La Turchia rafforza il suo potere militare per dominare il mondo grazie a vendite di droni e armamenti di produzione nazionale: cosa vuole Erdogan e perché la forza turca è una minaccia globale.
La Turchia si sta sempre più affermando come potenza militare globale, con l’ambizioso - e rischioso - obiettivo di dominare il mondo con la forza delle sue armi e dell’industria nazionale della difesa.
Questo è quanto emerge da attente analisi di dati e di recenti decisioni della nazione guidata da Erdogan, che nel frattempo si sta letteralmente “armando” per essere rieletto nelle elezioni del prossimo maggio.
L’ascesa turca come potenza militare fa parte proprio di una strategia del presidente in carica per consentire al suo Paese di diventare sempre più protagonista di un mondo in guerra, diviso tra fazioni, alla ricerca di nuovi equilibri geopolitici ed economici. La Turchia non vuole restare fuori dalla scena: ecco come intende dominare il mondo attraverso un potere militare in rapida crescita.
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I droni non sono l’unico elemento che eleva lo status della Turchia ad attore protagonista nel settore della difesa globale. Come spiegato in una analisi di Cnbc, il semplice numero di accordi internazionali che le aziende della difesa del Paese hanno concluso negli ultimi anni rivela una domanda di armi in rapido aumento, importanti investimenti in ricerca e sviluppo nel settore militare e una crescente influenza del settore difesa nel tessere le relazioni estere di Ankara.
Nel 2022, la Turchia ha raggiunto la cifra record di 4,4 miliardi di dollari di esportazioni di armi, una somma superiore al budget annuale per la difesa di alcuni Paesi europei. Il governo turco ora mira a portare tale livello a 6 miliardi di dollari nel 2023. Il fatturato dell’industria della difesa nazionale è stato pari a 10 miliardi di dollari complessivi lo scorso anno, secondo la Presidenza turca delle industrie della difesa.
I ricavi delle esportazioni di difesa sono aumentati del 42% tra il 2020 e il 2021, con contratti esteri che rappresentano fino al 90% delle entrate per alcune società turche, come Baykar, ha riferito il Consiglio Atlantico a dicembre. La Turchia ospita circa 2.000 aziende del settore.
La trasformazione dello Stato turco in una potenza militare ha le sue radici nei primi anni 2000, quando Ankara ha delineato una strategia per costruire un settore della difesa moderno e autosufficiente e incoraggiare gli investimenti interni. Il progetto ventennale di Erdogan, che continua a vedere forti investimenti statali nelle aziende locali, sta dando i suoi frutti poiché le vendite di armi stanno effettivamente rafforzando l’influenza turca all’estero.
E mentre l’impronta di produzione militare della Turchia è ancora piccola rispetto ai principali attori come Stati Uniti, Russia e Cina, ha conquistato un’attenzione enorme per le prestazioni delle sue armi come il drone Bayraktar, che è stato utilizzato in Libia, Siria e Azerbaigian, oltre che nella guerra in Ucraina.
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Il potere militare turco per controllare - e minacciare - il mondo
Le vendite di armi e tecnologie, in particolare droni, “hanno aiutato [la Turchia] a migliorare i legami a livello internazionale”, ha scritto il Consiglio Atlantico, “in particolare con Stati come Kazakistan, Kirghizistan, Turkmenistan e Azerbaigian, e persino stabilire nuovi legami con vari altri paesi come Polonia, Arabia Saudita e Tunisia”.
Il potere della Turchia si è imposto, grazie alla strategia di vendite militari, anche negli Stati del Golfo e in Europa. All’IDEX, la più grande fiera di armi del Medio Oriente tenutasi a febbraio ad Abu Dhabi, la presenza della Turchia era impossibile da perdere. Enormi padiglioni a marchio turco hanno mostrato di tutto, da camion blindati e droni a fucili d’assalto, equipaggiamento tattico e missili a guida laser.
Molti di questi Paesi stanno investendo pesantemente nella crescita dei propri settori della difesa e alcuni, come gli Emirati Arabi Uniti, l’Arabia Saudita e il Qatar, hanno fornito un sostanziale sostegno finanziario alla Turchia o hanno promesso miliardi di dollari in commercio e investimenti.
Legami sempre più stretti, quindi, si stanno palesando tra Ankara e altre nazioni in quelle che sono da sempre, e ancora oggi, aree calde del mondo proprio per il potenziale scoppio di conflitti e tensioni e per il movimento di armi.
Con una Turchia così attiva a livello militare, non si può certo dire che il mondo sia più sicuro. Senza dimenticare che è la seconda più grande forza militare della Nato dopo gli Stati Uniti.
Erdogan punta tutto sul prestigio militare
Qualche settimana fa, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha utilizzato un’esibizione di nuovi jet militari per raccogliere sostegno per la sua campagna elettorale, in una dimostrazione di forza in vista delle elezioni di maggio che metterà alla prova i suoi due decenni al potere.
Le armi di produzione turca sono state importanti per rafforzare l’immagine di Erdogan in patria, ma hanno anche fatto scalpore all’estero. Salito al potere più di 20 anni fa, il presidente turco sta cercando di estendere il suo mandato con la vittoria alle elezioni del 14 maggio e spera che ambiziosi progetti militari aumentino la sua popolarità tra gli elettori nazionalisti e conservatori. Sta affrontando le elezioni più dure della sua carriera contro il più ampio gruppo di partiti di opposizione, che stanno lottando per porre fine alla sua leadership sempre più autoritaria.
In questa cornice si inserisce anche l’inaugurazione di un impianto che produrrà carburo di boro, utilizzato per realizzare giubbotti antiproiettile, sedili per elicotteri e armature per carri armati. La Turchia sta cercando di sviluppare maggiormente le proprie risorse militari, compresi i motori nazionali per carri armati e aerei da guerra e fare meno affidamento sui produttori stranieri.
Non solo, Ankara ha recentemente testato un missile balistico a corto raggio di produzione locale. Da allora Erdogan ha affermato che la nazione sta lavorando per aumentare la portata dei suoi missili Tayfun di fabbricazione nazionale.
Tutto questo, eleva la Turchia a potenza e minaccia militare nel mondo.
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