Cartelle esattoriali in 120 rate dal 1° gennaio 2025, le novità

Patrizia Del Pidio

15 Gennaio 2025 - 12:49

Con il nuovo anno entra in vigore la novità prevista dal decreto riscossione che permette una rateizzazione più lunga per le cartelle esattoriali dal 2025. Vediamo cosa cambia.

Cartelle esattoriali in 120 rate dal 1° gennaio 2025, le novità

Dal 1° gennaio 2025 è intervenuta un’importante novità per quel che riguarda le cartelle esattoriali: per chi sceglie di dilazionare il debito il piano di rateizzazione si allunga per arrivare fino a 120 rate per tutti nel 2030.

L’articolo 13 del Decreto Legislativo 110/2024 ha modificato le regole per la rateizzazione e, come si legge sul sito dell’Agenzia delle Entrate, le nuove disposizioni sono entrate in vigore a partire dal 1° gennaio 2025.

Sono molte le novità in arrivo che vanno, appunto, da una rateizzazione più lunga al discarico automatico delle cartelle non riscosse in 5 anni.

Riforma della riscossione, cosa cambia?

L’obiettivo delle novità introdotte dalla riforma è quello di rendere tutto il sistema di riscossione più efficiente e veloce, visto che attualmente lo Stato ha crediti superiore ai 1.200 miliardi di euro (di cui, probabilmente saranno recuperabili sono 100 milioni).

Il testo del decreto prevede l’estensione delle rate della dilazione fino a un massimo di 120 (numero di rate oggi previsto solo per la rateizzazione straordinaria) per coloro che hanno debiti che non superano i 120mila euro. Per chi ha debiti di importo superiore, invece, c’è la necessità di dimostrare la situazione di difficoltà economica.

La riforma della riscossione porta, a partire dal 2025, delle importanti novità per i contribuente che non riguardano solo la possibilità di approfittare di piani di dilazione più lunghi, ma anche una sorta di «discarico» delle cartelle stesse che, se non saldate, sono restituite al’ente impositore. Vediamo le novità in programma per il prossimo anno.

Cartelle esattoriali in 120 rate

La riforma fiscale, dal momento che è stata annunciata, è sempre stata una delle priorità del Governo, anche perché va ricordato che faceva parte del programma con cui la maggioranza ha affrontato la campagna elettorale.

Già diversi decreti legislativi sono stati approvati definitivamente ed entrati, ormai, in vigore, ora il Governo punta alla presentazione dei decreti che riguardano la riscossione e le sanzioni, due temi sui quali l’intervento normativo è abbastanza urgente.

Il meccanismo della riscossione, in base alla riforma, va ripensato e rivisto, soprattutto in questo momento in cui le cartelle esattoriali hanno ripreso il loro normale iter dopo le varie sospensioni per la pandemia, la crisi e le alluvioni.

La riscossione deve essere resa non solo più semplice, ma anche più accessibile soprattutto per chi ha difficoltà finanziarie nel poter saldare i debiti con il Fisco.

L’intento è quello di passare dalle attuali 72 rate mensili massime in cui è possibile dilazionare il pagamento delle cartelle, a un aumento progressivo che porterà i piani di dilazione alla durata decennale, con 120 rate.

L’introduzione dell’allungamento dei piani di dilazione sarà progressiva e dal 2025 si potranno contare su piani che arrivano fino a 84 rate mensili tutti coloro che si trovano in difficoltà economica temporanea e devono al Fisco somme che non arrivano a 120.000 euro.

Dal 2025 sarà possibile accedere alla rateazione più lunga con gli stessi criteri che oggi sono previsti per le altre tipologie di rateazioni, ma lo stato di difficoltà del debitore dovrà sempre essere dimostrato, anche se il debito non è superiore a 120.000 euro. A essere determinante nella dimostrazione sarà l’Isee per le persone fisiche e gli indici di bilancio per i soggetti diversi.

Come si arriva alle cartelle esattoriali in 120 rate

L’aumento del numero di rate messe a disposizione dei contribuenti per il pagamento dei debiti iscritti a ruolo, di importo inferiore o pari a 120.000 euro, con l’amministrazione tributaria, è stato così previsto:

  • fino a 84 rate nel 2025 e 2026;
  • fino a 96 rate nel 2027 e 2028;
  • fino a 108 rate per rateizzazioni richieste dal 2029;
  • estensione fino a 120 rate solo per piani richiesti a partire dal 2030.

Basta, quindi, la semplice richiesta del contribuente per estendere il numero massimo di rate che possono essere concesse, fissato fino al 31 dicembre 2024, in 72 rate.

