I mercati evolvono e per un’azienda è sempre più complesso restare al passo con i tempi. C’è un modo per restare attivi e aprire nuove opportunità?
Un recente claim pubblicitario recitava che “siamo fatti per il cambiamento” e, per quanto forte, il messaggio racchiude anche tutte le sensazioni, positive e negative, che un certo tipo di evoluzione porta con sé. Mutare, infatti, può spaventare soprattutto se si deve uscire dalla propria comfort zone ma è un passaggio necessario se operiamo in un mercato e vogliamo restarvi competitivi e profittevoli. Ecco, quindi, che il cambiamento, inteso come evoluzione e progresso, si può trasformare in una grande opportunità posto che nello scouting delle nuove frontiere siamo disposti ad affrontare tutte le difficoltà del caso, in primis quella di riconoscere la validità o meno di un nuovo mercato.
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Come fare, allora? A questo ha cercato di rispondere Irene Cassarino, autrice di Mercati Infiniti edito da Franco Angeli, una guida pensata per manager e imprenditori che quotidianamente devono trovare soluzioni profittevoli e innovative per la propria organizzazione. Al netto delle case history narrate, è l’approccio suggerito dall’autrice che si rivela davvero interessante e che prende le mossa dall’investigazione scientifica.
L’approccio scientifico alla CSI
Un nuovo mercato, di fatto, costituisce un nuovo spazio di esplorazione e, di conseguenza, di investigazione. Leggendo il libro della Cassarino mi sono tornate in mente le prime lezioni di Archeologia Classica tenute dal Professor Andrea Carandini, attualmente Presidente del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano), che equiparava il mestiere dell’archeologo a quello di Sherlock Holmes: da un elemento, una traccia, bisognava ricostruire un contesto a cui era necessario conferire nuova vita, anima e corpo.
Era fondamentale saper investigare, avere fiuto per arrivare a ricostruire una scena, esattamente come fa un investigatore o come si usa nella pratica forense attraverso l’approccio della Customer Scientific Investigation (CSI) e i motivo è molto semplice: un nuovo mercato, specie se percorso nel solco dell’innovazione, è una frontiera ancora inesplorata che porta con sé tutta una serie di incognite e di facili insidie (come quello, per esempio, di restare ancorati alla bontà della propria idea senza che questa abbia un oggettivo riscontro con la realtà) ma contiene anche la soluzione.
Laddove c’è il nuovo vi è anche un reale problema che il mercato ha creato e che necessita di una soluzione. Quindi, strano a dirsi ma non troppo, è l’individuazione di nuovi problemi che creano la condizione necessaria per testare la nuova profittabilità e scalabilità dell’idea e questo è una sorta di mantra che permea tutte le pagine della guida e che, se fatto proprio, permette di “creare in continuazione nuove traiettorie di crescita e nuove strade verso il futuro”.
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