La dichiarazione dei redditi non è obbligatoria per tutti, in alcuni casi il contribuente non è tenuto alla presentazione e all’invio.
Chi deve presentare la dichiarazione dei redditi 2025? Con la stagione delle dichiarazioni reddituali che si avvia all’apertura è interessante capire chi è tenuto all’obbligo di presentare l’elenco dei redditi percepiti assoggettati a imposta. Quasi tutti gli anni, infatti, i contribuenti si chiedono se devono presentare la dichiarazione con modello 730 o con modello Redditi o se ne sono esonerati. La normativa, infatti, non impone a tutti coloro che percepiscono redditi l’obbligo dichiarativo.
La dichiarazione dei redditi, in alcuni casi, deve essere presentata obbligatoriamente anche da chi non lavora e non è ancora in pensione. Erroneamente si è portati a pensare che per essere obbligati alla presentazione del 730/2024 o del modello Redditi, sia necessario svolgere un lavoro dipendente o autonomo (o in alternativa percepire la pensione). La regola generale, però, prevede l’obbligo di presentazione per chi percepisce determinati redditi.
Sia che si parli del modello 730 sia che sia coinvolto il modello Redditi Pf (persone fisiche), ci sono dei soggetti obbligati e altri esonerati. Quelli esonerati hanno la possibilita di scegliere se presentare o meno la dichiarazione all’Agenzia delle Entrate, in alcuni casi, infatti, anche in assenza di obbligo è conveniente l’incio per recuperare, ad esempio, spese sostenute attraverso le detrazioni e le deduzioni di imposta.
Innanzitutto, bisogna fare una distinzione: di solito, il modello 730 viene usato dai lavoratori dipendenti e dai pensionati, mentre i titolari di partita Iva usano il modello Redditi Pf.
I due modelli (730 e Redditi) vengono usati da soggetti diversi, ma anche se lavoratori dipendenti e pensionati, volendo, possono usare il modello Redditi, i titolari di partita Iva, neanche volendo possono utilizzare il solo modello 730.
Tra i due modelli, inoltre, cambiano anche le scadenze: il 730 (sia ordinario che precompilato) va trasmesso all’Agenzia delle entrate entro il 30 settembre , mentre i titolari di partita Iva hanno tempo fino al 31 ottobre 2025 per presentare il modello Redditi.
Sia con il modello 730 che con il modello Redditi Pf è possibile richiedere le detrazioni fiscali riconosciute dalla legge, da quelle spese sanitarie a quelle per i figli a carico: ottenere i rimborsi spettanti è tra i motivi per cui conviene presentare la dichiarazione dei redditi anche se si rientra in uno dei casi di esonero.
Vediamo caso per caso chi è obbligato a presentare la dichiarazione nel 2025.
Dichiarazione dei redditi, cos’è e finalità: il contesto di riferimento
Prima di indicare chi deve fare la dichiarazione dei redditi, ricordiamo in breve che quest’ultima altro non è che un documento che i contribuenti devono presentare ogni anno alle autorità fiscali, per dare le informazioni sulle proprie entrate reddituali, sulle detrazioni e sui crediti fiscali spettanti per calcolare l’entità delle tasse da versare a conguaglio o dell’eventuale rimborso a cui si ha diritto.
Grazie alla dichiarazione dei redditi sono poi dichiarate le detrazioni fiscali (senza dimenticare le spese deducibili) a cui il contribuente ha diritto: alcune spese infatti, come ad esempio quelle sostenute per ragioni di salute, per l’istruzione o per versare alla banca gli interessi sul mutuo ipotecario richiesto per l’acquisto dell’abitazione principale, possono essere sfruttate per rendere meno gravosa l’Irpef da versare al Fisco. Si tratta appunto delle cosiddette spese detraibili.
Ecco perché appare evidente l’importanza capire come funziona la dichiarazione dei redditi e vedere altresì chi deve farla, pur non essendo occupato e non avendo dunque un reddito da lavoro.
Chi deve presentare obbligatoriamente la dichiarazione dei redditi
La dichiarazione dei redditi deve essere presentata da tutti i contribuenti che nel corso del 2024 hanno percepito redditi da lavoro, dipendente o autonomo, da pensione, redditi di terreni o fabbricati così come redditi di impresa o di capitale.
L’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi riguarda i seguenti soggetti:
- titolari di partita Iva anche se nell’anno di riferimento non hanno prodotto redditi;
- soggetti che nel corso dell’anno hanno avuto più di un datore di lavoro, che hanno ricevuto più certificazioni uniche e per i quali l’imposta dovuta è superiore a 10,33 euro;
- lavoratori dipendenti che hanno percepito indennità o somme dall’INPS (come la disoccupazione) o da altri enti sulle quali non sono state applicate ritenute;
- lavoratori domestici (colf, badanti e babysitter);
- lavoratori ai quali sono state erogate detrazioni d’imposta o deduzioni dal reddito non dovute, come nel caso del trattamento integrativo di 100 euro in busta paga (a tal proposito si consiglia di leggere l’approfondimento sui casi di restituzione);
- contribuenti che hanno percepito redditi da tassare con imposta sostitutiva;
- contribuenti che hanno percepito redditi soggetti a tassazione separata corrisposti da soggetti non tenuti ad applicare la ritenuta alla fonte a titolo di imposta;
- contribuenti che non hanno pagato nel corso dell’anno le addizionali Irpef comunali e regionali, che verranno quindi calcolate con la dichiarazione dei redditi.