Su richiesta esplicita del contribuente che documenta la temporanea situazione di difficoltà economica (tramite Isee), la rateizzazione può essere concessa anche:

  • da 85 a un massimo di 120 rate mensili, per le richieste presentate negli anni 2025 e 2026;
  • da 97 a un massimo di 120 rate mensili, per le richieste presentate negli anni 2027 e 2028;
  • da 109 a un massimo di 120 rate mensili, per le richieste presentate a decorrere dal 1° gennaio 2029.

Per i debiti con somme di importo superiore a 120.000 euro la richiesta di dilazione va sempre documentata con la temporanea situazione di difficoltà economica. Verificati i requisiti, in questo caso, l’Agenzia delle Entrate fin da subito può concedere dilazioni fino a un massimo di 120 rate.

Come si documenta la difficoltà economica?

Per debiti di importo superiore a 120.000 e per debiti di importo inferiore a tale limite per i quali si chiede una rateizzazione superiore alle 84 rate nel 2025, è necessario sempre documentare la situazione di difficoltà economica.

Come si documenta? I parametri per stabilire se sussiste la temporanea situazione di disagio economico sono stati forniti dal Decreto del 27 dicembre 2024 del Vice Ministro dell’Economia. Proprio la sussistenza del disagio economico stabilisce il numero di rate che possono essere concesse.

La valutazione della situazione economica avviene tramite:

  • Isee per il nucleo familiare per le persone fisiche e i titolari di ditte individuali in regimi fiscali semplificati;
  • all’Indice di Liquidità e all’Indice Alfa per i soggetti diversi da persone fisiche e titolari di ditte individuali in regimi fiscali semplificati;
  • all’Indice Beta per i condomini.

Dopo 5 anni le cartelle sono cestinate

Un’altra novità che interesserà i contribuenti con debiti è quella del discarico: l’Agenzia delle Entrate Riscossione, trascorsi cinque anni, deve restituire le cartelle risultate inesigibili all’ente impositore che valuterà se intraprendere nuove richieste di recupero all’agente di riscossione.

La riscossione, in questo modo si potrà concentrare sui crediti che risultano esigibili senza sprecare energie e sostanze per i crediti che, ormai, sembra impossibile riscuotere (quelli che solitamente sono oggetto di provvedimento di stralcio perché costa più riscuoterli che eliminarli).

La maggior parte dei crediti vantati dall’amministrazione, infatti, sono di soggetti deceduti, falliti o irreperibili, ma fintanto che sono affidati all’agente di riscossione figurano nei bilanci dell’ente che li esige (come, ad esempio, Comuni, Regioni o Inps).
Il discarico dei crediti automatico dopo che sono trascorsi 5 anni dall’affidamento all’Agente di riscossione, permetterà di restituire tali crediti all’ente impositore (che potrà, quindi, anche cancellarli dai bilanci).

Attenzione, non si tratta di uno stralcio dei debiti, ma delle cartelle esattoriali. Il debito resta ed è ancora esigibile, a essere stralciata è solo la cartella esattoriale. L’ente creditore, se viene a conoscenza di nuovi elementi patrimoniali o reddituali del debitore, può decidere di affidare nuovamente la riscossione all’Ader.

Cartolarizzazione delle somme discaricate

Rispetto al testo votato dal Cdm di inizio luglio, in quello approvato il 22 luglio è stata stralciata la cosiddetta cartolarizzazione delle somme discaricate. Inizialmente, infatti, era previsto che i debiti che l’Agenzia delle Entrate non riesce e a recuperare venissero affidati a società private per la riscossione o che venissero cartolarizzati, ovvero ceduti ad altri soggetti in cambio di un pagamento.

Con la modifica apportata l’ente creditore non può tentare di riscuotere i debiti da solo o affidandosi a soggetti tersi, né tanto meno, optare per la cartolarizzazione di quanto non recuperato e discaricato. La Ragioneria Generale dello Stato, infatti, è intervenuta per bocciare queste possibilità.

Notifica entro 9 mesi

A partire dal 2025 le cartelle esattoriali dovranno essere notificate entro 9 mesi dal momento in cui il carico è affidato all’ente riscossore.

Oltre alla notifica più veloce, poi, vi è anche la possibilità di raggruppare tutti i crediti vantati nei confronti dello stesso contribuente (tramite codice fiscale) per avere un’unica cartella esattoriale per diversi crediti (tasse e multe, quindi, potranno rientrare nella stessa cartella esattoriale).

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