La rivalità tra Cina e Stati Uniti sulla gestione dell’epidemia continua a colpi di accuse reciproche. Le ultime dichiarazioni che arrivano da Washington e Pechino confermano il clima di scontro tra le potenze
Più che una polemica è ormai scontro aperto tra Cina e Stati Uniti sulla gestione del coronavirus.
La potenza americana già da tempo ha accusato Pechino di aver ritardato nelle informazioni relative all’epidemia, mettendo in pericolo l’intero mondo. La nazione asiatica ha sempre difeso la sua condotta, ribadendo trasparenza e correttezza anche in un ultimo rapporto in parte diffuso proprio domenica 7 giugno.
Intanto, però, da Washington sono piombate nuove accuse sull’atteggiamento ostruzionistico della Cina per l’acquisizione del vaccino.
Le novità dello scontro tra potenze economiche mondiali.
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USA contro Cina sul vaccino anti-coronavirus
Il conflitto tra Stati Uniti e Cina sull’epidemia di coronavirus è divampato nuovamente alla luce delle parole pronunciate da un senatore americano, che ha accusato Pechino di aver tentato di bloccare lo sviluppo di un vaccino in Occidente.
Il senatore repubblicano della Florida, parlando alla BBC, ha affermato che:
“Dobbiamo fare questo vaccino. Purtroppo abbiamo prove che la Cina comunista sta cercando di sabotarci o rallentarla. La Cina non vuole che noi e l’Inghilterra e l’Europa lo facciamo per prime. Hanno deciso di essere un avversario per l’America e le democrazie di tutto il mondo.”
Scott, convinto sostenitore del presidente Donald Trump e delle sue teorie contro Pechino, ha spiegato che ci sono “prove” della comunità dell’intelligence e dei servizi armati, sulle quali però non può aggiungere altro.
Una storia, questa, in parte già sentita a Washington, che ha più volte accusato la Cina di aver creato il virus in laboratorio e ritardato le informazioni sull’epidemia.
La Cina difende il suo operato: spunta un report
Non ha risposto direttamente alla provocazione sul vaccino la Cina. Ma la giornata di domenica 7 giugno è ugualmente importante per la vicenda dell’epidemia poiché è spuntato un report ufficiale della nazione asiatica.
Alti funzionari cinesi hanno pubblicato un lungo rapporto sulla risposta cinese alla pandemia di coronavirus, difendendo le azioni del loro Governo e dicendo che la Cina ha fornito informazioni in modo tempestivo e trasparente.
Nello specifico, il documento ha riportato una cronologia dettagliata, secondo la quale Pechino ha iniziato ad aggiornare l’OMS su base regolare il 3 gennaio e che il capo del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie ha informato il capo del CDC degli Stati Uniti il 4 gennaio.
Inoltre, la Cina ha dichiarato che l’8 gennaio ha dato conferma che il coronavirus era l’agente patogeno dell’epidemia, affermando che dal giorno 11 ha iniziato a informare costantemente l’OMS.
La questione del ruolo cinese nella diffusione delle informazioni è ancora da chiarire, tanto che è stata richiesta un’indagine indipendente da centinaia di Stati del mondo.
Intanto, però, la battaglia Cina-USA - sul coronavirus ma non solo - non accenna a migliorare.
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