- i contribuenti che hanno conseguito plusvalenze e redditi di capitale da assoggettare ad imposta sostitutiva da indicare nei quadri RT e RM;
- i docenti titolari di cattedre nelle scuole di ogni ordine e grado, che intendono fruire della tassazione sostitutiva sui compensi percepiti da lezioni private e ripetizioni, presentano anche il quadro RM del modello Redditi Persone Fisiche 2025.
Fatto salvo chi è obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi, ogni contribuente, poi, dovrà verificare se è tenuto alla presentazione del modello Redditi o se, invece, può utilizzare anche il modello 730.
Anche i disoccupati devono presentare la dichiarazione dei redditi?
Il senso comune porta a pensare che i soggetti obbligati a presentare la dichiarazione dei redditi siano sostanzialmente i lavoratori, sia dipendenti che autonomi, come pure i pensionati (questi ultimi a specifiche condizioni), ma in verità non ci sono soltanto loro tra i contribuenti obbligati alla presentazione. Ci sono, ad esempio, anche lavoratori dipendenti e pensionati che non sono obbligati a presentare il 730 e allo stesso tempo sono obbligati alla presentazione alcuni soggetti che non percepiscono redditi da lavoro o da pensione.
La dichiarazione dei redditi è oggetto di un obbligo per coloro che hanno incassato redditi nel corso dell’anno precedente. Si tratta di redditi che possono scaturire non soltanto dal proprio lavoro, ma anche dal possesso di immobili o dagli interessi per prestiti, ad esempio. Pertanto è vero che anche chi è senza lavoro può essere tenuto a fare la dichiarazione dei redditi, ma l’obbligo scatta in presenza di specifici limiti di reddito, che tra poco vedremo.
Abbiamo appena detto che lo stato di disoccupazione non equivale a un esonero dall’obbligo dichiarativo. Per fare un tipico esempio pratico, pensiamo al proprietario di una ulteriore abitazione oltre a quella in cui vive, che sceglie di darla in affitto a un inquilino, tenuto al pagamento del canone mensile. Ebbene, in questo caso il proprietario sia nel caso in cui sia dipendente, sia nel caso non lavori, sarà tenuto a fare la dichiarazione dei redditi indicando il reddito da locazione sul quale è chiamato a versare l’Irpef (se non ha esercitato per la locazione il regime della cedolare secca).
Ma è anche vero che l’esonero dalla dichiarazione dei redditi spetta a chi ha un reddito da abitazione principale, incluse le relative pertinenze e altri fabbricati non posti in affitto. Così prevede la legge. Tuttavia questi ultimi non devono essere localizzati nello stesso Comune dell’abitazione principale. Pertanto non vale l’esonero nell’ipotesi nella quale il fabbricato non locato sia collocato nello stesso Comune dell’abitazione principale.
Affitto locale commerciale
In linea generale, dunque, sono tenuti a presentare la dichiarazione i contribuenti che hanno percepito redditi fondiari ossia da fabbricati, ed è anche il caso di chi affitti un locale commerciale. Se una persona disoccupata possiede un locale commerciale e lo affitta a un’attività commerciale o un’azienda, il reddito che scaturisce da questo affitto è considerato un reddito fondiario e andrà dichiarato anch’esso.
Si tratta del caso tipico di chi possiede un locale adibito a negozio affittato a un esercente commerciale, che incassa un canone mensile in cambio. Ebbene, in questo caso il proprietario sarà tenuto a fare la dichiarazione dei redditi, anche se disoccupato e titolare di Naspi.
Redditi di capitale e redditi diversi
Analogamente è tenuto a fare la dichiarazione chi, pur senza lavoro, abbia redditi di capitale e ci riferiamo a quelli prodotti dagli investimenti finanziari o da altre forme di utilizzo del capitale. Si tratta di redditi che scaturiscono da investimenti in strumenti finanziari come azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento e varie altre forme di attività finanziarie.
Inoltre, come spiega l’Agenzia delle Entrate nel proprio sito web, l’Irpef è dovuta dalle persone fisiche anche per il possesso dei cosiddetti redditi diversi, elencati nell’art. 67 del Testo unico delle imposte sui redditi.
Tra essi abbiamo, ad esempio, i redditi di beni immobili situati all’estero, le vincite delle lotterie, dei concorsi a premio, dei giochi e delle scommesse organizzati per il pubblico e i premi che scaturiscono da prove di abilità o dalla sorte nonché quelli assegnati in riconoscimento di specifici meriti artistici, scientifici o sociali.
