In arrivo i nuovi buoni spesa fino a 500 euro per le famiglie rinnovati con il decreto Ristori ter. I requisiti vengono fissati dai Comuni che hanno ricevuto i fondi dal governo come nella prima fase dell’emergenza. Vediamo come ottenerli.
I buoni spesa fino a 500 euro per le famiglie sono previsti dal decreto Ristori ter in vigore dallo scorso 24 novembre e che vale da solo 1,95 miliardi di euro.
I buoni spesa possono arrivare fino a un massimo di 500 euro, ma sulla base di quanto accaduto nella prima fase dell’emergenza sappiamo che gli importi possono variare.
Molto dipende dalle risorse che raggiungono i Comuni, dalla numerosità degli aventi diritto, dai criteri scelti dall’Amministrazione, che comunque segue le linee guida di ANCI Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, e anche dal numero dei componenti del nucleo familiare cui i buoni spesa sono destinati.
Il decreto Ristori ter ha reintrodotto il fondo di 400 milioni di euro da destinare ai Comuni per i buoni spesa fino a 500 euro.
Se dunque è lo Stato a mettere a disposizione i fondi per sostenere le famiglie meno abbienti, spetterà invece ai singoli Comuni fissare i requisiti e le condizioni per poter accedere ai buoni spesa.
Vediamo nel dettaglio chi può richiedere i buoni spesa fino a 500 euro, quali sono quindi i requisiti, importi e come ottenerli.
Buoni spesa fino a 500 euro: cosa sono
Erano stati introdotti nella primavera 2020, in pieno lockdown a causa del coronavirus: oggi, i buoni spesa fino a 500 euro tornano anche in vista della fine dell’anno. Si tratta di un bonus destinato a quelle famiglie che non sono risultate titolari di alcun altro sostegno al reddito e che quindi si trovano in difficoltà anche per l’acquisto dei generi alimentari necessari per il sostentamento.
In particolare, di tutti i sostegni erogati dallo Stato, i lavoratori in nero (per esempio) non hanno potuto vedere nemmeno un soldo se non eventualmente con il reddito di emergenza. Per questo motivo si è pensato di introdurre un nuovo sostegno alle famiglie.
Il buono spesa trova spazio quindi anche nel decreto Ristori ter all’articolo 2 Misure urgenti di solidarietà alimentare. L’articolo recita:
“Al fine di consentire ai comuni l’adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare, è istituito nello stato di previsione del Ministero dell’interno un fondo di 400 milioni di euro nel 2020, da erogare a ciascun comune, entro 7 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sulla base degli Allegati 1 e 2 dell’ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile n. 658 del 29 marzo 2020.”
Il medesimo articolo continua ai commi 2 e 3:
“Per l’attuazione del presente articolo i comuni applicano la disciplina di cui alla citata ordinanza n. 658 del 2020. 3. Le variazioni di bilancio riguardanti l’utilizzo delle risorse trasferite dal Bilancio dello Stato connesse all’emergenza COVID-2019 possono essere deliberate dagli enti locali sino al 31 dicembre 2020 con delibera della giunta.”
Buoni spesa: requisiti
Per i buoni spesa fino a 500 euro riservati alle famiglie i requisiti dovrebbero essere i medesimi adottati a inizio emergenza dai Comuni.
È l’Amministrazione locale infatti, sulla base della nota di indirizzo dell’(ANCI) dello scorso marzo che fa riferimento all’Ordinanza della protezione civile n.658, a definire i criteri di attribuzione dei buoni spesa e degli aventi diritto.
Come si legge nella nota dell’ANCI la competenza in merito all’individuazione della platea dei beneficiari e il relativo contributo è attribuita dall’Ordinanza della protezione civile (richiamata nel decreto Ristori ter) all’Ufficio dei Servizi Sociali di ciascun Comune. L’Ufficio individua la platea tra i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica da virus COVID-19 e tra quelli in stato di bisogno.
ANCI fornisce anche altre indicazioni circa i criteri per l’individuazione dei requisiti per ottenere i buoni spesa. Nella nota infatti si legge:
“L’ufficio darà priorità a quelli non assegnatari di sostegno pubblico (RdC, Rei, Naspi, indennità di mobilità, cassa integrazione guadagni, altre forme di sostegno previste a livello locale o regionale). Si rileva che ciò non esclude che le risorse possano essere attribuite anche a percettori di altre forme di sostegno pubblico al reddito, ma nell’attribuzione del contributo dovrà darsi priorità a chi tale sostegno non lo riceve.”
In linea generale, dunque, si possono delineare i seguenti requisiti di accesso al bonus:
- residenza all’interno del Comune per il quale si intende inoltrare la richiesta;
- composizione del nucleo familiare (da definire per ciascun Comune);
- patrimonio immobiliare posseduto (da definire per ciascun Comune);
- reddito complessivo dell’intero nucleo familiare;
- ISEE familiare (limiti da definire);
- eventuali sussidi economici o pubblici percepiti.
Avranno la precedenza i nuclei familiari con basso reddito che non percepiscono alcun altro sostegno.
Buoni spesa, quanto spetta? Importi
L’importo dei buoni spesa sarà variabile sulla base del reddito della famiglia beneficiaria e sulla base del numero dei componenti che compongono il nucleo.
I Comuni infatti nel mese di dicembre ricevono, a seconda del numero di abitanti, la porzione spettante del fondo da 40 milioni di euro. I buoni spesa possono arrivare quindi a 500 euro, ma essere anche di 300, 250 euro e anche 100 euro.
Un buono di 100 euro, per esempio, può essere anche diviso in quattro voucher da 25 euro da spendere in diversi punti vendita del territorio come le delibere di alcune piccole Amministrazioni dimostrano.
I Comuni possono pertanto, nella disponibilità delle risorse che arrivano grazie al decreto Ristori ter, prevedere:
- buoni spesa utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari presso gli esercizi commerciali contenuti in un elenco che ciascun Comune dovrà pubblicare sul proprio sito istituzionale;
- generi alimentari o prodotti di prima necessità.
Per quanto riguarda la prima modalità ANCI, sempre sulla base delle linee guida che abbiamo sopra previsto, rileva che:
- per i buoni spesa possono utilizzarsi titoli legittimanti all’acquisto già in uso presso l’Ente come per i voucher sociali, o anche acquistare buoni pasto utilizzabili per il servizio sostitutivo di mensa come anche esternalizzare – senza necessità di procedura a evidenza pubblica – tale attività a terzi soggetti idonei alla realizzazione e distribuzione dei titoli legittimanti all’acquisto per i beneficiari o altro;
- l’individuazione degli esercizi commerciali presso cui le famiglie possono spendere il buono spesa non è soggetta a nessuna procedura standardizzata, sempre per consentire, nell’emergenza, ai Comuni, la massima flessibilità di azione amministrativa. Può quindi procedersi a convenzioni direttamente con esercizi commerciali che hanno manifestato interesse così come può procedersi con elenchi “aperti”, senza scadenza, per raccogliere adesioni da parte degli stessi.
Quali acquisti si possono effettuare?
I buoni spesa fino a 500 euro saranno validi soltanto per l’acquisto di generi alimentari presso i punti vendita aderenti (l’elenco verrà pubblicato sul sito ufficiale di ciascun Comune di residenza). Tra gli acquisti effettuabili, comunque, rientrano anche le spese in farmacia, nei supermercati o nei negozi di vendita alimentare.
Come richiedere i buoni spesa fino a 500 euro
Come richiedere i buoni spesa per le famiglie fino a 500 euro lo decidono i Comuni tenendo conto delle linee guida di ANCI.
Dovrebbe essere il Comune che, come accaduto durante il lockdown, mette a disposizione dei cittadini un modulo di autocertificazione con il quale richiedere il buono spesa.
Il predetto modulo si dovrebbe compilare, come accaduto in alcuni Comuni, con i dati per esempio relativi a e tutti i requisiti che abbiamo sopra indicato:
- numerosità del nucleo familiare;
- se eventualmente il nucleo familiare riceve già altre forme di sostegno come il reddito di cittadinanza.
Per il buono spesa le famiglie interessante dovranno pertanto attendere indicazioni dal proprio sindaco. Nella più volte citata nota ANCI si legge:
“Si ritiene possibile, tra le varie modalità, procedere con semplici modelli di autocertificazione che consentano la richiesta di accedere celermente alle misure del decreto, ai possibili aventi diritto. Tra le varie modalità, è consentito l’accesso alle misure attraverso avviso aperto e a scorrimento dei richiedenti aventi diritto fino ad esaurimento delle spettanze o delle risorse comunque disponibili. In merito al criterio del relativo contributo, si ritiene possibile che gli Uffici procedano con criteri meramente proporzionali, ad esaurimento fondi.”
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