Imballaggi, l’Ue vieterà le bustine di zucchero al bar e lo shampoo degli hotel per risparmiare su plastica e carta

Giacomo Andreoli

1 Dicembre 2022 - 16:13

La Commissione europea ha proposto un regolamento che punta ad eliminare gli imballaggi superflui, a partire da quelli monouso per frutta e verdura e per il consumo in bar e ristoranti.

Imballaggi, l’Ue vieterà le bustine di zucchero al bar e lo shampoo degli hotel per risparmiare su plastica e carta

L’Unione europea dice no alle bustine di zucchero al bar e le bottigliette di shampoo e bagnoschiuma in hotel, dopo aver bloccato la plastica monouso non biodegradabile per molti prodotti. La Commissione Ue ha infatti presentato la proposta di un nuovo regolamento per l’imitare l’utilizzo di imballaggi, iniziando da quelli monouso per frutta e verdura e per il consumo in bar e ristoranti. L’obiettivo è ridurre l’utilizzo di plastica e carta, con minore impatto sull’ambiente.

Il provvedimento, su cui si dovranno esprimere il Parlamento Ue e soprattutto il Consiglio europeo, è stato presentato dal vicepresidente della Commissione con delega alla transizione ecologica Frans Timmermans e dal commissario all’Ambiente Virginijus Sinkevičius.

Con questo intervento si vuole rivoluzionare il mondo del packaging, puntando sul riuso o il non utilizzo di molti imballaggi, ritenuti superflui. In questo modo si dovrebbero produrre meno rifiuti, mentre al momento sono cresciuti ed ogni europeo, in media, ne produce circa 180 chili l’anno.

I limiti imposti nei prossimi anni

Il regolamento punta quindi a tagliare del 15% a testa, per ogni Paese membro dell’Ue, i rifiuti di imballaggio entro il 2040. A seconda del settore, però, la percentuale varia e l’obiettivo sale nel tempo. Si passerebbe da una riduzione obbligatoria del 5% rispetto ai livelli del 2018 nel 2030 e poi del 10% entro il 2035.

Più nel dettaglio sarà obbligatorio introdurre dei sistemi di cauzione e rimborso per lattine d’alluminio e bottiglie di plastica. Entro il 2030, quindi, gli imballaggi sul mercato europeo dovranno essere tutti riciclabili e in generale dovrà aumentare la quantità di plastica riciclata nel packaging tramite obiettivi vincolanti.

Sempre entro il 2030 il 20% delle vendite di bevande da asporto dovrà essere servito in imballaggi riutilizzabili o in contenitori dei clienti, con il target che sale all’80% nel 2040.

Tutti gli imballaggi vietati dal regolamento

La bozza di regolamento parla di mettere al bando bustine, tubetti, vassoi e scatole. Verrebbero infatti colpiti tutti gli imballaggi monouso nel settore Horeca, “contenenti singole porzioni o porzioni, utilizzati per condimenti, conserve, salse, creme per il caffè, zucchero e condimenti, ad eccezione di tali imballaggi forniti insieme ad alimenti pronti da asporto destinati al consumo immediato, senza necessità di ogni ulteriore preparazione”.

Da qui lo stop alla bustina di zucchero, per tornare probabilmente alle zuccheriere, e allo shampoo negli hotel nelle apposite bottigliette: potrebbe essere sostituito dai dispenser.

La protesta delle aziende

Tutto ciò è solo una proposta, ma ha già scatenato la rabbia delle industrie europee degli imballaggi e dell’agroalimentare. Secondo i rappresentanti di questi settori, i posti di lavoro, come ammette la stessa Commissione, “diminuiranno notevolmente”. Bruxelles però ribatte dicendo che “il nuovo sistema di imballaggio potrebbe portare alla creazione di 600mila posti di lavoro nel settore del riutilizzo entro il 2030”.

Secondo European, l’associazione che rappresenta più di 70 aziende e associazioni nazionali dell’industria europea degli imballaggi, il regolamento potrebbe addirittura “andare contro gli obiettivi del Green deal”, non permettendo una transizione sostenibile dal punto di vista sociale ed ambientale.

Critico anche il governo italiano, con la viceministra all’Ambiente Vannia Gava che lo definisce un “muro ideologico”, che potrebbe minare alcune “situazioni di eccellenza nel nostro Paese”. Per questo ad esempio Fratelli d’Italiasi opporrà in tutte le sedi”.

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