Categorie protette: cosa sono, chi ne fa parte, come iscriversi

Violetta Silvestri

31/10/2024

Cosa sono le categorie protette e chi ne fa parte? L’Italia garantisce protezione a questo gruppo di individui con disabilità. Come iscriversi e come lavorare?

Categorie protette: cosa sono, chi ne fa parte, come iscriversi

L’Italia riconosce per legge le categorie protette, intese come specifici gruppi di individui affetti da disabilità o che vivono in condizioni svantaggiate.

Nel dettaglio, il nostro ordinamento giuridico - in ottemperanza alla legge numero 68 del 1999 - prevede precise regole per l’inserimento nel mondo del lavoro delle categorie protette.

L’obiettivo del riconoscimento delle categorie protette, infatti, è proprio quello di evitare discriminazioni nel lavoro di persone con problemi invalidanti psichici e fisici, anche nel rispetto di quanto stabilito nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europa, all’art.21, sul divieto di qualsiasi forma discriminante.

Le categorie protette, quindi, godono di una particolare tutela e a esse spettano per legge posti di lavoro e inserimenti professionali per concorso. Vediamo chi sono le categorie protette, l’elenco specifico di chi ne fa parte e come iscriversi alle liste per poter poi accedere a determinate occupazioni.

Cosa sono le categorie protette: significato e definizione

Cosa si intende per categorie protette nell’ordinamento italiano?

Volendo offrire una definizione di questa espressione si può affermare che:

le categorie protette sono formate da individui con limitazioni e disagi fisici, psichici e sociali, affetti da patologie conclamate di una certa gravità, da disabilità o che vivono in condizioni svantaggiate. Ad essi la legge riconosce specifiche tutele e agevolazioni per l’ingresso nel mondo del lavoro.

Sono due le peculiarità delle categorie protette: la presenza di un disagio che facilita la discriminazione e l’esclusione dal mondo del lavoro di una persona, ledendo quindi un suo diritto, e la condizione di disoccupazione accompagnata dall’aspirazione a trovare un impiego adatto.

La legge 68/99 è stata introdotta proprio per definire con precisione quali sono le categorie protette riconosciute legalmente e come possono agire per iscriversi nelle liste e beneficiare delle tutele, come il collocamento mirato per chi già lavora o l’obbligo di assunzione per una quota nelle aziende.

Chi fa parte delle categorie protette: l’elenco completo secondo la legge

La Legge 68/99, promulgata il 12 Marzo del 1999, è conosciuta anche come “Norme per il diritto al lavoro dei disabili” e contiene le regole specifiche per individuare le categorie protette riconosciute ufficialmente in Italia.

Esse si dividono in due gruppi. Il primo, come stabilito dall’art. 1 comprende:

  • persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e ai portatori di handicap intellettivo, che comportino una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%;
  • persone invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33%;
  • persone non vedenti o sordomute;
  • persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per servizio con minorazioni

Per le suddette condizioni, al fine del riconoscimento come “categorie protette” è necessario il rilascio della certificazione sottoscritta dalle commissioni apposite delle Aziende Sanitarie Locali (ASL). Per i casi di invalidità successiva all’infortunio sul lavoro, invece, sarà necessario un accertamento certificato dall’INAIL.

Inoltre, l’articolo 18 della stessa legge stabilisce che venga riconosciuta una tutela e agevolazioni per l’ingresso nel mondo del lavoro alle seguenti “altre categorie”:

  • gli orfani e i coniugi superstiti di coloro che siano deceduti per cause di lavoro, di guerra e di servizio svolto nelle pubbliche amministrazioni (inclusi gli orfani, le vedove e i familiari delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata);
  • i soggetti equiparati, ovvero coniugi e figli di soggetti riconosciuti grandi invalidi per causa di guerra, lavoro e servizio;
  • i profughi italiani rimpatriati

Come iscriversi alle categorie protette?

Per poter risultare idoneo e quindi essere riconosciuto come facente parte delle categorie protette è necessario isciversi. Come fare?

