Come finanziare la ricostruzione ucraina? Con le riserve russe, l’idea di Borrell

Violetta Silvestri

9 Maggio 2022 - 12:15

Come finanziare la ricostruzione dell’Ucraina? Secondo l’alto rappresentante dell’Ue utilizzare le riserve valutarie russe congelate sarebbe un’opzione possibile. La proposta europea nel dettaglio.

Come finanziare la ricostruzione ucraina? Con le riserve russe, l’idea di Borrell

“Prendere in considerazione la possibilità di sequestrare le riserve valutarie russe congelate per coprire i costi della ricostruzione dell’Ucraina dopo la guerra”: questa è l’idea di Joseph Borrell, mentre l’Occidente discute su come costringere Mosca a pagare alcuni dei danni causati dal conflitto.

L’alto rappresentante dell’Ue per la politica estera ha espresso la sua proposta in un’intervista del Financial Times, affermando che gli Stati Uniti hanno preso il controllo di miliardi di dollari di beni appartenenti alla banca centrale afgana, in parte per risarcire potenzialmente le vittime del terrorismo e per gli aiuti umanitari al Paese, e che sarebbe logico considerare passi simili con le riserve russe.

La strada è davvero percorribile nella complessa guerra in Ucraina? Cosa significa davvero usare le riserve russe congelate per le riparazioni di guerra.

Le riserve russe congelate per finanziare la ricostruzione ucraina: è possibile?

All’inizio della guerra, l’Unione europea e i suoi alleati hanno congelato centinaia di miliardi di dollari di riserve valutarie nei conti della banca centrale russa.

La Russia ha dichiarato a marzo che le sanzioni della banca centrale avevano concretamente bloccato circa 300 miliardi di dollari dalle sue riserve di oro e valute, per un totale di oltre 600 miliardi di dollari.

I funzionari europei stanno quindi esaminando la questione se le riserve russe possano in qualche modo essere dispiegate nello sforzo di ricostruzione dell’Ucraina, ma Bruxelles non ha avanzato alcuna proposta politica sull’argomento. Borrell ha sollevato l’idea come uno dei numerosi modi in cui la Russia potrebbe contribuire.

La questione di come coprire i costi dell’assistenza all’Ucraina per risollevarla dalle macerie è uno dei temi politici cruciali data l’incredibile quantità di denaro che sarebbe coinvolta.

La Commissione europea ha affermato che il prezzo della ricostruzione potrebbe raggiungere centinaia di miliardi di euro e si prevede che l’Europa si assumerà una quota significativa dell’onere. Le somme raccolte nelle recenti conferenze di donazione dai partner dell’Ucraina, ha aggiunto, sono state una semplice “goccia d’acqua nell’oceano” rispetto a ciò che sarebbe stato necessario.

Il presidente degli Stati Uniti ha proposto che i beni sequestrati degli oligarchi potrebbero essere svenduti per aiutare a ricostruire l’Ucraina, un’idea sostenuta anche la scorsa settimana dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

Lo scoglio, però, è legale. A volte sono possibili confische di beni a seguito di una condanna penale, ma tale requisito non sarebbe soddisfatto solo perché qualcuno è stato preso di mira con sanzioni.

Occorre evidenziare che il sequestro delle riserve valutarie russe sarebbe una mossa estrema, che probabilmente allarmerebbe altri Governi e avrebbe conseguenze politiche.

Tuttavia Borrell ha sostenuto che non sarebbe senza precedenti, sottolineando la decisione degli Stati Uniti di mettere da parte 3,5 miliardi di dollari di beni congelati della banca centrale afgana per aiuti umanitari e risarcimenti alle famiglie delle vittime degli attacchi dell’11 settembre.

I dubbi restano, così come la domanda su chi pagherà la necessaria ricostruzione della nazione ucraina.

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