Cassa integrazione, tempi più lunghi per pagare le nuove 18 settimane: ecco perché

Antonio Cosenza

18/08/2020

Cassa integrazione: stop all’anticipo del 40% da parte dell’INPS. Il nuovo Decreto Agosto non lo prevede.

Cassa integrazione, tempi più lunghi per pagare le nuove 18 settimane: ecco perché

AGGIORNAMENTO 20 agosto 2020: È arrivata la smentita del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il quale ha precisato che anche nel Decreto Agosto è consentita alle aziende la possibilità di richiedere l’anticipo del 40% della Cassa Integrazione COVID-19.

Il comma 1 dell’art. 1 del Decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104 dispone infatti che "i datori di lavoro che, nell’anno 2020, sospendono o riducono l’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da COVID-19, possono presentare domanda di concessione dei trattamenti di cassa integrazione ordinaria, assegno ordinario e cassa integrazione in deroga di cui agli articoli da 19 a 22-quinquies del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27 e successive modificazioni, per una durata massima di nove settimane, incrementate di ulteriori nove settimane secondo le modalità previste al comma 2.

Nel richiamare espressamente le modalità di domanda - di cui agli artt. 22-quater e 22-quinquies - il Decreto Agosto riconferma la possibilità per le aziende di richiedere ad INPS l’anticipo del 40% del trattamento.


Cassa integrazione confermata per altre 18 settimane ma i pagamenti nei prossimi mesi potrebbero arrivare sempre più in ritardo. Lo fa sapere Repubblica, secondo cui il Decreto Agosto - appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale - mette fine alla possibilità che l’INPS possa anticipare il 40% dell’importo della cassa integrazione.

Come noto con il Decreto Agosto sono state aggiunte altre 18 settimane di cassa integrazione, suddivise in due tranche ciascuna, di cui usufruire nel periodo che va dal 13 luglio al 31 dicembre 2020. Per avere diritto alle 9 settimane aggiuntive, però, i datori di lavoro dovranno aver ottenuto l’autorizzazione per le 9 precedenti.

Tuttavia, secondo quanto riportato da Repubblica, per le altre 18 settimane di cassa integrazione previste dal Decreto Agosto i tempi per l’erogazione dei pagamenti potrebbero essere più lunghi rispetto al solito.

Questo perché tra le righe del testo del nuovo provvedimento da 25 miliardi di euro non si legge della possibilità che l’INPS possa anticipare una parte della cassa integrazione.

Cassa integrazione: niente anticipo da parte dell’INPS

Nei mesi scorsi, con l’approvazione del Decreto Rilancio, per velocizzare i pagamenti della cassa integrazione è stata data la possibilità all’INPS di anticipare il 40% delle somme spettanti ai lavoratori. Una decisione che arrivò contestualmente a quella che tolse competenza alle Regioni, disponendo che per i pagamenti della cassa dovesse occuparsi direttamente l’INPS interfacciandosi con le aziende interessate. Una novità che fu utile per ridurre i tempi dei pagamenti, ma non per eliminare totalmente i ritardi.

Fatto sta che sembra che per le prossime 18 settimane di cassa integrazione i tempi potrebbero essere più lunghi.

Questo perché nel testo del Decreto Agosto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 agosto scorso non si legge di alcuna corsia veloce per le nuove 18 settimane di cassa integrazione. Come fa notare La Repubblica, infatti, la procedura sprint che prevede il pagamento anticipato da parte dell’INPS del 40% della CIG non è richiamata in modo esplicito nel nuovo provvedimento.

Non sappiamo se si è trattato di una dimenticanza o di una decisione presa volutamente dal Governo, fatto sta che al momento - salvo nuove disposizioni - non sarà più l’INPS ad anticipare il 40% di quanto dovuto.

Bisognerà attendere, quindi, che l’iter sia completato e che l’INPS abbia valutato tutti i dati della domanda della CIG. Una procedura che potrebbe richiedere tempo, specialmente nel caso in cui il numero di domande presentate sarà ancora elevato.

Cassa integrazione: ancora 642 mila l’aspettano

Va detto che anche adesso che i tempi per l’erogazione della cassa integrazione dovrebbero essere più brevi non mancano i ritardi.

Come si legge nella relazione tecnica all’ultimo decreto 104, infatti, al momento sono state esaurite le pendenze di marzo e aprile, ma restano ancora 102 mila dipendenti che attendono la cassa integrazione di maggio. A questi ne vanno aggiunti 540.000 che attendono le mensilità di giugno e luglio, per un totale appunto di 642 mila pagamenti in sospeso.

E non è tutto: perché secondo quanto riportato da Repubblica ci sono altre 151 mila domande ancora in giacenza, per un totale di 2 milioni di lavoratori interessati. Stiamo parlando di quelle domande su cui è attesa ancora una risposta da parte dell’INPS e che quindi sono ancora nel limbo.

Insomma, una situazione che difficilmente migliorerà per le altre 18 settimane di cassa integrazione, specialmente se dovesse essere confermata la voce per cui questa volta l’INPS non potrà neppure anticipare una parte delle somme attese.

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