La Tari, Tassa sui rifiuti, spesso mette in difficoltà i contribuenti per i suoi elevati importi, ma come si effettua il calcolo Tari 2025 e quali sono le novità previste per la TARIP?
Come si effettua il calcolo TARI 2025? Alla fine del mese di aprile è generalmente prevista la scadenza della prima rata della TARI. Può però capitare di ricevere una cartella esattoriale e avere dubbi sugli importi da versare, in questo caso Il contribuente può verificare se il calcolo previsto nella cartella di pagamento è esatto o vi sono degli errori e si sta pagando più del dovuto? Il Comune quali criteri e parametri adotta per determinare le tariffe?
La TARI è la tassa sui rifiuti, si versa annualmente al Comune in cui è ubicato lo stabile a cui si riferisce. Il Comune usa le entrate per sostenere il costo della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. La TARI non può però essere considerata un corrispettivo, ma una tassa.
Si tratta di uno dei pochi tributi in cui non è prevista l’autoliquidazione, generalmente, infatti, è il contribuente che calcola la base imponibile e per i vari tributi applica l’aliquota. Invece, per la TARI è il Comune che ogni anno invia il prospetto di pagamento con indicate le scadenze. Le scadenze possono variare a Comune a Comune.
Vediamo ora le linee guida per il calcolo della TARI.
Calcolo TARI quali elementi sono presi in considerazione?
Il calcolo TARI è basato su diversi elementi che interferiscono con la determinazione del quantum. Questi criteri sono composti da due componenti diverse, una determinata dalla legge statale e in particolare la legge 147 del 2013, la seconda componente è, invece, stabilita dal Comune.
Nella predisposizione del piano delle tariffe partecipano diversi soggetti, infatti, deve essere rispettata la normativa statale, intervengono Arera come soggetto che coordina gli Enti ed emana i regolamenti di adozione delle tariffe e gli Enti territoriali in quanto soggetti direttamente interessati alla gestione del servizio.
Ricordiamo fin da subito che i Comuni nella delibera che adottano ogni anno entro il 31 luglio di ogni anno possono stabilire anche un piano di agevolazioni, ad esempio per le famiglie in difficoltà. Ne consegue che per conoscere come effettuare il calcolo TARI è necessario avere a portata di mano sempre la delibera del Comune.
Linee guida generali per il calcolo TARI 2025
Il calcolo TARI prende il via da un principio cardine della legge 147, lo stesso è indicato all’articolo 1, comma 654, il quale stabilisce che in ogni caso deve essere assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio.
A tal fine gli Enti territorialmente competenti trasmettono ad Arera per il triennio 2022-2025:
- il Piano Economico Finanziario (entro 30 giorni dall’adozione);
- la Relazione di accompagnamento;
- la dichiarazione di veridicità redatta dai gestori del servizio raccolta/smaltimento;
- Le delibere di approvazione del PEF per il triennio 2022-2025.
Il presupposto della TARI è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani. In caso di pluralità di possessori o di detentori, essi sono tenuti in solido all’adempimento dell’unica obbligazione tributaria.
Nel caso in cui la detenzione abbia una durata inferiore a 6 mesi nell’arco dell’anno solare (ad esempio in caso di affitto breve) la Tari è dovuta soltanto dal possessore dei locali e delle aree a titolo di proprietà, usufrutto, uso, abitazione o superficie.
In poche parole, in caso di contratto di affitto breve di durata, inferiore a 6 mesi, la Tari è dovuta dal locatore, ad esempio proprietario.
Il calcolo TARI si basa su:
- quota fissa che finanzia la parte di costi fissi del servizio di igiene urbana, calcolata sulla base del coefficiente relativo alla potenziale produzione di rifiuti connessa alla tipologia di attività per unità di superficie;
- quota variabile che finanzia la parte dei costi variabili del servizio di igiene urbana come le operazioni di raccolta, trasporto, trattamento, riciclo e smaltimento, calcolata sulla base del coefficiente relativo alla produzione media presuntiva per le categorie indicate nella tabella dell’Allegato 1 al DPR 158 del 27 aprile 1999;
- quota provinciale 5%.
Gli elementi utili per il calcolo TARI 2025 sono i seguenti:
- superficie in metri quadri e dati catastali;
- periodo di riferimento;
- composizione del nucleo familiare;
Assume, quindi, rilevanza la deliberazione del Consiglio comunale, questa deve comunque seguire i criteri dettati da Arera (Autorità di regolazione reti e ambiente).
