Carta d’identità, resta la dicitura madre e padre: stop del governo a genitore 1 e 2

Stefano Rizzuti

27 Dicembre 2022 - 15:39

Il governo ha deciso che sulle carte d’identità resterà la dicitura madre e padre, in contrasto con la decisione del tribunale di Roma che avrebbe fatto tornare la dicitura genitore 1 e genitore 2.

Carta d’identità, resta la dicitura madre e padre: stop del governo a genitore 1 e 2

Sulla carta d’identità resterà, per tutti, la dicitura padre e madre. Il governo ha deciso: non si torna alla possibilità di scrivere genitore 1 e genitore 2. Non basta, quindi, la sentenza del tribunale di Roma che ha accolto il ricorso di una coppia che aveva di fatto ribaltato il decreto Salvini del 2019.

Secondo il governo bisogna fare diversamente. La decisione, presa dal ministero della Famiglia insieme a quello dell’Interno, è di continuare sulla strada tracciata dal leader della Lega e proseguire con la dicitura madre e padre. Lasciando le regole uguali a quelli stabilite nel 2019 e con l’addio, di fatto, alla possibilità di ricorrere al genitore 1 e 2 nei casi in cui si tratti di due padri o due madri.

Come spiega la Repubblica, la decisione è stata confermata anche dalla ministra della Famiglia, Eugenia Roccella. Per le coppie omosessuali, quindi, non ci saranno altre possibilità se non quella di dichiarare che si tratti di una madre e di un padre. Altrimenti potranno provare a fare ricorso per farsi riconoscere la dicitura genitore 1 e 2.

Tornano madre e padre sulla carta d’identità

Come confermato da Roccella a Repubblica, quindi, il governo non applicherà la sentenza del tribunale di Roma poiché si tratta, a giudizio dell’esecutivo, di una decisione “individuale”. Tanto che Roccella parla di molto rumore per una decisione che non varrebbe al di fuori della singola coppia che ha vinto il ricorso.

Sulla carta d’identità, conferma la ministra, resteranno le diciture padre e madre. Mentre nei casi in cui ci siano due mamme o due papà si potrà “sempre fare ricorso”. Il governo, in sostanza, non cambierà né i moduli né il software per stampare le carte d’identità.

Il ricorso della coppia e la sentenza di Roma

Il tribunale di Roma aveva accolto il ricorso di una coppia che si riteneva discriminata per non poter mettere la dicitura genitore 1 e 2 sulla carta d’identità. Per i giudici il rischio è che con questa legge, quella del 2019, gli uomini possono risultare come madri e le donne come padri. Difatti viene condannata proprio la rappresentazione falsa della realtà, tanto da parlare di rischio di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico quando si dichiara la genitorialità di un sesso diverso.

I ricorrenti hanno quindi vinto la loro battaglia legale, ma ancora non è cambiato nulla, come racconta una delle due mamme. Da novembre, infatti, l’anagrafe del comune non ha ancora consegnato la nuova carta d’identità perché il Viminale non ha cambiato i moduli.

I problemi del ricorso

Secondo la ministra della Famiglia, quindi, una famiglia che vuole vedersi riconosciuta senza dover, per esempio, scrivere come padre una donna, può sempre fare ricorso. Ma va detto che l’esito dei ricorsi non è scontato: la decisione del tribunale di Roma crea sì un precedente, ma i giudici possono anche decidere diversamente.

E poi fare ricorso ha delle spese elevate. L’avvocato Alexander Schuster, esperto di casi simili, spiega a Repubblica che i costi vanno dai 6mila ai 12mila euro. Quindi, con questa strategia del governo, “tre quarti delle coppie omogenitoriali lascerà perdere”, ovviamente indotta dagli alti costi.

Come fare per avere la dicitura genitore 1 e 2

Per fare in modo che sulla carta d’identità vengano riportate le diciture genitore 1 e genitore 2 esistono però dei sistemi. Dei trucchetti, come spiega Schuster. Uno in particolare: il decreto del 2019, infatti, prevede che la dicitura madre e padre sia obbligatoria per le carte d’identità elettroniche e non per quelle cartacee.

Oggi, anche se solo in alcuni rari casi, è possibile richiedere la carta d’identità cartacea. Per esempio lo si può fare in caso di urgenza per un viaggio immediato. Deve essere, però, il funzionare comunale a chiudere un occhio e permetterlo, fingendo per esempio che ci sia una vera urgenza anche quando non c’è.

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