Cina-Usa, l’incontro tra Biden e Xi di oggi è il più importante dell’anno. Cosa può accadere

Violetta Silvestri

15/11/2023

L’incontro Biden-Xi previsto per oggi, 15 novembre, è carico aspettative. La tensione Usa-Cina sarà allentata oppure esploderà una nuova crisi? Cosa aspettarsi.

Cina-Usa, l’incontro tra Biden e Xi di oggi è il più importante dell’anno. Cosa può accadere

Si accendono i riflettori sull’incontro Biden-Xi previsto per oggi mercoledì 15 novembre a margine del vertice APEC, Cooperazione Economica Asia-Pacifico. Il bilaterale è considerato l’evento più importante del 2023 a livello globale.

I presidenti delle due potenze mondiali si troveranno faccia a faccia per la prima volta in un anno in un’azione diplomatica ad alto rischio, volta a frenare le tensioni Cina-Usa arrivate a livelli molto elevati e preoccupanti per l’equilibrio geopolitico globale, già fortemente precario con le due guerre in corso.

L’incontro si svolgerà a San Francisco. La speranza è che si facciano progressi nelle relazioni tra le due maggiori potenze mondiali, dalle quali dipendono le sorti economiche e politiche di aree strategiche del globo.

Entrambi i Paesi si considerano sempre più bloccati in una competizione diretta per assicurarsi un vantaggio militare, monopolizzare l’economia del 21° secolo e conquistare la vicinanza di nazioni di secondo livello.

L’incontro Biden-Xi è quindi considerato cruciale e su di esso ci sono molte aspettative. Cosa c’è da sapere sul vertice Cina-Usa.

Tutto pronto per l’incontro Biden-Xi. Cosa è successo finora tra Cina e Usa

Dopo un altro anno difficile e di tensioni tra Stati Uniti e Cina, i presidenti dei due Paesi si incontreranno di persona per la seconda volta da quando Joe Biden è entrato in carica.

Parlando ai giornalisti, il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan ha detto:

“Prevediamo che i leader discuteranno alcuni dei temi fondamentali della relazione bilaterale Usa-Cina, inclusa la continua importanza di rafforzare le linee di comunicazione aperte e gestire la concorrenza in modo responsabile in modo che non sfoci in un conflitto”.

L’intenso lavoro di diplomazia tra le due potenze dovrebbe portare a progressi - queste sono le attese sull’incontro - nel ristabilire i legami militari Cina-Usa, nella congiunta lotta al commercio di fentanil (un oppioide potente e diffuso negli Usa che sta causando molto morti), nel trovare punti di incontro su questioni globali, dalla guerra Israele-Hamas all’invasione russa dell’Ucraina, fino ai legami della Corea del Nord con la Russia, a Taiwan, al tema dei diritti umani, dell’intelligenza artificiale, nonché alle relazioni economiche e commerciali eque.

La cornice nella quale si inserisce questo vertice è complessa. Le tensioni tra Stati Uniti e Cina si sono intensificate negli ultimi anni, a partire dai dazi sotto l’amministrazione Trump per estendersi a restrizioni tecnologiche più ampie sotto l’amministrazione Biden.

La Cina ha interrotto le comunicazioni militari con gli Stati Uniti lo scorso anno dopo una visita a Taiwan, un’isola governata democraticamente che la Cina rivendica come propria, dell’allora presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi. I rapporti tesi si sono poi inaspriti ulteriormente quando gli Stati Uniti hanno abbattuto il presunto pallone spia cinese a febbraio.

Ad aprile, nell’apice dell’allontanamento tra le due potenze, il think tank Center for Strategic and International Studies con sede a Washington DC ha pubblicato un rapporto che descriveva le relazioni Usa-Cina come apparentemente “intrappolate in un circolo vizioso in peggioramento”.

Il sentiment ha cominciato a migliorare nel corso dell’estate, dopo che il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha finalmente effettuato una visita a Pechino a giugno, seguita da quelle di numerosi altri alti funzionari.

All’inizio di ottobre, il leader della maggioranza al Senato americano Chuck Schumer e altri cinque senatori statunitensi in rappresentanza sia del partito repubblicano che di quello democratico hanno avuto un incontro di 80 minuti con il presidente cinese Xi Jinping.

I due presidenti in carica si conoscono da più di un decennio e hanno condiviso ore di conversazione in sei interazioni dall’incarico di Biden nel 2021.

Tuttavia, da allora si sono incontrati di persona solo una volta e Xi non si reca negli Stati Uniti dal 2017. Analisti e funzionari affermano che si siederanno al tavolo in un’atmosfera di sospetto reciproco, con l’intenzione di allentare le tensioni, ma non di rinunciare alle prerogative dei propri interessi.

L’incontro Biden-Xi nel segno dell’economia

Secondo gli analisti di Bloomberg, l’economia rimane il fondamento delle relazioni Usa-Cina e anche al primo posto nelle agende nazionali sia per Xi che per Biden.

È per questo che Washington e Pechino hanno dedicato mesi alla complessa attività diplomatica che ha gettato le basi per il vertice di San Francisco, compresi due giorni di incontri tra il segretario al Tesoro Janet Yellen e il vice premier He Lifeng la scorsa settimana. Il sentiment degli esperti è che i due presidenti cercheranno toni meno provocatori e più concilianti, proprio in nome di interessi economici strategici e che non possono ignorare.

Parte dello sforzo implica che ciascuna parte riconosca la relazione e quanto dipenda dall’altra. I funzionari statunitensi sono consapevoli, per esempio, che i loro legami economici con la Cina non stanno scomparendo.

Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, in un recente saggio su Foreign Affairs ha dichiarato che gli Stati Uniti e la Cina sono “economicamente interdipendenti”.

“Una completa separazione delle nostre economie, o un approccio in cui i Paesi, compresi quelli dell’Indo-Pacifico, siano costretti a schierarsi, avrebbe significative ripercussioni negative a livello globale”, ha detto Yellen a un evento dell’Asia Society del 2 novembre. “Non abbiamo alcun interesse per un mondo così diviso e per i suoi effetti disastrosi”.

D’altro canto, lo stesso Xi ha recentemente sostenuto pubblicamente la cessazione delle tensioni. Rivolgendosi a una delegazione del Congresso statunitense in visita in ottobre, ha affermato che c’erano “mille ragioni per migliorare le relazioni Usa-Cina, e nessuna ragione per peggiorarle”.

Il desiderio di Pechino di allentare le tensioni con gli Stati Uniti fa parte di “una tendenza chiara, e penso che sia in parte dovuta al fatto che la Cina attraversa una crisi economica”, afferma Dongshu Liu, esperto di politica cinese presso l’Università della città di Hong Kong. “La Cina si trova ad affrontare un’enorme pressione e deve almeno rassicurare gli investitori stranieri e i paesi stranieri che la Cina è ancora disposta ad aprirsi al mondo”.

In sostanza, c’è ancora molto che unisce le due potenze: il commercio bilaterale ammontava a quasi 760 miliardi di dollari nel 2022, mentre il valore degli investimenti in attività fisiche e finanziarie ammontava a 1,8 trilioni di dollari.

L’incertezza e la cautela sono però d’obbligo quando si avanzano previsioni su come andrà l’incontro. Secondo analisi più realistiche, infatti, il faccia a faccia non cambierà la minaccia che i politici di Washington vedono in una Cina che domina il mercato globale dei veicoli elettrici e sta facendo rapidi progressi nello sviluppo dei propri semiconduttori avanzati nazionali.

L’amministrazione Biden ha vietato alle aziende statunitensi di vendere tecnologia di fascia alta, principalmente semiconduttori, a società cinesi e ha cercato di frenare gli investimenti statunitensi in tale tecnologia del dragone.

Il segretario americano al Commercio Gina Raimondo in un viaggio di agosto aveva respinto le richieste della Cina di ridurre i controlli e le aveva definite “questioni di sicurezza nazionale”.

Secondo i media statali, anche il vice premier cinese He Lifeng ha sollevato la questione durante gli incontri preparatori con il segretario al Tesoro americano Janet Yellen a San Francisco il 10 novembre.

Cina-Usa: le previsioni sull’incontro Biden-Xi

Biden e Xi riusciranno a prevenire una crisi tra le due potenze? Questa è la domanda che si pongono gli analisti.

“L’attenzione sarà focalizzata sull’espansione del dialogo al fine di ridurre i rischi finali nella relazione e prevenire una crisi che nessuno dei due leader sta cercando”, ha affermato Michael Hirson, capo della China Research presso 22V Research.

“I punti critici come Taiwan e il Mar Cinese Meridionale devono essere gestiti con attenzione”, ha affermato. “Per questo motivo l’incontro è ancora importante, soprattutto in vista di un 2024 politicamente carico che inizierà con le importanti elezioni presidenziali a Taiwan a gennaio e si concluderà con le elezioni presidenziali statunitensi”.

La questione di Taiwan è spinosa. A Washington, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, sono cresciute le preoccupazioni che Xi sia intenzionato a un’unificazione militare dell’isola con la terraferma, con Pechino che rifiuta di escludere l’uso della forza.

In Cina, la preoccupazione è che gli Stati Uniti sostengano ormai l’indipendenza di Taiwan. Nonostante le rassicurazioni di Washington sul fatto che nulla è cambiato sulla loro politica, queste preoccupazioni sono state amplificate dalle promesse di Biden di difendere l’isola se la Cina invadesse.

“Le conseguenze immediate dell’incontro [Biden-Xi] segneranno probabilmente un punto culminante ciclico per le relazioni bilaterali”, ha dichiarato Gabriel Wildau, amministratore delegato della società di consulenza Teneo. “La questione chiave è se questo punto più alto si estenderà fino a diventare un plateau o se le pressioni politiche innescheranno un nuovo ciclo di deterioramento. Come discusso in precedenza, il periodo da giugno ha offerto una finestra di opportunità per stabilizzare le relazioni; dopo l’incontro, questa finestra potrebbe chiudersi.”

Le speranze ottenere impegni concreti di cooperazione tra le due potenze sono, comunque, ancora vive.

“L’incontro Biden-Xi potrebbe includere l’impegno a cooperare o a istituire un nuovo gruppo di lavoro bilaterale formale sull’uso sicuro dell’intelligenza artificiale”, ha affermato Wildau di Teneo.

Ha aggiunto che “i due leader potrebbero impegnarsi a cooperare e coordinarsi per fornire aiuti umanitari a Gaza, garantire il regolare passaggio del grano attraverso il Mar Nero e sostenere la ricostruzione postbellica a Gaza e in Ucraina”.

C’è comunque scetticismo su una piena collaborazione. La rivalità tra Stati Uniti e Cina è destinata a durare secondo gli esperti che hanno scritto su Bloomberg. Ci sono troppe aree di disaccordo, dal futuro di Taiwan alle regole fondamentali di una concorrenza economica leale, perché i rapporti possano definitivamente cambiare. Anche il disgelo che emergerà da San Francisco sarà probabilmente fragile.

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