Il Calcio Italiano Spa aumenta il suo debito che ora supera i 4 miliardi di euro: anche nel 2018 perdite veramente importanti da oltre 250 milioni. Questo è lo stato attuale del nostro movimento calcistico a livello economico.
Il Calcio Italiano Spa fatica a sanare i debiti anzi, nel 2018 c’è stata una ulteriore perdita che non lascia sperare in un futuro roseo per i conti calcistici.
Cristiano Ronaldo, de Ligt, campagne di acquisizioni di calciatori faraoniche, risultati in campo europeo che tardano ad arrivare e conti in rosso: questa è la situazione del calcio italiano ad oggi, debiti in aumento e perdite senza fine.
I dati che emergono dallo studio di ReportCalcio 2019 della Figc (in collaborazione con l’Agenzia di Ricerche e Legislazione e Price waterhouse Coopers), arrivato alla nona edizione, sono stati presentati in Senato e ci raccontano lo stato attuale del nostro movimento calcistico a livello economico.
Calcio Italiano Spa debiti che non diminuiscono
A livello di debito il calcio italiano sfiora circa i 4,27 miliardi di euro: una perdita maggiore di oltre i sei punti percentuali rispetto alla stagione passata. Se gli investimenti per acquisire calciatori sono in crescita ed anche i numeri dei ricavi sono positivi (cessioni), le spese restano sempre troppo alte per essere equilibrate e risanare i problemi economici.
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I ricavi del movimento calcistico in Italia sono di 3 miliardi di euro di cui il 23%, ovvero 713 milioni di euro circa, derivano dalle plusvalenze del calciomercato. A livello di costi invece quelli operativi dei club, che hanno composto la Serie A nella stagione agonistica 2018-2019, sono di 2,2 miliardi. Quello che è maggiormente cresciuto è il costo degli stipendi dei calciatori e staff tecnici (allenatori, direttori sportivi, preparatori atletici) con il 5,8% in più rispetto all’ultimo anno.
Se la Serie A non sorride, la Serie B e la Serie C sono in netta difficoltà: il 35% dei ricavi della lega minore del calcio italiano deriva da contributi di solidarietà da parte della Lega e della Figc; nella serie ancora inferiore invece ci sono 60 società iscritte al campionato che fatturano poco più di 2,5 milioni di euro e ne spendono ben oltre i 3,9 milioni. Da questo quadro è evidente che se la Serie A è in difficoltà economica, le serie inferiori sono in crisi e necessitano di cambiamenti di rotta per portare il nostro movimento calcistico di nuovo in utile.
Il presidente della Federcalcio Gravina ha parlato del calcio in Italia in termini positivi in quanto a impatto socio economico nonostante i debiti in aumento: «Negli ultimi 11 anni abbiamo versato 11,4 miliardi di euro al Fisco e ricevuto 749 milioni di euro: per ogni euro che il governo italiano ha investito nel calcio, ha ottenuto un ritorno di 15,2 euro. Un dato che a mio avviso deve far riflettere un po’ tutti».
Giorgetti invece ha valutato il peso specifico del calcio in relazione agli altri sport e del sistema tributario: «Il calcio genera il 70% delle entrate tributarie del sistema sportivo: se un’altra disciplina lo critica, dovrebbe capire che facendo il tifo per il calcio avrebbe un ritorno economico».
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