Nella serie Rai dedicata a Goffredo Mameli troviamo anche Nino Bixio. Ecco chi è e perché è una delle figure più importanti del Risorgimento italiano.
La Rai ha voluto omaggiare con una fiction una figura molto importante del Risorgimento italiano come Goffredo Mameli, poeta e soprattutto ispirato autore di quel canto che è diventato l’Inno nazionale della Repubblica Italiana. La fiction in due puntate è in programma martedì 13 e mercoledì 14 febbraio su Rai Uno.
I quattro episodi (due per serata) mostreranno due anni tra il 1848 e 1849 fatti di passioni, lotte, sotterfugi, composizioni poetiche, incontri, dibattiti politici, amicizie, tradimenti e spie. Non manca il racconto di due grandi storie d’amore con Geronima Ferretti e Adele Baroffio. All’interno della serie troviamo anche la figura di Nino Bixio, patriota, importante uomo politico e sopratutto amico fraterno di Mameli.
Ripercorriamo la storia di Nino Bixio spiegando anche perché è una delle figure più importanti del Risorgimento italiano.
Chi è Nino Bixio
Nino Bixio è una delle figure più note del Risorgimento italiano. Rivoluzionario, generale e infine uomo politico, è nato a Genova il 2 ottobre 1821. Ultimo di 8 figli, Nino (che in realtà si chiamava Gerolamo) resta orfano di madre a 9 anni. Un avvenimento che lo segnò profondamente nella sua vita visto che scatenò in lui un sentimento di ribellione dovuto anche al difficile rapporto con la nuova moglie del padre. Esasperato per i continui problemi, il padre decise di imbarcarlo come mozzo su un mercantile a 13 anni. Pochi anni dopo sempre il padre lo costrinse ad arruolarsi come volontario nella Marina sarda. Qui vi rimase fino al 1844 quando il fratello pagò il riscatto riuscendo a fargli lasciare la Marina sabauda.
Abbandonata la divisa non smise di navigare e lo fece su diverse navi mercantili girando il mondo. Mentre si trovava a Parigi per alcuni mesi di convalescenza, iniziò ad avvicinarsi al mondo politico e rivoluzionario conoscendo Mazzini.
L’idea di unire l’Italia lo colpì così tanto che decise di fare ritorno nel regno sabaudo e nel 1847 iniziò la sua storia da patriota italiano. È in questo periodo che conobbe Goffredo Mameli e tra i due nacque un’amicizia fraterna. Successivamente si arruolò come volontario e partecipò alla prima guerra d’indipendenza.
Si fece notare sempre di più e scalò le gerarchie fino a partecipare alla seconda guerra d’indipendenza come braccio destro di Garibaldi. Fu tra gli organizzatori della Spedizione dei Mille a cui partecipò direttamente. Al comando delle truppe garibaldine affidategli da Garibaldi, condusse diverse battaglie contro le truppe borboniche fino alla caduta del Regno delle due Sicilie e l’unione italiana.
Nel 1861 scese in politica dove fu eletto deputato nel collegio di Genova. Fu rieletto più volte prima di tornare in battaglia nella terza guerra d’indipendenza.
L’amore per il mare lo portò poi a riprendere a partire dal 1870 alcune spedizioni commerciali, in particolare dall’Italia verso l’Estremo Oriente. In una di queste, nel 1873 da Messina a Batavia via Singapore, si ammalò di colera e morì nei pressi dell’isola di Sumatra. Fu seppellito sul posto ma la sua tomba fu profanata da persone locali. I suoi resti furono così recuperati 3 anni dopo, portati a Genova dove vennero cremati e posizionati nel cimitero di Staglieno dove tuttora riposano.
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