Il fatto che l’immobile non sia abitato non implica l’esenzione dal versamento della TARI; infatti il contribuente deve dimostrare che il locale non è idoneo alla produzione di rifiuti perché mancano arredi e allaccio delle utenze. Naturalmente per la casa disabitata il Comune può prevedere agevolazioni e riduzioni.
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Come misurare la superficie per il calcolo Tari 2025
Per il calcolo della superficie si devono considerare diversi parametri, indicati nel DPR n. 138/1998, infatti, il calcolo comprende non solo le aree coperte, ad esempio vani, ma anche aree pertinenziali (ad esempio la cantina) ed aree scoperte. Rientrano tra le aree scoperte terrazze, i balconi, i giardini, i cortili o anche i posti auto scoperti. Per ciascuna area che abbiamo visto la superficie calpestabile non coincide con i metri quadri indicati al catasto, ma con una percentuale.
I criteri adottati sono questi:
- a) metri quadri della superficie calpestabile dei vani principali e dei vani accessori quali bagni, ripostigli, ingressi, corridoi e simili;
- b) vani accessori a servizio indiretto dei vani principali, come soffitte, cantine e simili. In questo caso la superficie deve essere computata nella misura del 50%, qualora comunicanti con i vani di cui alla precedente lettera a); del 25% qualora non comunicanti;
- c)superficie dei balconi, terrazze e simili, di pertinenza esclusiva della singola unità immobiliare, computata nella misura del 30% fino a 25 metri quadrati, e del 10% per la quota eccedente, qualora dette pertinenze siano comunicanti con i vani;
- d) del 15%, fino a 25 metri quadrati, e del 5% per la quota eccedente qualora le aree scoperte non siano comunicanti.
In ogni caso le superfici delle pertinenze e dei vani accessori a servizio indiretto di quelli principali, entrano nel computo della superficie catastale fino ad un massimo pari alla metà della superficie dei vani.
I criteri ora visti sono stati confermati dall’Agenzia delle Entrate nella risposta a Interpello 306 del 23 luglio 2019.
Ricordiamo, infine, che l’articolo 1, comma 646, stabilisce che nel caso di attività di accertamento, il Comune può, per le unità immobiliari iscritte o iscrivibili nel catasto edilizio urbano, considerare come superficie assoggettabile alla Tari quella pari all’80% della superficie catastale.
La quota fissa si calcola moltiplicando i metri quadrati dell’unità immobiliare (calcolata come visto sopra) per il numero di persone che la occupano.
Metodi diversi sono adoperati per locali commerciali, industrie e attività che producono rifiuti speciali.
La TARIP 2025, cos’è e come si effettua il calcolo
Abbiamo finora visto il metodo di calcolo della TARI generalmente usato, ma sta prendendo sempre più piede tra i Comuni italiani la TARIP, cioè la Tassa sui rifiuti puntuale. Si tratta di un sistema di calcolo dell’importo dovuto basato sulla reale produzione di rifiuti. I Comuni che adottano questo sistema sono già oltre 1.000.
Anche la TARIP è basata su due voci:
- quota fissa, determinata in base ai metri quadrati dell’immobile;
- quota mobile (o variabile) basata sull’effettiva produzione di rifiuti (in genere si calcola in base al numero dei conferimenti, ma ci sono anche comuni che adottano sistemi a peso).
Naturalmente per poter applicare la TARIP è necessario individuare sistemi di misurazione dei rifiuti che diano certezze sulla reale produzione.
L’obiettivo della TARIP è indurre comportamenti consapevoli con riduzione della produzione di rifiuti e aumento della quota di riciclo.
Il rischio potenziale è un aumento di abbandono di rifiuti volto a determinare un risparmio di imposta. Diventa quindi importante il controllo del territorio.
Chi effettua il calcolo TARI 2025?
Il calcolo della TARI spetta ai Comuni tenendo in considerazione tutte le norme che abbiamo ora visto.
L’unico adempimento previsto per i contribuenti è la dichiarazione TARI iniziale e in caso di variazioni o cessazioni. La dichiarazione deve essere presentata entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui si verificato il presupposto e produce effetti anche per gli anni successivi senza obbligo cioè di presentare la dichiarazione ogni anno.
Il Comune invia la cartella di pagamento con le relative scadenze, generalmente si tratta di 3 rate. Il contribuente può evidentemente rilevare un errore nel calcolo delle misure o altre anomalie e segnalarle all’ufficio tributi e in caso impugnare la cartella.
In linea generale sono i Comuni che fissano anche le scadenze TARI, nella maggior parte dei casi la prima rata è in scadenza a fine aprile, la seconda entro il mese di luglio e la terza entro la fine dell’anno.
In caso di mancato pagamento o pagamento in ritardo sono previste sanzioni.
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