Chi percepisce la Naspi deve presentare la dichiarazione dei redditi?
Veniamo ora ad un punto su cui spesso vi sono dubbi. Ebbene, l’indennità di disoccupazione Naspi non è sempre da dichiarare. In buona sostanza se, ad esempio, il contribuente, nell’anno di imposta di riferimento, ha avuto come reddito esclusivamente la Naspi e, perciò, ha una sola Certificazione Unica emessa dall’istituto di previdenza, la dichiarazione dei redditi può anche non essere presentata. Ma attenzione perché non deve aver incassato alcun altro reddito.
Infatti, se nel corso dello scorso anno i redditi incassati sono differenti, l’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi sussiste e la Naspi andrà così indicata nel documento come reddito da lavoro dipendente o assimilato. L’obbligo sussiste anche se si ha soltanto la CU dell’Inps ma si hanno altri redditi, come quelli da locazione. In poche parole con l’indennità di disoccupazione, dunque, non di rado il contribuente sarà nella condizione di essere tenuto a presentare comunque la dichiarazione. Si tratta di chi ha lavorato un solo periodo dello scorso anno, come anche di chi ha altri redditi da dichiarare. E, come detto, con gli altri redditi va dichiarata anche l’indennità Naspi.
Limiti reddituali di esonero dalla dichiarazione
Abbiamo accennato sopra al fatto che il reddito effettivamente incassato può comportare l’esonero dalla dichiarazione dei redditi. Ovvero sotto una certa soglia, scatta l’esenzione dall’obbligo per il contribuente.
In questo caso, tuttavia, non bisognerà presentare la dichiarazione nel rispetto di determinati limiti di importo:
- reddito da terreni e/o fabbricati (comprese abitazione principale e sue pertinenze) entro il limite di 500 euro;
- reddito da lavoro dipendente o assimilato e altre tipologie di reddito nel limite di 8.500 euro per un periodo non inferiore a 365 giorni all’anno;
- reddito da pensione e altre tipologie di reddito entro il limite di 8.500 euro all’anno per un periodo non inferiore a 365 giorni;
- reddito da pensione, terreni, abitazione principale e pertinenze inferiore a 7.500 euro (pensione) e 185,92 (terreni);
- redditi da assegno periodico corrisposto dal coniuge più altre tipologie di reddito (escluso l’assegno di mantenimento dei figli) entro il limite di 8.500 euro;
- redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente e altri redditi per i quali la detrazione prevista non è rapportata al periodo di lavoro entro il limite di 5.500 euro;
- compensi derivanti esclusivamente da attività in bande musicali e filodrammatiche che perseguono finalità dilettantistiche entro il limite di 30.658,28 euro;
- Compensi derivanti da attività sportive dilettantistiche entro i 15.000 euro.
Anche in questo caso vale la regola sopra evidenziata: deve presentare la dichiarazione dei redditi in ogni caso chi ha usufruito di detrazioni per coniuge e familiari a carico ma non ne aveva diritto e chi deve versare le addizionali Irpef regionali e comunali.
Chi non deve fare la dichiarazione dei redditi?
I contribuenti che non sono obbligati alla tenuta delle scritture contabili e che nel corso del 2024 hanno percepito redditi per i quali l’imposta dovuta è inferiore a 10,33 euro non devono presentare la dichiarazione dei redditi nel 2024.
Vi sono ulteriori casi di esonero. Non devono presentare il modello 730/2024 i contribuenti che hanno percepito le seguenti tipologie di reddito:
- redditi da abitazione principale, relative pertinenze e altri fabbricati non locati, se il fabbricato non è situato nello stesso Comune dell’abitazione principale;
- redditi da lavoro dipendente o pensione;
- redditi da lavoro dipendente o pensione e redditi da abitazione principale e relative pertinenze e altri fabbricati non locati se non situati nello stesso Comune dell’abitazione principale;
- redditi da rapporti di collaborazione coordinata e continuativa compresi i lavori a progetto.
L’esonero in questo caso si applica quando i redditi sono stati corrisposti da un unico sostituto d’imposta obbligato ad effettuare le ritenute di acconto o corrisposti da più sostituti purché certificati dall’ultimo che ha effettuato il conguaglio e, inoltre, qualora spettino le detrazioni per carichi di famiglia applicate e non sono dovute addizionali Irpef.
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Perché si deve fare il 730?
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Redditi esenti e altri casi di esonero
L’esonero dalla presentazione della dichiarazione dei redditi nel 2025 è previsto anche quando nel 2024 il contribuente è stato titolare di:
- redditi esenti, come pensione di invalidità Inail, borse di studio, pensioni di guerra, indennità di accompagnamento, pensioni sociali, ecc;
- redditi soggetti a imposta sostitutiva (diversi da quelli soggetti a cedolare secca), come interessi su BOT o altri titoli di debito pubblico;
- redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta, come interessi sui conti correnti bancari o postali.
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