Fa ancora discutere la questione legata alle liquidazioni dei Buoni fruttiferi postali. Il polverone alzatosi in merito ai rimborsi sembra però in dissoluzione.
Molti risparmiatori in possesso di Buoni fruttiferi postali trentennali emessi nel periodo che va da luglio 1986 a prima del 1999, al momento di ritirare la liquidazione si sono visti corrispondere cifre inferiori rispetto a quelle riportate sul titolo. Questo ha scatenato un vero e proprio caos, che ha portato a una serie di ricorsi in tutta Italia. Tuttavia, la situazione sembra stia tornando verso la normalità, con l’arrivo dei primi rimborsi.
Caos liquidazioni buoni fruttiferi postali: cos’è successo?
Nelle scorse settimane i risparmiatori che hanno sottoscritto Buoni fruttiferi postali nel periodo antecedente al 1999 e, nello specifico, chi vi ha investito a partire dal primo luglio 1986 sono andati incontro a una brutta sorpresa. In molti casi, hanno ricevuto cifre di gran lunga inferiori a quanto stabilito nella stampigliatura del titolo.
Nel 1986 i tassi di rendimento sono stati modificati - al ribasso - con il decreto ministeriale del 13 giugno 1986. La disposizione è stata poi abrogata nel 1999 e ne è conseguito che il tasso di rendimento dei buoni non possa essere più variato. Una sentenza della corte di Cassazione ha poi ribaltato la situazione a febbraio dello scorso anno. Poste, comunque, per diverso tempo, invece di emetterne della serie Q ha continuato ad utilizzare le serie O e P, caratterizzate da tassi più alti ma ormai non sfruttabili.
Un “brutto pasticcio” lo ha definito l’Unione nazionale consumatori (UNC). A molti intestatari delle suddette serie al momento della liquidazione è stata effettuata una stima errata del controvalore. Sono seguiti diversi ricorsi e a molti risparmiatori è stata data ragione, consentendo il rimborso totale corrisposto e facente riferimento a quanto scritto sui Buoni fruttiferi stessi.
Arrivano i primi rimborsi per i Bfp: come muoversi
I legali del Codacons di Civitavecchia hanno proceduto per via legale in difesa dei titolari dei Bfp. Questi sono riusciti ad ottenere la corretta liquidazione dei titoli stipulati e in diversi casi “sono state recuperate somme anche importanti, nell’ordine dei 100.000 euro".
Il Tribunale Civile di Catania, poi, ha emesso una condanna nei confronti di Poste Italiane e a favore di due coniugi titolari di diversi Bfp trentennali della Serie O del 1984. Nonostante il periodo di riferimento sia antecedente al 1986, e quindi le possibilità di vittoria fossero minori, la serie rimane una di quelle «incriminate». Anche per questo si è potuti arrivare a un lieto fine. “Una vittoria per i risparmiatori”, l’ha definita il segretario nazionale del Codacons, Francesco Tanasi, che poi ha aggiunto: “Una vittoria soprattutto per coloro i quali si vedono corrisposta solo circa la metà di quanto sarebbe invece l’importo totale secondo le disposizioni poste sulla tabella a tergo dei titoli”.
Il consiglio per i risparmiatori in possesso di Buoni fruttiferi, intenzionati a collezionare la propria liquidazione, è quello di rivolgersi o all’Arbitro Bancario e Finanziario oppure procedere per via giudiziaria, una volta controllata la data di emissione e la serie dei propri titoli.
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