La chiusura anticipata di bar e ristoranti non è un provvedimento in grado di limitare la diffusione del virus, secondo l’epidemiologo Donato Greco.
La chiusura anticipata di bar e ristoranti non riduce la possibilità di contagio. È questa la tesi sostenuta da Donato Greco, consulente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e ex direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute, oltre che ex capo del Laboratorio di Epidemiologia dell’Istituto superiore di sanità.
La chiusura anticipata di bar e ristoranti è inutile
Anticipare l’orario in cui i bar e i ristoranti devono tassativamente abbassare le serrande “non riduce i contagi”, precisa l’epidemiologo Donato Greco schierandosi contro il provvedimento voluto dal governo: “È difficile pensare che la variazione di orario per bar e ristoranti possa avere un effetto in grado di mitigare il rischio di contagio”. Secondo Greco infatti sarebbe meglio puntare al rafforzamento del distanziamento sociale in tutti i contesti normali, e non limitarli a specifici orari o luoghi, spiega all’Adnkronos Salute:
“Vi sono dati che indicano orari di accesso più a rischio di trasmissione? Ridurre la densità di individui in specifici luoghi testimoniano l’incapacità di mantenere attivo il distanziamento sociale tra le persone. Conviene invece investire nell’applicazione normale di questa misura efficace”.
Anche le scuole dovrebbero rimanere aperte secondo Greco dal momento che “l’apertura delle scuole non ha portato un rimbalzo della curva epidemica: i milioni di contatti nelle scuole hanno provocato un numero di contatti positivi inferiore a quello degli ambiti familiari o altri ambienti collettivi”. La stessa cosa è valida anche per le “fabbriche e luoghi di lavoro”, continua Greco, precisando che “non hanno contribuito significativamente all’attuale endemia, quindi non ha senso restringerne le attività”.
I contagi avvengono in famiglia
Attualmente secondo Greco, la situazione più pericolosa è quella all’interno delle mura domestiche. La maggior parte dei contagi infatti, spiega l’epidemiologo, avviene tramite i contatti intra-familiari, proprio per questo le misure adottate dal governo non sembrano essere le più congeniali per limitare la diffusione del virus, spiga Greco:
“La stragrande maggioranza dei nuovi positivi ha origine in famiglia: conviene quindi insistere in attività di comunicazione e formazione sui rischi intra-familiari, in particolare sulla responsabilità di individui con sintomi potenzialmente indicativi di un infezione da Covid e sulla adeguata assistenza domiciliare, l’isolamento, la vaccinazione antinfluenzale e il pronto intervento di contact tracing”.
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