ChatGPT è tornato a funzionare in Italia. OpenAI ha adeguato le impostazioni del chatbot alle richieste del Garante, che si è detto soddisfatto del risultato.
ChatGPT è di nuovo disponibile in Italia. Il famoso chatbot progettato da OpenAI, è tornato a disposizione degli italiani dopo circa un mese di stop.
Dopo l’interruzione del servizio, posta in essere a causa di problemi legati alla gestione dei dati degli utenti, OpenAI e il Garante della privacy italiano si sono incontrati e si sono detti favorevoli a collaborare per trovare una soluzione.
Oggi, con una nota, il Garante della Privacy comunicato che, alla luce dei passi avanti fatti da OpenAI nella gestione dei dati e della privacy degli utenti, la piattaforma è tornato disponibile per gli utenti italiani.
ChatGPT torna in Italia: «Welcome back, Italy!»
Aprendo ChatGPT si può leggere una nota breve e concisa, in cui, prima di dare accesso al servizio, OpenAI spiega che per continuare a usare la piattaforma è necessario essere maggiorenni o avere più di 13 e avere l’autorizzazione di un adulto.
È allegato inoltre, un link nel quale è possibile leggere il regolamento aggiornato sulla gestione dei dati e della privacy implementato dall’azienda per fare fronte alle richieste del Garante.
Nella nota rilasciata dal Garante, questo ha spiegato quali sono stati i cambiamenti implementati da OpenAI che hanno portato al ritorno di ChatGPT. Secondo l’Autorità, OpenAI ha:
- predisposto e pubblicato sul proprio sito un’informativa rivolta agli utenti iscritti e non iscritti, in Europa e nel resto del mondo, per spiegare loro quali dati personali e con quali modalità sono trattati per l’addestramento degli algoritmi e per ricordare che chiunque ha diritto di opporsi a tale trattamento;
- reso più ampia l’informativa sul trattamento dei dati riservata agli utenti della piattaforma rendendola ora accessibile anche in fase di iscrizione prima che gli utenti si registrino al servizio;
- riconosciuto a tutte le persone che vivono in Europa (inclusi i non utenti), il diritto di opporsi al trattamento dei loro dati personali per l’addestramento degli algoritmi anche attraverso un apposito modulo compilabile online e facilmente accessibile;
- ha previsto per gli interessati la possibilità di far cancellare le informazioni ritenute errate dichiarandosi, allo stato, tecnicamente impossibilitata a correggere gli errori;
- ha chiarito, nell’informativa riservata agli utenti iscritti, che mentre continuerà a trattare alcuni dati personali per garantire il corretto funzionamento del servizio sulla base del contratto, tratterà i loro dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi, salvo che questi si oppongano sulla base del legittimo interesse;
- ha implementato per gli utenti già nei giorni scorsi un modulo che consente a tutti gli utenti europei di esercitare il diritto di opposizione al trattamento dei propri dati personali e poter così escludere le conversazioni e la relativa cronologia dall’addestramento dei propri algoritmi;
- ha inserito nella maschera di registrazione al servizio la richiesta della data di nascita prevedendo un blocco alla registrazione per gli utenti con meno di tredici anni e prevedendo, nell’ipotesi di utenti con almeno tredici anni ma minorenni, che questi debbano confermare di avere il consenso dei genitori all’uso del servizio.
ChatGPT, il Garante: «ora sistema di verifica dell’età e campagna di comunicazione»
Il Garante ha espresso soddisfazione per l’operato svolto finora da OpenAI e per il ritorno di ChatGPT.
Nella nota condivisa in occasione della riattivazione del servizio in Italia, l’Autorità ha sottolineato che spera che gli sforzi di OpenAI non finiscano qua, ma che proseguano con l’implementazione di un sistema di verifica dell’età e alla pianificazione e realizzazione di una campagna di comunicazione finalizzata a informare tutti gli italiani di quanto accaduto e della possibilità di opporsi all’utilizzo dei propri dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi.
Il Garante - conclude la nota - «proseguirà dunque nell’attività istruttoria avviata nei confronti di OpenAI e nel lavoro che porterà avanti la apposita task force costituita in seno al Comitato che riunisce le Autorità per la privacy dell’Unione europea».
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