I consigli dell’imprenditore statunitense per orientarsi al meglio nel mondo degli investimenti finanziari e gestire in maniera vincente la propria società.
Il businessman statunitense Mark Cuban il mese scorso ha condiviso ai microfoni della CBNC, durante un panel al SXSW, la sua strategia per avviare un’attività redditizia smentendo forse il più grande luogo comune sull’imprenditoria: non è necessario andare alla ricerca di capitali.
Nella sua esperienza decennale di attività nel settore, Cuban rivela infatti come il modo migliore per far decollare la propria impresa non sia iniziare subito a cercare finanziatori, bensì partire con le proprie forze e saper cogliere le giuste opportunità.
Il miliardario insomma consiglia l’esatto contrario di quanto la «manualistica» informale del mondo imprenditoriale direbbe di fare: avviare un’attività «con il minor numero possibile di soldi».
La sua storia di successo ne è un esempio lampante e per capire al meglio le sue parole è fondamentale partire dall’inizio.
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Come detto, Cuban consiglia di partire in maniera indipendente e fondare la propria attività sulla base delle proprie possibilità economiche, utilizzando insomma i propri risparmi personali per far decollare qualsiasi attività si abbia in mente. Tra le sue tips la più nota è sicuramente «controlla il tuo destino», un mantra che Cuban motiva così: «maggiore è il capitale che puoi mantenere e gestire in prima persona, maggiore è beneficio.» La prospettiva a cui l’imprenditore consiglia di guardare insomma è quella di lungo termine, un po’ come è accaduto a lui.
Avviando la sua prima azienda, una società di sistemi informatici chiamata MicroSolutions, Mark Cuban ha scelto di iniziare da solo e persistere nel progetto della sua startup fino a quando non è riuscito a venderla a CompuServe - incassando tra l’altro ben 6 milioni di dollari. Tutto questo accadeva nel 1990, all’inizio di una grande carriera.
Quattro anni dopo infatti Cuban e il suo socio e amico Todd Wagner hanno investito $ 10.000 in una piccola startup chiamata Cameron Audio Networks. Con il tempo, intuendo il suo potenziale, hanno offerto alla proprietà della società un buyout assorbendo alla fine la maggioranza del suo capitale e trasformandola nell’ormai celebre Broadcast.com. Il resto è storia anche perché quella compagnia fu venduta a Yahoo! per 5,7 miliardi di dollari appena 9 anni dopo.
Siediti sempre al tavolo delle trattative
In definitiva per Cuban cercare fondi terzi è sconsigliabile anche perché, una volta trovati degli investitori, sarà inevitabile esserne alle dipendenze:
«Le persone hanno questa mentalità per la quale iniziare un’attività corrisponde necessariamente all’inizio di una ricerca e di una raccolta di fondi. La verità è che però ogni accordo raggiunto è un obbligo da mantenere e ci sarà qualcuno che vorrà indietro quei soldi».
Questo però, come abbiamo già visto, non significa necessariamente mantenere la propria azienda isolata e non cederne mai le redini, anzi. Come già accaduto a Cuban vendere è spesso una mossa intelligente. Tuttavia è ancor più smart scegliere di mantenere, fino a quando non si hanno a disposizione alternative più vantaggiose, una parte del capitale della società.
«Mi sono seduto accanto a persone che hanno venduto aziende per miliardi di dollari e hanno fatto bene - continua - ma possiedono ancora il 2% della società». Un esempio lampante e concreto di questa strategia? Le scelte di business operate delle persone più ricche del mondo.
Elon Musk, che ha un patrimonio netto stimato di $ 187,9 miliardi, possiede circa il 23% di Tesla e il 74% di Twitter, secondo Forbes. Jeff Bezos – il cui patrimonio netto stimato è di $ 125,1 miliardi – ora possiede «un po’ meno del 10%» di Amazon.
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