La biografia e l’incredibile storia di Adriano: ecco cosa fa oggi l’ex calciatore dell’Inter considerato da molti come uno dei più grandi talenti inespressi della storia del calcio.
Che fine ha fatto Adriano? Vista la penuria di talenti che da tempo sta caratterizzando il calcio moderno, dove paradossalmente girano sempre più soldi a fronte di un vistoso impoverimento tecnico, tanti nostalgici del pallone che fu si saranno fatti questa domanda.
Nella calda estate del 2001 - con esattezza il giorno prima di Ferragosto -, di colpo i tifosi dell’Inter scoprirono questo ragazzone brasiliano arrivato in nerazzurra nell’operazione che ha riportato in patria Vampeta, uno dei più grandi oggetti misteriosi dei meneghini. Così durante un’amichevole in casa del Real Madrid gli 80mila del Santiago Bernabeu rimasero a bocca aperta di fronte al gol su punizione di Adriano, una bordata da far impallidire Roberto Carlos.
Orfano di Ronaldo, l’Inter si convinse subito di avere trovato il nuovo Fenomeno o meglio l’Imperatore, come venne subito soprannominato per via di quel nome che riporta ai tempi dell’antica Roma.
Adriano esplose poi durante i prestiti alla Fiorentina e soprattutto al Parma, macinando gol anche quando poi fece ritorno all’Inter. Qualcosa però si ruppe, con i bene informati dello spogliatoio nerazzurro dell’epoca che sono stati concordi nel dire che tutto cambiò per il calciatore brasiliano quando morì il padre.
Da quel momento si spense la luce per Adriano, con il ritorno in Brasile intervallato dalla fugace apparizione con la maglia della Roma: cinque presenze e zero gol. Un epilogo poco felice per una carriera che è terminata nel 2016 con il Miami United nella NPLS, una delle leghe minori americane.
Negli ultimi anni così di Adriano abbiamo sentito parlare per gli eccessi, le cattive compagnie frequentate nelle favelas e per le foto o video che lo immortalavano in evidente sovrappeso. Adesso però l’ex idolo dei tifosi interisti sembrerebbe aver trovato la sua dimensione, una sorta di seconda vita grazie soprattutto ai social.
La biografia di Adriano
Nome: Adriano Leite Ribeiro
Data di nascita: 17 febbraio 1982
Luogo: Rio de Janeiro (Brasile)
Famiglia: legatissimo a suo padre Almir Leite Ribeiro morto nel 2004 per un malore
Vita privata: sposato con Micaela Mesquita che lo avrebbe mollato 24 ore dopo il loro matrimonio, ha un figlio Adriano Carvalho Ribeiro diventato anche lui calciatore
Lavoro: ex calciatore
Curiosità: France Football lo ha inserito nella lista dei più grandi talenti sprecati della storia del calcio
Cosa fa oggi Adriano
Per potenza, tecnica e senso del gol, Adriano sarebbe potuto essere uno degli attaccanti più forti di sempre nella storia del calcio. La morte del padre però lo avrebbe portato ad avere problemi di alcolismo e depressione, compromettendo per sempre la sua carriera.
Nonostante questo Adriano è stato capace di mettere a segno 171 gol in 376 partite ufficiali, ma il suo score e il suo palmarès sarebbe potuto essere ben diverso se la sregolatezza non avesse preso il sopravvento sul genio.
Adriano è nato e cresciuto nella favela di Vila Cruzeiro, una delle più povere e malfamate di Rio de Janeiro. Con la quinta elementare in tasca il calcio per lui così è stato un riscatto, ma quando sono iniziati i problemi l’ex centravanti ha fatto ritorno in Brasile non disdegnando frequentazioni poco raccomandabili.
Nel 2014 è stato anche indagato per traffico di droga, venendo poi scagionato. In passato però sono state diverse le foto che lo hanno ritratto in situazioni imbarazzanti.
Adriano in carriera ha guadagnato bene e ora, acquisito di nuovo uno stato di forma fisica accettabile, è molto attivo sui social dove posta spesso foto in cui è sorridente in compagnia di amici: solo su Instagram ha quasi 10 milioni di follower. In teoria sarebbe ancora sposato con Micaela Mesquita, ma la moglie più volte lo avrebbe mollato dopo che di lui aveva perso le tracce.
Spesso Adriano negli ultimi tempi pubblica foto o video mentre è a passeggio in una delle favelas di Rio, tra la sua gente come lui spesso ha voluto sottolineare e probabilmente negli unici luoghi che gli danno una forza che, nonostante il fisico da granatiere, in passato gli è mancata per poter reggere mentalmente nel melmoso mondo del pallone.
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