La procedura da seguire per l’iscrizione e, quindi, il legale riconoscimento ai sensi della legge di un soggetto facente parte delle categorie protette occorre seguire questo iter burocratico e sanitario:

  • rivolgersi al medico di base per ottenere il certificato che attesta origine e sintomi della disabilità o patologia;
  • invio del certificato all’INPS che apre la pratica;
  • convocazione dell’INPS per visita medica della commissione sanitaria di zona;
  • ricezione dell’esito della visita, con verbale INPS, che attesta la percentuale di invalidità riscontrata;
  • ottenimento del certificato di invalidità

A questo punto, per poter completare la procedura e essere inserito nelle categorie protette, bisogna recarsi presso il centro per l’impiego della propria Provincia solo se con questi requisiti:

  • età superiore a 15 anni e inferiore a 65 anni;
  • disoccupati;
  • se non è stata ancora raggiunta l’età del pensionamento

Finito l’iter si è inseriti nella graduatoria specifica delle categorie per la chiamata al lavoro.

Lavoratore categorie protette: cosa dice la Legge 104?

Per tutti gli individui iscritti alle categorie protette ma rientranti anche nella tutela stabilita dalla Legge 104 del 1992 spettano altre specifiche agevolazioni in ambito lavorativo.

Nel dettaglio, il disabile o malato riconosciuto tale secondo i requisiti della legge sopra citata, ha diritto come lavoratore a:

  • 3 giorni di permesso retribuito al mese o due ore di permesso giornaliero;
  • se vincitore di concorso, priorità nella scelta della sede di lavoro;
  • lavorare con ausili specifici;
  • rifiutare un trasferimento

In generale, come per gli altri lavoratori delle categorie protette, il traattamento economico e i diritti goduti durante l’impiego sono gli stessi degli altri occupati.

Categorie protette e lavoro: come funziona il collocamento e norme di legge

Le categorie protette hanno diritto a una corsia preferenziale di assunzione. Le aziende quindi hanno l’obbligo di assunzione di una percentuale minima di categorie protette nel loro organico.

Questa percentuale varia in base alle dimensioni e al numero di lavoratori dell’azienda stessa come segue:

  • le aziende da 15 a 35 dipendenti devono assumere nel loro organico aziendale almeno un soggetto appartenente alle categorie protette;
  • le aziende da 36 a 50 dipendenti devono assumere almeno 2 lavoratori appartenenti alle categorie protette;
  • per le grandi aziende che hanno più di 50 dipendenti, i lavoratori appartenenti alle categorie protette da assumere devono essere almeno pari al 7% dei lavoratori occupati.

Una precisazione: non rientrano nel calcolo i dirigenti, il personale con con contratto a tempo determinato, di apprendistato, o gli addetti al telelavoro. Le aziende che non si adoperino al rispetto di tale obbligo sono soggette a sanzioni amministrative.

Nella Pubblica Amministrazione, l’assuzione dei lavoratori delle categorie protette può avvenire in due modi:

  • se l’impiego non richiede un elevaato grado di istruzione, c’è la chiamata numerica in base alla graduatoria consultabili nei centri per l’impiego;
  • se l’impiego richiede specifiche qualifiche e titoli di studio si procede per concorso pubblico

Per le aziende che assumono soggetti appartenenti alle categorie protette sono previste delle agevolazioni particolari, quali:

  • fino a 8 anni di fiscalizzazione dei contributi previdenziali e assistenziali per l’assunzione di lavoratori con una percentuale di invalidità oltre il 79%;
  • fino a 8 anni di fiscalizzazione dei contributi previdenziali e assistenziali per l’inserimento di lavoratori con un handicap intellettivo e psichico;
  • fino a 5 anni di fiscalizzazione del 50% per l’inserimento in azienda di lavoratori con una percentuale di invalidità compresa tra il 67 e 79%;
  • rimborso parziale delle spese sostenute per adeguare il posto di lavoro a soggetti con percentuale di invalidità superiore al 50% o per predisporre tecnologie finalizzate al telelavoro.

Per quanto riguarda, invece, gli esoneri, essi riguardano:

  • aziende in liquidazione o in stato di fallimento dichiarato,
  • aziende in fase di ristrutturazione, o riorganizzazione aziendale, che abbiano dovuto adottare interventi straordinari di integrazione salariale,
  • aziende in mobilità,
  • aziende che abbiano stipulato contratti di solidarietà
  • aziende che operano in alcuni settori come l’edilizia e il trasporto pubblico e nei riguardi di specifiche funzioni

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