Rimborso 730/2024, come può essere pagato?

Patrizia Del Pidio

5 Agosto 2024 - 07:58

Se spetta un rimborso dal conguaglio del 730/2024, le somme spettanti come arriveranno al contribuente? E soprattutto, cosa si deve fare per riceverlo?

Rimborso 730/2024, come può essere pagato?

Se dal 730/2024 emerge un conguaglio e credito al contribuente spetta un rimborso, ma come può essere pagato dall’Agenzia delle Entrate? La stagione dichiarativa è nel suo pieno svolgimento con i contribuenti che hanno ancora quasi due mesi per assolvere all’obbligo di presentazione. Il modello 730, infatti, per il 2024 può essere inviato entro il 30 settembre.

Con l’invio del modello il contribuente può trovarsi a credito (e in questo caso spetta un rimborso dell’Irpef versata e non dovuta) o a debito (in questo caso si deve provvedere al versamento della maggior Irpef dovuta e non ancora versata). Per dipendenti e pensionati la situazione più comune, visto che l’Irpef è trattenuta mensilmente in busta paga dal sostituto di imposta, è quella di aver diritto a un rimborso Irpef, ma come ottenerlo?

Va sottolineato che le situazioni in cui ci si può trovare sono tre:

  • il contribuente ha versato l’Irpef nell’esatta misura e, non avendo diritto a detrazioni e deduzioni di imposta, non ha diritto a nessun rimborso, ma al tempo stesso non è neanche debitore nei confronti del Fisco: in questo caso non si deve fare nulla;
  • il contribuente ha versato, tramite il sostituto di imposta o con acconti, una somma inferiore rispetto a quanto effettivamente dovuto, in questo caso si trova di fronte a un modello 730 a debito ed è necessario effettuare ulteriori versamenti;
  • in seguito alla presentazione della dichiarazione il contribuente ha maturato il diritto a ottenere un rimborso Irpef. Questa situazione è piuttosto frequente e deriva dal fatto che il contribuente può fare valere detrazioni e deduzioni.

A questo punto molti si chiedono: come può essere pagato il rimborso Irpef?

Le soluzioni sono diverse a secondo del fatto che sia presente o meno il sostituto di imposta, ma vediamo le varie ipotesi. In ogni caso è bene ricordare che non sono previste trattenute e rimborsi per importi inferiori a 12 euro.

Rimborso Irpef con sostituto di imposta

La prima ipotesi è la più frequente, si tratta del rimborso Irpef in favore del contribuente lavoratore dipendente o pensionato con sostituto di imposta (il datore di lavoro/l’Inps). In questo caso il rimborso Irpef viene erogato direttamente in busta paga nel mese successivo rispetto a quello in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi.

Al verificarsi di tale ipotesi il datore di lavoro riceve dall’Agenzia delle entrate il modello 730-4 in cui sono contenuti i dati necessari per effettuare il rimborso Irpef in favore del lavoratore. Il modello 730-4 può contenere anche indicazione delle somme che il contribuente deve versare (a debito) in questo caso le stesse devono essere trattenute dal datore di lavoro e versate al Fisco.

La seconda ipotesi è simile rispetto alla prima, si tratta del caso dei pensionati, in questo caso il rimborso Irpef viene erogato direttamente dall’Inps nella seconda mensilità successiva alla data di consegna della domanda. Ad esempio, chi presenta la dichiarazione entro il 31 agosto 2024 potrà avere il rimborso con la mensilità di ottobre 2024.

Rimborso Irpef per il contribuente senza sostituto di imposta

Nel caso di contribuente senza sostituto di imposta, il rimborso Irpef viene erogato direttamente dall’Agenzia delle entrate sul conto corrente del contribuente. Naturalmente questo deve aver già indicato il proprio codice Iban.

In caso di mancata comunicazione delle coordinate bancarie o postali, l’erogazione dei rimborsi alle persone fisiche avviene tramite titoli di credito a copertura garantita (assegni vidimati) emessi da Poste Italiane S.p.A..

Il contribuente che riceve l’assegno vidimato intestato può versarlo sul proprio conto corrente oppure ottenere l’incasso in contanti presso qualsiasi sportello postale.

Deve, infine, essere ricordato che nel caso in cui il rimborso Irpef abbia un valore superiore a 4.000 euro, l’Agenzia delle entrate prima di erogare gli importi effettua ulteriori verifiche.

Cosa succede se il rimborso Irpef non arriva?

Anche se raramente, può succedere che il rimborso Irpef non arrivi, in questo caso la prima cosa da fare è chiedere delucidazioni al proprio sostituto di imposta o al professionista attraverso il quale è stata presentata la dichiarazione dei redditi.

In assenza di risposte soddisfacenti si può chiedere un appuntamento all’Agenzia delle entrate, ricordiamo che l’appuntamento deve essere prenotato online o telefonicamente.

Resta, infine, da ricordare che in caso di diritto al rimborso Irpef non erogato, il contribuente ha 10 anni di tempo per richiederlo attraverso un’istanza formale all’Agenzia delle entrate.

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