In arrivo una nuova commissione che dovrà decidere che fine faranno le cartelle esattoriali che si stratificano nel magazzino dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Cartelle esattoriali, il Mef dovrà nominare una commissione per cancellare quelle che non sono più esigibili e svuotare il magazzino dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Con la riforma della riscossione sono molte le novità in arrivo: abbiamo già parlato dell’allungamento dei piani di rateizzazione fino a 120 rate e dell’introduzione del discarico automatico dei debiti non riscossi entro 5 anni.
Il discarico, però, deve riguardare, in tutto o in parte, anche il magazzino dell’Ader dove si stratificano da anni i vecchi debiti dei contribuenti. La commissione che si occuperà della cosa sarà istituita da un apposito decreto del Med e dovrà definire le modalità e i termini per il discarico del magazzino.
Da dopo il 2000 i debiti che giacciono nel magazzino dell’Ader si sono moltiplicati e hanno raggiunto quota 1.200 miliardi di euro suddivisi in 163 milioni di cartelle esattoriali e avvisi che riguardano oltre 22 milioni di contribuenti.
Che fine farà il magazzino delle cartelle esattoriali?
Una cosa è certa: il sistema di riscossione applicato fino a oggi non funziona, altrimenti non si sarebbero accumulati così tanti debiti. Per questa tipologia di riscossione va, infatti, escluso a priori l’adempimento spontaneo da parte dei contribuenti.
Trascorsi 10 anni dall’iscrizione a ruolo la riscossione diventa molto difficile e per ogni 100 euro ne vengono recuperati solo 15, ma questo è riferito ai debiti di lieve o media entità.
Per i debiti sotto i 100.000 euro si stima un tasso di recupero del 18%, ma se i debiti superano la soglia dei 100 mila euro la percentuale di riuscire a recuperarli crolla al 3%.
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, Ernesto Maria Ruffini, nelle sue stime non è più ottimista e dichiara che circa l’8% di quei debiti ha qualche possibilità di essere recuperato: su 1.200 miliardi solo 101 potrebbero (e non è certo) rientrare nelle casse dell’Erario.
I debitori non saldano perché deceduti o diventati nullatenenti, se sono imprese a dovere dei soldi, molte sono fallite e proprio per questo le azioni di recupero non hanno effetto. A che scopo continuare a spendere i soldi pubblici per cercare di recuperare crediti che difficilmente saranno onorati?
Questo è il motivo per cui è stato previsto il discarico automatico delle cartelle esattoriali dopo 5 anni di affidamento all’ente riscossore: le cartelle restituite al mittente potranno essere annullate o affidate nuovamente (o a un nuovo) ente riscossore.
Per i debiti futuri la parola d’ordine è celerità
Per questo motivo con la riforma della riscossione si sono previste delle armi che permettono all’Ader di agire nel recupero nella maniera più efficacie: dalla notifica celere al pignoramento dei conti correnti eseguiti in maniera mirata (sapendo quanto sul conto effettivamente c’è ed evitando di intervenire su conti correnti che non riuscirebbero a saldare il dovuto).
Sui nuovi debiti, quindi, gli step da compiere sembrerebbero stabiliti, resta il problema dei debiti pregressi, quelli che affollano il magazzino dell’Ader. Qui entra in campo la nuova commissione nominata dal Mef e che sarà composta da:
- un rappresentante della Corte dei Conti;
- un rappresentante del dipartimento delle Finanze;
- un rappresentante della Ragioneria Generale di Stato.
Il compito della commissione sarà quello di trovare la giusta strada per il discarico totale dei debiti inesigibili e l’obiettivo del discarico (totale o parziale) ha anche una scadenza:
- vanno definiti entro il 31 dicembre 2025 i debiti iscritti a ruolo tra il 2000 e il 2010;
- vanno definiti entro il 31 dicembre 2027 quelli iscritti a ruolo tra il 2011 e il 2017;
- vanno attenzionati entro il 31 dicembre 2031 i debiti iscritti a ruolo tra il 2018 e il 2024.
I debiti stralciati saranno solo quelli inesigibili, tutti gli altri, invece, dovranno essere salvati dalla prescrizione come impone la normativa. Il discorso cambia, invece, se si decide di procedere sulla strada di una nuova sanatoria che cancelli completamente il pregresso e lasci la forza lavoro dell’Ader impegnata a riscuote solo i debiti più “giovani”.
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