Per una banca fare Esg non significa occuparsi solo di ambiente, ma anche di cosa sta accadendo sul piano sociale. Lo spiega Francesca Marchelli di Widiba
Parlare di Esg in banca oggi significa toccare un tema che ha molteplici sfaccettature, per via del ruolo centrale che la banca ha, ossia quello di essere strumento di mediazione fra le esigenze delle persone e il sistema economico.
E per una banca online questa situazione ha una connotazione ancora più accentuata, come ci ha spiegato Francesca Marchelli, Direttrice della comunicazione di Banca Widiba in occasione del recente Forum Banca 2022.
Oggi in Italia una banca online è legata a doppio filo con le missioni dell’educazione finanziaria e della sostenibilità. Perché per i clienti di una banca non si tratta di imparare solamente a gestire le finanze per i propri obiettivi personali, ma anche acquisire la capacità di fare delle scelte a lungo termine.
Per Francesca Marchelli vuol dire “avere più consapevolezza, prendere decisioni che avranno un impatto futuro il più responsabile e il più sostenibile possibile”.
Essere una banca online accelera questo processo, perché rende le informazioni più semplici, più direttamente accessibili, e capillari, a un pubblico molto più ampio. Questo, per Francesca Marchelli, genera maggiore consapevolezza, maggiore velocità di apprendimento e anche la capacità di pensare come usare le risorse nel presente e nel futuro, e non soltanto quelle economiche, ma anche quelle del pianeta.
In questo senso la digitalizzazione ha un forte impatto positivo sullo sviluppo di una società sostenibile.
E a chi si chiede se, in ottica di criteri Esg, la trasformazione digitale acceleri il raggiungimento della sostenibilità tra tutti i diversi processi del fare banca, Francesca Marchelli risponde che il digitale rende sostenibili i processi: “essere una banca online significa avere un modello di business responsabile nel Dna”.
Ed è anche importante fare un passaggio “dall’essere Esg by definition a essere Esg by intention, con un impegno che si rinnova ogni giorno. Come banca digitale siamo paperless in tutti i processi, a partire dall’apertura del conto, passando alla gestione del banking, del credito al consumo, i mutui, la consulenza finanziaria in web collaboration. Siamo un acceleratore della conoscenza: via web si possono fare ore di formazione: noi ne facciamo 1400 dedicate a tematiche Esg”.
Quindi sì, la banca digitale accelera, capillarizza e ha un impatto minore sull’ambiente rispetto a un’azienda che deve ancora digitalizzarsi.
Parlare di Esg significa anche valutare l’impatto sociale. Quindi che ruolo può svolgere una banca sulle tematiche della diversity e dell’inclusione?
Secondo Francesca Marchelli la banca ha un ruolo fondamentale e un dovere. Per la valorizzazione della diversità e dell’inclusione femminile Widiba ha condotto progetti come la ricerca con Università Cattolica “Donne e denaro una sfida per l’inclusione” che ha dato risultati che Francesca Marchelli definisce “importanti ma al tempo stesso anche preoccupanti”: una donna su tre non percepisce fonte di reddito, una su tre non si sente in grado di gestire il proprio denaro perché non ritiene di avere conoscenze adeguate e il 50% non prende rischi negli investimenti.
Quindi in campo Esg la banca (ma il concetto, osserva Francesca Marchelli, è estendibile a tutto il sistema finanziario) ha un ruolo di divulgazione, di semplificazione del linguaggio e delle informazioni accessibili al maggior numero di donne, e anche quello di sensibilizzare sugli stereotipi di genere, che sono ancora molto radicati e che creano una distanza, un gap, fra donne e gestione del denaro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA