Tassazione sui conti correnti, come funziona e come risparmiare

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31 Gennaio 2025 - 12:44

Come funziona la tassazione del conto corrente bancario, quali sono le imposte e come fare per risparmiare? La guida.

Tassazione sui conti correnti, come funziona e come risparmiare

Quale imposte si pagano sui conti corrente? Sapere come funziona la tassazione del conto in banca è fondamentale per capire se ci sono modi per risparmiare.

Il conto corrente è una soluzione comune per la gestione dei propri fondi. Tuttavia, è importante considerare alcune strategie per ottimizzare la giacenza dei soldi sul conto in banca, al fine di evitare tasse inutili e dispersione di ricchezza.

Di seguito, una guida dettagliata su quali sono le tasse sui conti corrente in vigore in base alle diverse peculiarità e come fare per pagare meno e in modo ottimizzato.

Tasse sul conto corrente bancario: imposta di bollo

Tra le tasse attive sui conti corrente c’è il bollo.

L’imposta di bollo sui conti correnti bancari è stata introdotta dall’articolo 19 del Decreto Legge 201/2011 - il famoso Decreto Salva Italia varato dal Governo Monti nel 2011 - che ha modificato la disciplina generale prevista dal d.p.r. 642/1972, e in particolare l’articolo 13, commi 2-bis e 2-ter.

Attualmente si paga:

  • 34,20 euro per le persone fisiche se la giacenza media supera i 5.000€;
  • 100,00 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche;
  • se il conto è cointestato, l’imposta resta unica (34,20€ diviso tra i titolari)

L’imposta di bollo come sopra definita non si applica solo ai conti correnti bancari, ma anche agli estratti di conto corrente postale e ai rendiconti dei libretti di risparmio sia bancari che postali.

La misura dell’imposta risulta differenziata in considerazione della natura giuridica, persona fisica ovvero soggetto diverso, del cliente intestatario del conto corrente o del libretto di risparmio.

La ritenuta sugli interessi attivi bancari

La seconda importante forma di tassazione sui conti correnti bancari è la ritenuta che grava sugli interessi attivi maturati rispetto alle somme ivi contenute.

Al momento, infatti, sui (bassi) guadagni derivanti dagli interessi attivi sui conti correnti bancari il contribuente si vede trattenuto il 26% dell’importo lordo a titolo di ritenuta.

L’aliquota è decisamente molto alta, soprattutto se la si considera in termini relativi rispetto ad altre tipologie di rendite. Per esempio, sui buoni fruttiferi l’aliquota è pari al 12%.

In effetti, nel corso degli ultimi vent’anni sono stati fatti diversi tentativi di riduzione dell’aliquota, che fino al 2013 era pari al 20%.

Successivamente, l’articolo 3, comma 7, lettera b) del DL 66/2014 ha previsto l’attuale livello di ritenuta sugli interessi attivi relativi ai conti correnti bancari e postali pari al 26%.

Dal punto di vista formale si tratta di veri e propri redditi di capitale e in quanto tali rientranti nelle previsioni di cui agli articoli 44 e 45 del TUIR.

Si tratta peraltro di importi che non devono essere riportati in dichiarazione dei redditi, in quanto il contribuente li percepisce dalla banca direttamente al netto della ritenuta. Sarà poi la banca stessa a versare l’importo della ritenuta all’Agenzia delle Entrate in qualità di sostituto d’imposta.

Tassazione patrimoniale (IVAFE) per chi ha conti all’estero

Se il conto corrente si trova all’estero con giacenza media superiore a 5.000€, la tassa da pagare è l’IVAFE (Imposta sul Valore delle Attività Finanziarie all’Estero), dl valore di 34,20€ all’anno.

Per conti deposito o strumenti finanziari, l’aliquota è dello 0,2% sul valore dell’investimento.

Come non pagare l’imposta di bollo

Per evitare di pagare l’imposta di bollo sul conto corrente, è necessario mantenere una giacenza media inferiore ai 5.000 euro.

Si potrebbe optare per l’apertura di più conti correnti, evitando di superare la soglia dei 5.000 euro con ciascuno di essi. Tuttavia, è importante valutare attentamente le spese di gestione dei diversi conti, poiché se queste sono superiori a zero, potrebbero rendere poco conveniente questa soluzione.

Come non pagare le tasse sui soldi in banca

La gestione dei soldi sul conto può essere ottimizzata considerando alternative di investimento che offrano rendimenti migliori.

Investire in azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento, beni immobili e beni rifugio sono solo alcune delle opzioni possibili per raggiungere l’obiettivo.

È importante, tuttavia, valutare attentamente le diverse alternative e fare una ricerca approfondita prima di prendere decisioni finanziarie, considerando il supporto di un consulente finanziario. Inoltre, è opportuno sapere che, come anticipato, le rendite finanziarie sono soggette a tassazione.

1) Investire in azioni

Investire in azioni può essere una buona alternativa per coloro che desiderano ottenere rendimenti più elevati e non pagare per tenere i propri soldi fermi in banca. Le azioni danno diritto a beneficiare della salita del loro prezzo, come anche delle perdite, in base all’andamento del titolo in borsa. Acquistando azioni di una società, si diventa proprietari di una parte di quella società. È importante tenere presente che gli investimenti in azioni comportano un rischio più elevato rispetto ai titoli di debito come le obbligazioni, ma offrono anche un potenziale di guadagno più elevato.

2) Investire in obbligazioni

Le obbligazioni rappresentano un modo relativamente sicuro per investire i propri soldi. Si tratta di titoli di debito emessi da governi, aziende o altre istituzioni finanziarie. Le obbligazioni di solito offrono interessi regolari fino alla scadenza del titolo e il ritorno del capitale investito. Investire in obbligazioni può essere una buona alternativa per coloro che desiderano una maggiore sicurezza finanziaria, evitando di dover pagare per tenere depositati i propri soldi in banca e beneficiando di un’aliquota fiscale applicata alle rendite del 12,5% (e non del 26% come nel caso di altri investimenti sul mercato finanziario).

3) Investire in fondi comuni di investimento

I fondi comuni di investimento sono un modo assai diffuso per diversificare gli investimenti. Questi raccolgono denaro da molti investitori e lo investono in una varietà di titoli, come azioni, obbligazioni e altri investimenti. I fondi comuni di investimento sono gestiti da un team di professionisti che selezionano, acquistano e monitorano gli investimenti. Investire in fondi comuni di investimento può essere una buona opzione per coloro che desiderano una gestione professionale del proprio denaro.

4) Investire in immobili

Investire in beni immobili può offrire rendimenti più elevati, ma comporta anche un rischio maggiore. Il mercato immobiliare può essere volatile e può richiedere tempo per riprendersi da una crisi. Tuttavia, se il mercato immobiliare è favorevole, gli investimenti immobiliari possono offrire rendimenti considerevoli. È essenziale, tuttavia, valutare attentamente le condizioni del mercato immobiliare e fare una ricerca approfondita prima di investire in beni immobili.

5) Investire in beni rifugio

I beni rifugio sono asset che tendono a mantenere il loro valore in periodi di incertezza economica. Questi includono lingotti d’oro, argento, petrolio, materie prime agricole e altri. Investire in beni rifugio può essere una buona opzione per coloro che desiderano proteggere il loro patrimonio in periodi di instabilità economica.

Si ricorda che investire sui mercati finanziari espone al rischio di perdere il capitale investito.

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