I tecnici di OpenAI, azienda proprietaria di ChatGPT, hanno trovato un bug nella privacy del chatbot, hanno perciò dovuto metterlo offline per alcune ore. Ecco cos’è successo.
Non sono passati molti giorni da quando OpenAI, azienda che controlla ChatGPT, ha annunciato l’arrivo della sua nuova intelligenza artificiale GPT-4 e nonostante questo i primi problemi sono già arrivati.
Nelle scorse ore infatti, l’azienda si è vista costretta a mettere momentaneamente offline il chatbot, a causa di un problema di privacy che ha esposto pubblicamente i dati di alcuni utenti.
In particolare, a essere condivisi sarebbero stati i titoli della cronologia delle ricerche degli utenti e cioè quelli che sono visibili nella pagina principale sotto la dicitura «New Chat».
Nonostante questo il contenuto delle conversazioni altrui non è mai stato disponibile, per fortuna dell’azienda, che altrimenti avrebbe dovuto affrontare un danno d’immagine ben peggiore.
Bug su ChatGPT: arrivano le scuse e la spiegazione del fondatore
Ad esprimersi sull’accaduto è stato direttamente Sam Altman, fondatore e Ceo di OpenAI, il quale - attraverso un tweet -ha affermato: «abbiamo avuto un problema significativo su ChatGPT a causa di un bug in una libreria open source, per il quale è stata rilasciata una correzione che abbiamo appena finito di validare. Una piccola percentuale di utenti è stata in grado di vedere i titoli della cronologia delle conversazioni altrui. Ci sentiamo molto male per ciò che è accaduto».
In un secondo tweet Altman ha poi affermato: «purtroppo, gli utenti non saranno in grado di accedere alla loro cronologia chat dalle una di notte (PDT) fino alle 10 del mattino di lunedì. Proseguiremo con un’autopsia tecnica». Non è possibile sapere con esattezza a quale lunedì Altman si riferisca nel tweet, se in particolare al lunedì appena trascorso oppure al prossimo.
Quello che è certo è che OpenAI dovrà fare molta attenzione al modo in cui gestisce la privacy dei propri utenti, o rischierà di compromettere la sua immagine e la sua affidabilità, specialmente agli occhi di coloro che sono abbonati al servizio a pagamento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA