliardi del 2022.
La crescita è ancora più evidente se si allarga l’orizzonte agli anni precedenti. Nel 2013 Borsa Italiana aveva chiuso l’anno con 326 società quotate e una capitalizzazione di poco superiore ai 438 miliardi di euro. Rispetto a dieci anni fa, quindi, oggi ci sono 103 società quotate in più mentre la capitalizzazione complessiva, ossia il valore di mercato totale delle azioni delle società quotate in Italia, è aumentato del 74%. [...]
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