La Cina sempre più agguerrita contro i Paesi considerati nemici soprattutto a causa della pandemia. Non solo gli USA, anche l’Australia è nel mirino di Pechino, che adesso ha lanciato un vero boicottaggio contro il turismo cinese nella nazione.
L’ultima dichiarazione della Cina sull’Australia è suonata come una minaccia, o peggio un invito al boicottaggio.
Nel mirino di Pechino è finito il turismo australiano, visto ch è stato diffuso un messaggio nel quale si invitano i cinesi a non recarsi a Canberra e dintorni a causa di un crescente razzismo verso gli asiatici a seguito del coronavirus.
Non si è fatta attendere la replica australiana, mettendo in evidenza un clima sempre più teso tra le due nazioni.
Cina e Australia ai ferri corti?
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Il messaggio è arrivato direttamente dal ministero della Cultura e del Turismo della Cina ed è stato rivolto a tutti i connazionali: “evitate viaggi in Australia”.
L’invito è stato esplicito e si è affiancato a quanto pubblicato in un editoriale sul tabloid nazionale Global Times, nel quale si suggeriva ai giovani cinesi di valutare attentamente se recarsi in Australia per studiare.
La mossa di Pechino è parsa come una sorta di boicottaggio verso viaggi e turismo nella nazione australiana. Il motivo è stato spiegato nella stessa nota ufficiale: l’aumento di discriminazione e di atti di razzismo e violenza in Australia contro asiatici e cinesi a causa del coronavirus.
Secca e tempestiva è stata la replica di Canberra con il ministro del Turismo, il quale ha assolutamente negato quanto affermato dalla Cina e ribadito che il Paese sarà presto riaperto come luogo accogliente e sicuro per tutti, anche gli asiatici e i cinesi.
Quello che si è consumato tra Cina e Australia è apparso con un altro episodio di scontro tra i due Stati, in rapporti piuttosto tesi.
Già ad aprile, in piena crisi coronavirus, l’ambasciatore cinese nella nazione australiana aveva messo in guardia sulla possibilità di boicottare il turismo se fossero continuate le accuse contro Pechino sulla responsabilità della pandemia.
Occorre sottolineare, che in Australia, come purtroppo in altre parti del mondo quali gli Stati Uniti, si sono verificati in questi mesi episodi di discriminazione, intolleranza e razzismo verso persone di origine asiatica, accusate di aver diffuso il virus.
Il clima continua a essere piuttosto teso e la Cina, in questo contesto di pressione a livello interazionale sulla responsabilità dell’epidemia, sta esacerbando i suoi rapporti con partner cruciali. Quali, appunto, l’Australia.
Cina e Australia ai ferri corti: i motivi
Non ci sono soltanto gli Stati Uniti nella lista dei nemici cinesi. Anche l’Australia rientra tra i Paesi avversari di Pechino in questo delicato e complesso tempo dominato dalla pandemia.
Il Governo australiano è uno dei più agguerriti sostenitori, insieme alla casa Bianca, della necessità di un’indagine sull’origine della pandemia e sulle eventuali responsabilità della Cina.
Un fatto, quest’ultimo, che ha irritato molto la nazione asiatica. Nel mese di maggio, per esempio, Pechino ha iniziato a intraprendere azioni di tipo commerciale contro Canberra.
Prima sono state bloccate le importazioni di carne da alcuni mattatoi australiani per problemi di etichettatura. Successivamente, sono stati imposti dazi dell’80% sull’orzo che proviene dall’Australia. Il tutto, corredato da accuse verso Canberra sul mancato rispetto di regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
Una “piccola” guerra commerciale in atto? I rapporti di tipo economico tra le due nazioni sono molto importanti, visto che la Cina è il maggior acquirente di carne bovina e di orzo dell’Australia.
Le mosse di Pechino, per questo, sono sembrate una sorta di ritorsione contro l’atteggiamento australiano sull’epidemia.
Inoltre, la Cina potrebbe non aver gradito l’accordo siglato tra Australia e India in materia di difesa. La rivalità tra cinesi e indiani per il controllo di una parte dei confini, infatti, si è riaccesa proprio in queste settimane.
Pechino vuole mantenere la propria egemonia in Asia e nel Pacifico e le strategie australiane potrebbero essere valutate come un intralcio.
Il significato del boicottaggio cinese del turismo in Australia, quindi, appare molto più profondo. E mette in evidenza quanto Pechino sia sotto pressione.
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