Alla luce delle ultime indicazioni arrivate dall’economia reale, il premier cinese si è detto pessimista sulla capacità di raggiungere il target 2019.
“Molto difficile”. Questa volta il premier cinese non ha usato mezzi termini per definire l’attuale fase economica della seconda economia mondiale, stretta tra il rallentamento generalizzato dell’economia globale e la guerra commerciale con gli Stati Uniti.
Stimato in rialzo ad un tasso compreso tra il 6 e il 6,5 per cento, il Pil del Dragone nel corso del secondo trimestre è salito del 6,2%, il dato minore da ben 27 anni.
Cina: premier, molto difficile centrare target Pil
“Per il nostro Paese, confermare una crescita del 6 per cento o superiore sarà molto difficile”, ha detto il premier cinese Li Keqiang nel corso di un’intervista.
Questo perché, ha proseguito, la seconda economia mondiale si trova a fronteggiare una “situazione internazionale complicata”. Per il primo ministro, il rallentamento globale e il protezionismo commerciale “hanno contribuito ad una certa dose di pressione ribassista” sull’economia.
Cina: le stime degli analisti su andamento Pil
Secondo il sentiment degli analisti, nel trimestre corrente la crescita economica della Cina dovrebbe aver fatto registrare un ulteriore rallentamento rispetto al periodo aprile-giugno. Gli analisti di Morgan Stanley stimano un dato nella parte bassa del target del 6-6,5 per cento.
È di questa notte la notizia, come si può vedere sul nostro Calendario Economico, che la produzione industriale nel mese di agosto ha fatto segnare un incremento del 4,4%, il tasso di aumento minore da 17 anni e mezzo. A luglio il dato aveva registrato un +4,8%.
Nella notte italiana è stato inoltre diffuso l’aggiornamento sulla produzione industriale, passata dal 7,6 al 7,5%, e quello sugli investimenti in immobilizzazioni, all’ottavo calo consecutivo (da 5,7 a 5,5 per cento).
Cina: misure espansive non bastano
Per contrastare questo scenario, le autorità cinesi hanno annunciato tutta una serie di misure di rilancio dell’economia cinese.
Da ultimo, il 6 settembre, è stato varato il terzo taglio da inizio anno del coefficiente di riserva (RRR, Reserve Requirement Ratio) a carico del sistema bancario. La misura, si stima, dovrebbe liberare 900 miliardi di yuan, pari a circa 115 miliardi di euro, di nuova liquidità.
Per gli operatori di mercato, in queste condizioni è difficile che le autorità riescano ad invertire l’attuale fase di debolezza.
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