Il decreto che disciplina le modalità d’utilizzo degli autovelox (impedendo ai comuni di far cassa con le multe selvagge) è ancora fermo: l’interpellanza di Baldelli (Fi) per sollecitare il governo.
Un decreto atteso da quasi 12 anni. E che il governo ancora non ha adottato. Parliamo delle regole sulle modalità di utilizzo degli autovelox: l’impegno assunto negli anni dai governi è stato quello di mettere fine agli autovelox selvaggi, ma nonostante le promesse il decreto ancora non c’è.
Simone Baldelli, deputato di Forza Italia e presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulla Tutela dei consumatori, è tornato a porre la questione chiedendo al governo di intervenire, dopo quasi 12 anni, per realizzare quanto previsto dalla legge n. 120 del 2010, ovvero l’adozione di un decreto sulle modalità di utilizzo degli autovelox.
Baldelli porta avanti da anni questa battaglia e ha annunciato la presentazione di un’interpellanza al ministro delle Infrastrutture e alla ministra dell’Interno ricordando come una bozza del decreto era stata sottoposta nel luglio del 2020 alla valutazione della Conferenza Stato-città, ma dopo i rilievi di Anci e Upi il governo aveva deciso di predisporre una nuova bozza.
A oltre un anno di distanza, però, quella bozza non è ancora arrivata e non si hanno notizie sui tempi di adozione del decreto. Per questi motivi il deputato azzurro torna sul tema chiedendo che venga evitato un “uso distorto” di uno strumento di sicurezza per i cittadini, impedendo l’impiego degli autovelox solamente per fare cassa.
Cosa cambia con il decreto: lo stop agli autovelox selvaggi
Il decreto, atteso dal 2010, dovrebbe impedire ai comuni di utilizzare gli autovelox solamente per fare cassa: i rilevatori dovrebbero essere invece impiegati allo scopo di prevenzione e sicurezza per gli automobilisti. Con il provvedimento verrebbe reso necessario, per esempio, informare gli utenti dell’installazione dei dispositivi.
Il decreto servirebbe quindi a eliminare quelli che vengono definiti autovelox selvaggi, ovvero quei dispositivi non segnalati che vengono spesso utilizzati più per far cassa che allo scopo di prevenzione. Con queste norme, inoltre, i cittadini potrebbero evitare multe dovute al fatto di non essere informati della presenza dei rilevatori.
Il decreto su autovelox e proventi delle multe
La legge n. 120 del 2010 prevede la predisposizione di un apposito decreto del ministro delle Infrastrutture, di concerto con il ministro dell’Interno e sentita la Conferenza Stato-città e autonomie locali, per disciplinare due materie.
La prima è quella relativa alla relazione telematica con la quale le amministrazioni locali devono indicare a quanto ammontano e come verranno impiegati i proventi delle multe derivanti da violazioni del codice della strada (e in questo caso una seppur parziale attuazione è stata prevista di recente). La seconda riguarda invece le modalità di collocazione e utilizzo degli autovelox.
Che fine ha fatto il decreto sugli autovelox selvaggi
L’interpellanza di Baldelli nasce con l’obiettivo di sbloccare l’iter per il decreto, attualmente fermo. Lo stesso presidente della commissione per la Tutela dei consumatori ricorda che il 30 aprile 2019 la Camera aveva approvato una risoluzione per impegnare il governo a inviare entro fine maggio 2019 lo schema del decreto.
Si è però arrivati, il 20 febbraio 2020, all’emanazione solamente del decreto relativo ai proventi delle multe. Mentre nel luglio 2020 è stata inviata alla Conferenza Stato-città e autonomie locali una bozza del decreto sul posizionamento degli autovelox: dopo i rilievi mossi da comuni e province, però, il governo ha bloccato l’iter e ha deciso di predisporre una nuova bozza. Di cui, attualmente, non si hanno ancora notizie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA