Il settore del commercio del pesce protesta contro le nuove norme Brexit: il divorzio dall’UE sta già mettendo in luce difficoltà e problemi.
La Brexit sta già causando le prime proteste nel Regno Unito, con settori economici intrappolati nelle nuove regole e, soprattutto, nel caos post-UE.
Da quando Londra ha lasciato il mercato unico e l’unione doganale il 31 dicembre, le imprese di pesca britanniche hanno subito ritardi alla frontiera nell’attività di esportazione di prodotti freschi, a causa dell’applicazione di più rigide regole sull’importazione in Europa.
Cosa sta succedendo e perché la Brexit rischia di creare gravi danni ad un intero settore economico?
Brexit e commercio del pesce: è caos e rabbia in UK
Le aziende di pesca scozzesi hanno organizzato una protesta per il modo in cui la Brexit ha gravemente interrotto le loro esportazioni di prodotti ittici, guidando più di 20 camion attraverso il centro di Londra con lo slogan: “Governo incompetente: distruggere l’industria dei molluschi!”
Non solo, la British Ports Association ha puntato il dito su ritardi, carenza di personale addetto al controllo di igiene ambientale del Regno Unito e applicazione estremamente rigorosa delle nuove regole di importazione dell’UE.
Stando a quanto riportato da Financial Times, l’associazione si è appellata al Governo di Londra:
“[Vi esortiamo a tenere] discussioni urgenti con le vostre controparti nell’UE, in particolare in Francia, per un approccio pragmatico sull’applicazione”
Gli operatori portuali hanno espresso frustrazione per la burocrazia inflitta alle imprese di esportazione di pesce del Regno Unito a seguito della Brexit. Rob Parsons, capitano del porto di Newlyn in Cornovaglia, ha detto che le aziende hanno difficoltà a portare il pescato sul mercato.
La pratica precedente consentiva di inviare pesce nell’UE in casse di plastica aperte. Ora, però, questo sistema è stato respinta dalle autorità comunitarie, le quali richiedono che i prodotti dei cosiddetti Paesi terzi siano collocati in scatole di polistirolo sigillate, con un costo aggiuntivo significativo secondo i commercianti del Regno Unito.
Rob Parsons ha ricordato: “L’ottanta per cento di ciò che passa attraverso Newlyn viene esportato e il Governo semplicemente non si è reso conto dell’effetto a catena su questa comunità.”
Settore pesca a rischio con la Brexit
Il settore del mercato del pesce è davvero a rischio con gli effetti Brexit? Di certo i disagi ora ci sono, ma potrebbero essere solo temporanei, ovvero durare il tempo necessario per adeguarsi alle nuove procedure.
Intanto, però, il clima è polemico. Diversi funzionari del Governo francese hanno espresso sorpresa per la mancanza di preparazione da parte britannica per le normative che l’UE sta applicando alle importazioni dal Regno Unito dalla fine del periodo di transizione della Brexit.
In Francia, le società di trasformazione dei prodotti ittici, le cui attività sono concentrate a Boulogne-sur-Mer, vicino a Calais, hanno affermato che dal 1 ° gennaio si sono verificate gravi interruzioni nelle forniture di prodotti come granchi e pesce bianco dalla Scozia e dall’Inghilterra.
Peter Samson, a capo dell’Union du Mareyage Français, una federazione di quasi 500 aziende ittiche, ha detto che alcuni camion hanno subito “ritardi molto gravi”, tanto da costringere alla distruzione di alcune spedizioni perché non più fresche.
Un portavoce del Governo britannico ha affermato che il settore della pesca ha dovuto affrontare “alcuni problemi temporanei” dopo il periodo di transizione della Brexit. Si fa strada, quindi, la proposta di un sostegno alle imprese colpite, dal valore di 23 milioni di sterline.
L’accordo commerciale, quindi, non ha dato la risposta pratica a tutti i problemi che d’ora in poi la Brexit creerà. A svantaggio di alcuni settori chiave per lo stesso Regno Unito.
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