L’80% del personale va incontro a una sospensione del proprio incarico, per ora retribuita. Ma lo scenario sembra al momento nero
Si fa sempre più nera la crisi per il settore aereo, il cui mercato è stato letteralmente affossato dalla pandemia di coronavirus in corso e la conseguente restrizione degli spostamenti a livello globale.
L’ultimo grido d’allarme arriva da British Airways, ed è paradossalmente uno dei meno gravi considerando la garanzia, per i lavoratori soggetti a sospensione del loro incarico, dell’80% del loro attuale salario, fino a un tetto di 2.500 sterline.
Ma il numero dei dipendenti soggetti alla misura e i potenziali rischi connessi mettono davvero paura, restituendo l’enorme dimensione di un problema che per il comparto può rappresentare un vero e proprio cancro.
Sono 36mila infatti i dipendenti della compagnia britannica il cui incarico va verso il congelamento, pari a circa l’80% della forza lavoro complessiva.
Per il momento, gli accordi tra vertici aziendali e sindacato hanno garantito che la retribuzione vada avanti, ma non si può negare che lo scenario resti nero e che il futuro non lasci affatto ben sperare per il momento.
British Airways: 36mila dipendenti a rischio
Un recente report targato CAPA, società di consulenza del comparto aeronautico con sede a Sydney, ha previsto come la pandemia di coronavirus potrebbe voler dire bancarotta per la maggior parte delle compagnie aeree di tutto il mondo.
Il centro ha persino indicato una data entro la quale - stimando il corso naturale del virus e un prosieguo delle contromisure attualmente messe in campo - la pandemia potrebbe far fallire una buona fetta delle compagnie a livello globale: entro la fine di maggio.
Per il momento quello a cui si è di fronte è un vero e proprio fermo delle compagnie: i cieli sono vuoti e le restrizioni non accennano a diminuire.
L’ultima conferma la fornisce British Airways, che congela gli incarichi di ben 36mila dipendenti, garantendogli per ora l’80% della loro retribuzione.
La misura segue un negoziato tra vertici e sindacati, che ha portato a una decisione che esclude i licenziamenti.
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