Cosa accade alla cessione del quinto sullo stipendio se il dipendente viene licenziato o si dimette? Vediamo cosa prevede la legge al riguardo.
La cessione del quinto sullo stipendio è una pratica abbastanza diffusa, ma cosa succede se il dipendente perde il lavoro per licenziamento o dimissioni? L’istituto della cessione del quinto prevede questa possibilità e in caso di cessazione del rapporto di lavoro le somme dovute per saldare il debito residuo possono essere trattenute dagli importi spettanti al lavoratore che deve corrispondergli il datore di lavoro. A essere intaccato, in caso di licenziamento o dimissioni, quindi, è anche il Tfr, ma si tratta di una previsione che la legge consente? Il rischio che si può correre in questi casi è che l’intero Tfr sia trattenuto per saldare il debito.
A regolare la cessione del quinto dei lavoratori dipendenti è l’articolo 52 e seguenti del Decreto del Presidente della Repubblica 180 del 1950. L’articolo 55, tra le altre cose, stabilisce che in caso di cessazione del servizio prima del saldo del debito da corrispondere con cessione del quinto, l’estinzione del debito deve essere effettuata con trattenute su tutte le indennità ancora da corrispondere al lavoratore fino a concorrenza del debito residuo.
Cessione del quinto in corso, cosa accade alla cessazione del rapporto di lavoro?
In caso di cessazione del rapporto di lavoro, quando la cessione del quinto è ancora in corso, il datore di lavoro potrà trattenere le somme su eventuali ferie e permetti maturati e non goduti, per i quali il lavoratore deve percepire la monetizzazione, con trattenuta che opera solo nel limite del quinto; il restante debito, invece, può essere compensato con il Tfr, ma in questo caso anche in misura superiore al quinto (il Tfr può essere trattenuto anche integralmente).
A confermare che per estinguere il debito il Tfr non concorre nella misura del 20% è stata anche la Corte di Cassazione con la sentenza 3913 del 17 febbraio 2020. Se, però, l’eventuale finanziaria che si è occupata dell’erogazione del finanziamento o del prestito, ha addebitato commissioni in eccesso è possibile recuperare la parte di Tfr che non doveva essere compresa.
Il Tfr, quindi, in caso di cessione del quinto viene vincolato come garanzia di restituzione de debito: alla cessazione del rapporto di lavoro la quota di Tfr accantonata può essere usata, anche per intero, per estinguere il debito residuo.
Cosa succede se il Tfr non estingue il debito?
Nonostante le trattenute sul Tfr, il debito potrebbe non essere estinto. Cosa accade in questi casi? Se il Tfr non riesce a estinguere il debito, la differenza, in ogni caso, deve essere rimborsata dal dipendente. Questo anche se rimane senza impiego.
Proprio a tal proposito è utile l’assicurazione: la cessione del quinto prevede un’assicurazione obbligatoria sulla vita e contro la possibile perdita del lavoro ed ha lo scopo di garantire al finanziatore di rientrare delle somme anche se il lavoratore perde il lavoro e non è più in grado di provvedere alla restituzione.
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