Le esportazioni dalla Cina sono diminuite molto più del previsto a marzo, preoccupando gli economisti che la crisi di Pechino potrebbe essere lungi dall’essere finita.
Le esportazioni cinesi e le importazioni sono diminuite molto più del previsto a marzo, sollevando dubbi sulla ripresa economica promessa dal Paese nel 2024.
Le esportazioni del gigante asiatico sono scese del 7,5% a marzo, molto meno del 2,3% previsto dagli analisti intervistati da Reuters. Anche le importazioni sono calate dell’ 1,9%, mentre gli analisti si aspettavano un aumento dell’1.4%.
La Cina è il più grande esportatore mondiale, il che significa che un declino così forte comporta conseguenze per l’intera economia globale. Anche l’anno scorso il dragone ha pubblicato dati altrettanto preoccupanti, ma il calo di marzo è il più alto da agosto 2023.
Economisti e analisti sono rimasti delusi dalla ripresa post-COVID. Le restrizioni nel Paese sono effettivamente aumentate nel dicembre 2022 e molti credevano che il 2023 sarebbe stato un anno in forte espansione per il gigante asiatico.
Non solo non è stato così, ma la Cina è stata anche colpita dalla peggiore crisi immobiliare della storia e da una deflazione dilagante.
Tuttavia, la Cina ha sorpreso nuovamente gli economisti all’inizio del 2024 con una ripresa che nessuno si aspettava. Nel periodo gennaio-febbraio, le esportazioni cinesi sono aumentate del 7,1% con le importazioni in crescita del 3,5%; molto più di quanto previsto dagli osservatori occidentali.
Gennaio e febbraio sono solitamente i mesi economici più vivaci della Cina a causa del Capodanno cinese.
Cina, crescita in bilico
Le esportazioni di marzo ora preoccupano gli economisti perché l’obiettivo di Pechino di una crescita del 5% del PIL nel 2024 è ormai fuori portata. La crisi immobiliare continua con i giganti immobiliari Country Garden e Shimao a rischio di liquidazione. Allo stesso modo, la deflazione peggiora e la banca centrale del Paese sembra incapace di agire.
Alla conferenza annuale “Two Sessions”, i funzionari economici cinesi hanno delineato i piani per la ripresa economica. Secondo il Partito Comunista (CCP), il settore immobiliare è ormai un ricordo del passato e dovrebbe essere sostituito da nuovi mercati. Il mercato immobiliare rappresenta quasi il 30% del PIL cinese.
Il PCC ritiene che tre nuovi prodotti dovrebbero sostituire il settore immobiliare: pannelli solari, batterie agli ioni di litio e veicoli elettrici. La Cina è già il principale produttore di ciascuno di questi prodotti, anche se lontano dal suo pieno potenziale.
I funzionari occidentali hanno già espresso preoccupazione per la sovrapproduzione cinese. Essi sostengono che Pechino debba passare a un’economia basata sui servizi invece di inondare il mondo con altri prodotti a basso costo.
Allo stesso tempo, i Paesi occidentali temono di perdere competitività in questi settori chiave. I veicoli elettrici, in particolare, saranno i campi di battaglia più duri, con le industrie automobilistiche europee e americane che non sono pronte a perdere il loro posto.
L’attuale livello delle esportazioni cinesi, tuttavia, dà ragione ai Paesi occidentali. Articolo pubblicato su Money.it edizione internazionale il 2024-04-12 15:10:37. Titolo originale: China’s exports fall back again, reigniting economists’ fears
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