In un report pubblicato da dalla società di sondaggi indipendente China Beige Book, si evidenzia come “una contrazione del 10%-11% del PIL cinese nel primo trimestre non è irragionevole". I dettagli
“Una contrazione del 10%-11% del PIL cinese nel primo trimestre non è irragionevole”: sono queste le parole usate dalla società di sondaggi indipendente China Beige Book, che fanno comprendere quanto il Covid-19 abbia ferito l’economia del Dragone.
I dati raccolti dall’azienda, che intervista ogni trimestre oltre 3.300 società cinesi, mette in luce come i suoi indicatori principali per il 1° trimestre 2020 sono scesi ai livelli più bassi degli ultimi 10 anni.
Nel report viene messo in luce come si sia verificato una forte contrazione delle vendite (in particolar modo nel settore del commercio al dettaglio) e dei profitti.
Come riportato in un articolo di CNBC, nelle scorse settimane le autorità cinesi hanno dichiarato che le più grandi compagnie e le aziende chiave hanno ripreso a lavorare ad un tasso dell’80%-90%. “Tuttavia, il ritmo di ripresa per le piccole e medie imprese, che contribuiscono alla maggior parte della crescita e del lavoro del Paese, è stato inferiore, a circa il 60%”.
Il report fa comprendere come il settore dei servizi sia stato quello più colpito dal Coronavirus, subendo una flessione del 10% (t/t) nei volumi di vendita.
Contrazione della forza lavoro generalizzata
Lo studio di China Beige Book evidenzia inoltre come tutte le otto regioni dell’ex Regno Celeste hanno assistito ad una contrazione della forza lavoro.
Per l’azienda, le cose potrebbero andare in due modi: il primo è relativo a un’inversione della tendenza nel secondo trimestre, il secondo a un nuovo intervento del Governo centrale.
La situazione è comunque complicata. Come evidenzia CNBC infatti, “molti lavoratori non possono o non vogliono tornare a lavorare. Lo studio ha scoperto che la disponibilità di lavoratori qualificati (e non) si è ridotta drasticamente nel primo trimestre”.
Per CBB, gli investitori dovrebbero ritenere sovrastimata l’estensione della ripresa economica cinese e, quindi, della capacità del Paese di attutire una recessione globale.
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