Cos’è il coefficiente beta di un titolo e come funziona

Ufficio Studi Money.it

26 Marzo 2025 - 18:00

Ecco come funziona il beta, il coefficiente che rappresenta il rischio sistematico di un titolo e che aiuta a valutare la bontà di un investimento.

Cos’è il coefficiente beta di un titolo e come funziona

Saper calcolare il rendimento di un’azione è un elemento indispensabile quando si parla di titoli azionari su cui investire. Prima di valutare la convenienza a negoziare un titolo sarà infatti importante capire quale sarà il nostro potenziale rapporto di rischio/rendimento.

Quando si parla di rischio di un investimento, però, non si può non tenere sotto controllo il beta, ossia quella grandezza che misura la variazione attesa del rendimento di un certo titolo per ogni variazione di un singolo punto percentuale del mercato di riferimento. Ma, prima di scoprire come funziona e come si calcola, andiamo per ordine.

Come valutare il rischio di un’azione?

Il rischio di un titolo azionario può essere identificato con la variabilità del suo rendimento. In sostanza, un’azione è tanto più rischiosa quanto maggiore è la variabilità del suo rendimento attorno al valore atteso. I titoli che offrono rendimenti molto elevati sono anche quelli con un livello di rischio maggiore.

Per esempio: i titoli emessi da società di maggiori dimensioni, operanti in settori relativamente maturi e stabili, cono caratterizzati da rendimento medi o attesi più bassi, ma anche da un minor grado di rischio rispetto ai titoli emessi da società operanti in settori innovativi. Questi ultimi sono infatti caratterizzati da elevati potenziali di crescita ma allo stesso tempo da rischio più elevato.

Il profilo di rischio di un titolo può essere calcolato ricorrendo a due principali indicatori:

  • volatilità: rappresenta la variabilità complessiva del rendimento di un titolo e viene generalmente stimato sulla base della deviazione standard delle variazioni del prezzo del singolo titolo. Un titolo con un prezzo che subisce oscillazioni più pronunciate viene considerato più rischioso di un titolo che presenta un variabilità del prezzo più contenuta.
  • beta: misura la sensibilità del singolo titolo alle variazioni del suo indice di riferimento.

In sostanza, quindi, la variabilità del rendimento di un titolo può essere ripartito in due componenti:

  • una componente non sistematica o diversificabile, che dipende dall’evoluzione delle caratteristiche specifiche dell’emittente di quel titolo. Questa parte di rischio può essere eliminata con un’appropriata politica di diversificazione degli investimenti;
  • una componente sistematica e non diversificabile, la quale dipende dal fatto che il rendimento del titolo è inevitabilmente legato a quello dell’intero mercato azionario. La diversificazione degli investimenti, non riesce a proteggerli dalla parte sistematica. La sensibilità alle variazioni del mercato azionario è misurata dal beta di ogni titolo.

Cos’è il coefficiente beta finanziario (e come impatta sul rischio)

Il beta rappresenta dunque una misura del grado di rischio sistematico di un titolo. In base ai valori che il beta può assumere, si delineano tre situazioni.

  • Beta > 1: titolo aggressivo che tende ad amplificare le fluttuazioni del mercato di riferimeto. Si tratta quindi di un titolo dal quale gli investitori si attendono un rendimento elevato.
  • Beta < 1: titolo difensivo che risente poco delle fluttuazioni del mercato e dal quale gli investitori si attendono un rendimento più limitato.
  • Beta = 1: titolo neutrale reagisce alle fluttuazioni del mercato in modo proporzionale. Le variazioni dell’azione replicano esattamente quelle dell’indice.

In buona sostanza, con questo valore (appartenente all’ambito del Capital Asset Pricing Model) si ha una valutazione quantitativa di ogni azione. Di seguito una tabella illustra il rapporto tra beta, rischio specifico e rischio sistematico.

TitoloVolatilitàBetaRischio complessivoRischio sistematicoRischio specifico
A 5% 1,5 basso alto basso
B 10% 1,0 medio medio medio
C 15% 0,5 alto basso alto

Volendo fare un esempio, si pensi ad un titolo come Eni, il quale - ipotizziamo - presenti un beta a un anno pari a 0,87. Di norma quindi, ad un movimento del FTSE Mib dell’1%, il titolo del cane a sei zampe tenderebbe ad avere una variazione positiva dello 0,87%. Al contrario, in caso di calo dell’indice dell’1%, Eni dovrebbe segnare un -0,87%.

Coefficiente beta di un portafoglio

Quando dal singolo titolo si passa a considerare il caso di un portafoglio di più titoli, è possibile calcolare il beta del portafoglio mediante una media ponderata dei vari coefficienti.

Supponiamo di avere un portafoglio ripartito in tre titoli A,B,C con le caratteristiche illustrate nella seguente tabella.

Titolo A B C totale
valore 25 15 10 50
peso in % 50 30 20 100
beta 1,2 1 0,8 -

Il beta dell’intero portafoglio può essere calcolato come media ponderata dei coefficienti beta dei titoli che lo compongono.

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