La ministra del Turismo. Daniela Santanchè, aveva annunciato un intervento - entro metà aprile - per aumentare gli stipendi di chi lavora weekend, festivi e notturni: che fine ha fatto?
La stagione estiva è ormai alle porte: l’arrivo del primo caldo ci avvicina all’inizio della stagione balneare, quando il turismo italiano - soprattutto nelle località costiere - vive il suo periodo migliore. Come tutti gli anni, però, si riapre la discussione sulla carenza di personale per i cosiddetti lavori stagionali.
Un problema che il governo ha già sottolineato negli scorsi mesi, promettendo un intervento che avrebbe aumentato gli stipendi per chi lavora durante i giorni festivi, i weekend e in orari notturni. Una promessa a cui, però, non hanno ancora fatto seguito provvedimenti concreti per rendere più alta la busta paga. Così la stagione estiva sta iniziando con lo stesso, atavico, problema: la carenza di personale.
La richiesta di un intervento è arrivata anche dalle associazioni che più da vicino sono interessate dal problema, ma per il momento una soluzione non è stata individuata. Sembra probabile che nei prossimi giorni si inizi a parlare concretamente di una proposta per tentare di reperire il personale necessario per la stagione estiva, ma siamo fuori tempo massimo per porre rimedio?
Turismo, la carenza di personale e il lavoro nei festivi
Secondo le stime della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, solamente quest’anno i posti vacanti nel settore saranno 50mila. Proprio per questo motivo negli scorsi mesi aveva parlato della necessità di prevedere stipendi più alti per incentivare soprattutto i giovani a lavorare nei fine settimana, nei giorni festivi e negli orari notturni.
Secondo Confindustria alberghi non è possibilità modificare la natura dell’attività turistiche per venire incontro a queste richieste ed è quindi “necessario ricorrere a interventi correttivi mirati a valorizzare quella componente del lavoro con una detassazione o decontribuzione mirate sulle maggiorazioni per il lavoro festivo o notturno”.
Proprio in questa direzione voleva muoversi il governo Meloni. Secondo Santanchè “devono essere più alti i compensi per chi è impegnato di notte o nei festivi, non possiamo mettere però in difficoltà le imprese: la strada è quella della detassazione”. Quindi anche per il settore del turismo varrebbe il principio già enunciato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: meglio il taglio del cuneo fiscale e delle tasse sul lavoro che l’introduzione del salario minimo.
leggi anche
Busta paga, aumenti record con il super-premio: chi può guadagnare fino a 20mila euro in più l’anno
Stipendi più alti nei festivi e nel weekend, la promessa di Santanchè
Solamente qualche settimana fa la ministra del Turismo aveva spiegato qual è la situazione e quali sono le difficoltà nel trovare personale per il settore turistico: “Per i giovani lavorare il sabato o la domenica è faticoso, sono più attenti alla qualità della vita e al tempo libero”. E proprio per questa ragione aveva avanzato una proposta: “Chi lavora nelle festività guadagnerà nettamente di più rispetto ai giorni normali”.
Busta paga, che fine ha fatto la promessa del governo
Quando Santanchè aveva annunciato la sua proposta, a fine marzo in occasione della presentazione della proposta di legge sul turismo accessibile, aveva anche detto che l’intenzione era quella di applicare il nuovo meccanismo nel giro di 15 giorni. Quindi, in linea di massima, entro metà aprile.
Di tempo ne è passato molto di più e di giorni ne sono ormai trascorsi circa 60, ma della proposta della ministra del Turismo non si sono più avute notizie. È chiaro che non c’è nulla di strano nel dover aspettare qualche mese per una proposta di legge che richiede anche coperture finanziarie, ma il problema è che la stagione estiva è praticamente già iniziata e l’intervento proposto da Santanchè per tutelare le aziende e trovare i lavoratori stagionali con stipendi più alti per i festivi, i weekend e i turni notturni non è arrivato. Difficile, quindi, pensare che si sia ancora in tempo per evitare la carenza di personale, quantomeno per la prima parte dell’estate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA