Aprire un’azienda agricola può essere una svolta nella carriera lavorativa, ecco come fare e quali bonus si possono ricevere per intraprendere questa attività.
Negli ultimi anni si assiste a un ritorno all’agricoltura in quanto attività in grado di generare un reddito, ma come aprire un’azienda agricola, quali sono le autorizzazioni necessarie e i bonus disponibili?
Aprire un’azienda agricola può essere un’attività redditizia questo grazie alla possibilità di avere utili dalla distribuzione dei prodotti, ma anche grazie alla possibilità di attuare la trasformazione degli stessi, affiancare un agriturismo all’attività principale, realizzare fattorie didattiche e accedere a contributi specifici che consentono di avere un maggiore reddito.
Ecco nel dettaglio i vari passi da compiere per aprire un’azienda agricola.
Come ottenere un terreno per aprire un’azienda agricola
Cosa essenziale per poter aprire un’azienda agricola è avere un terreno agricolo a disposizione, può trattarsi di un terreno in proprietà oppure in locazione.
Per procurarsi il terreno vi sono diversi aiuti a cui è possibile accedere, tra questi c’è la Banca dei terreni agricoli.
In alternativa è possibile presentare istanza per l’accesso ai fondi del bando Generazione Terra di Ismea rivolto ai giovani agricoltori che possono ottenere un contributo fino a 100.000 euro a fondo perduto. Questo contributo può essere richiesto fino al 29 novembre 2024. Il bando consente di avere aiuti specifici per il primo insediamento, si tratta quindi di una misura specifica per chi vuole iniziare questa tipologia di attività.
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Occorre inoltre ricordare che misure specifiche per i giovani che vogliono intraprendere questa attività sono previste anche dalla PAC (Politica Agricola Comune) 2024-2027. La Politica Agricola Comune (PAC 2023-2027) per i giovani imprenditori agricoli riserva un contributo annuo pari a 83,50 euro l’anno per ogni ettaro di terreno lavorato, per un massimo di 90 ettari annui. Si tratta quindi di un importo massimo di 7.515 euro l’anno per 5 anni.
Apertura di partita IVA, posizione INPS e Inail
Una volta capito come ottenere del terreno agricolo da lavorare si possono prendere in considerazione i passaggi burocratici.
A questo punto occorre delineare chi è per il nostro ordinamento l’imprenditore agricolo. L’articolo 2135 del codice civile prevede
È imprenditore agricolo colui che esercita un’attività diretta alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura, all’allevamento di animali e attività connesse.
L’imprenditore agricolo deve avere una partita IVA, è quindi necessario procedere all’apertura di una posizione IVA. A questo proposito occorre ricordare che 3 sono le possibilità:
- coltivatori diretti: in questo caso l’attività è gestita prevalentemente dal titolare di partita IVA e dalla sua famiglia. Tali soggetti possono occuparsi di coltivazione del fondo e allevamento di bestiame e devono esercitare l’attività per un periodo non inferiore a 104 giornate lavorative nell’arco dell’anno.
- imprenditori agricoli professionali (IAP) sono soggetti con conoscenze e competenze professionali e dedicare alle attività agricole almeno il 50% del proprio tempo di lavoro e il 50% del proprio reddito globale da lavoro.
- imprenditori agricoli non professionali, soggetti che non rientrano nelle caratteristiche delineate per coltivatori diretti e IAP e di fatto non accedono alla maggior parte delle agevolazioni previste in modo specifico per chi si occupa abitualmente di agricoltura.
L’attività può essere iniziata sotto forma di ditta individuale o società agricola. In questo secondo caso, se si prelilige una società di persone, almeno uno dei soci deve avere la qualifica di imprenditore agricolo o coltivatore diretto. Se si predilige una società di capitali almeno uno degli amministratori deve essere un imprenditore agricolo o un coltivatore diretto. Infine, nelle società cooperative deve esserci almeno un IAP o un coltivatore diretto che sia socio e amministratore allo stesso tempo.
Per aprire un’azienda agricola si parte dalla Comunicazione Unica di Impresa attraverso la quale vengono espletati tutti gli adempimenti per aprire un’impresa nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, dell’INAIL, dell’INPS e delle Camere di Commercio attraverso un unico canale telematico ComUnica.
Regime fiscale attività agricola
Chi sceglie di iniziare un’attività di impresa nel mondo agricolo può scegliere diversi regimi fiscali:
- Regime di esonero, accessibile solo nel caso in cui il reddito generato dall’attività abbia un reddito inferiore a 7.000 euro. Per poter applicare questo regime il volume d’affari deve essere costituito per almeno due terzi dalla cessione di prodotti agricoli.
- Regime speciale, previsto dall’articolo 34 del DPR 633 del 1972 per imprenditori con volume d’affari annuo superiore a 7.000 euro. Tale regime prevede la detrazione dell’IVA, non sulla base degli acquisti effettuati, bensì sulla base di percentuali di compensazione di cui alla Tabella A, parte I, DPR n. 633/72;
- Regime ordinario, si applica solo a seguito di apposita opzione da effettuare in sede di dichiarazione IVA (quadro VO). In particolare la scelta avviene tramite comportamento concludente, dandone comunicazione nel quadro VO della prima dichiarazione IVA annuale successiva.
Ora che il terreno è stato trovato, l’azienda è stata costituita e sono state aperte posizioni INPS e INAIL si può effettivamente iniziare l’attività.
Gli aiuti per le aziende agricole
In base alla tipologia di produzione ogni anno è possibile accedere a diversi aiuti messi a disposizione dall’Unione Europea con la PAC, ad esempio sono previsti aiuti specifici per la coltivazione di girasoli, per gli allevamenti di bovini, ovini, suini, per i vigneti, uliveti e per le varie attività. Inoltre è possibile accedere a diverse risorse per acquisto di beni strumentali, ad esempio il Fondo Innovazione Ismea, la Nuova Sabatini o la ZES Unica Agricoltura.
Particolari sono gli incentivi per il fotovoltaico che consentono di ottenere contributi a fondo perduto per l’installazione di pannelli solari sui tetti dell’azienda agricola, ad esempio sulle stalle. L’obiettivo è aumentare l’efficienza energetica delle aziende stesse per l’autoconsumo e inquinare meno.
Infine, si ricorda che è possibile affiancare all’attività principale, coltivazione fondo, allevamento, anche la trasformazione dei prodotti, ad esempio formaggi, e un agriturismo. Anche in questo caso si tratta di attività particolarmente favorite dal legislatore in quanto sono in grado di aumentare il reddito degli agricoltori e fare in modo che sia in linea con quello prodotto negli altri settori.
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