Come scoprire se una persona lavora

Ilena D’Errico

24 Gennaio 2024 - 20:28

Ecco come scoprire se una persona lavora in modo del tutto legale: tutti i mezzi a disposizione dei cittadini, a seconda delle motivazioni.

Come scoprire se una persona lavora

Scoprire se una persona lavora può essere utile in diverse occasioni, ma a seconda delle motivazioni cambiano i mezzi a disposizione. In particolare, è importante distinguere tra le ragioni giuridiche che permettono di avere questa informazione, con più ampie possibilità, e l’assenza di diritti a riguardo. In quest’ultimo caso bisognerà far a meno di alcuni mezzi ed essere ancora più attenti a non violare la privacy o i diritti altrui.

Per fare qualche esempio, scoprire se una persona lavora è utile:

  • Se il soggetto percepisce un assegno di mantenimento (dunque per ottenere la riduzione o la revoca);
  • per valutare l’utilità di un’azione per il recupero crediti, per i creditori del presunto lavoratore;
  • per consegnare atti al domicilio lavorativo;
  • assicurarsi della possibilità di far fronte a impegni economici (nell’ambito familiare, di solito);
  • vari altri motivi personali (scoprire se il soggetto ha mentito a riguardo, fare una valutazione prima di concedergli un prestito tra privati e così via).

Di solito queste sono le ragioni principali che spingono i privati a cercare informazioni sull’attività lavorativa altrui. L’argomento è a volte di interesse per le autorità, ma per ragioni differenti (come un controllo sul lavoro nero o delle verifiche sulla percezione dell’assegno di disoccupazione). Anche da “semplici cittadini” è però possibile ottenere sufficienti informazioni, considerando che l’attività lavorativa è un dato pubblico (a meno che si tratti di lavoro nero). Ecco come procedere rispettando la legge.

Controllare i social network

Ad oggi, i social network spesso contengono le informazioni più private sulla vita delle persone, figurarsi quelle sull’attività lavorativa. Vale quindi la pena effettuare una ricerca sul profilo del soggetto, controllando post e foto (ad esempio, eventuali divise).

Si tratta di dati che il soggetto condivide volontariamente, dunque non c’è alcun illecito a riguardo. Ovviamente bisogna comportarsi in modo corretto e nel rispetto della legge (attenzione ai reati di sostituzione di persona e furto d’immagine nella creazione di profili fake, violazione della privacy e diffamazione se si utilizzano e diffondono i contenuti).

Magari spulciare il profilo dell’interessato non darà indicazioni precise sull’attività lavorativa, ma spesso è indicativo del suo tenore di vita. Abbigliamento, gioielli, auto, arredamento ed elettrodomestici compaiono spesso nelle foto e permettono quantomeno di farsi un’idea.

La strada si spiana se il soggetto ha un profilo Linkedin, in questo caso è altamente probabile che tutte le informazioni relative all’attività lavorativa presente e passata siano facilmente verificabili.

Rivolgersi a un investigatore privato

Se controllare i social network non porta ai frutti sperati o comunque non dà indicazioni precise è possibile rivolgersi a un investigatore privato. Non serve avere un interesse legalmente meritevole di tutela, ma bisogna assicurarsi di rivolgersi a un professionista che opera nel rispetto della legge, senza turbare l’interessato o ledere i suoi diritti.

Ovviamente l’agenzia investigativa chiede un compenso, dunque è bene informarsi adeguatamente e chiedere un preventivo prima di affidare l’incarico. In ogni caso, le scoperte dell’investigatore devono essere utilizzate in modo legale, sostanzialmente per propria conoscenza personale o come prove in giudizio.

Scoprire se il debitore lavora

Per scoprire se il debitore lavora è possibile agire anche legalmente. Dopo aver ricevuto il titolo esecutivo dal giudice e aver inoltrato al debitore l’atto di precetto (passaggi necessari al pignoramento) è possibile presentare un’istanza al tribunale per ottenere l’accesso all’Anagrafe tributaria.

Così, saranno visionabili tutti i redditi del debitore. Non c’è un modo per accelerare la procedura o evitare l’avvio di una causa civile per arrivare a questo risultato, ma si ricorda che per debiti inferiori a 10.000 è possibile rivolgersi al giudice di pace ed è possibile far a meno dell’avvocato se la causa ha un valore inferiore a 1.100 euro (o se il giudice l’autorizza). Altrimenti, è possibile tentare di chiedere l’assistenza legale con gratuito patrocinio.

Scoprire se il beneficiario dell’assegno di mantenimento lavora

Anche nel caso in cui si necessiti di scoprire se il beneficiario dell’assegno di mantenimento (ex coniuge o figlio maggiorenne) lavora ci sono delle possibilità concesse dalla legge. Bisogna comunque avviare un procedimento giudiziale, nel quale sarà il magistrato a chiedere gli eventuali dati necessari a conoscere la posizione lavorativa dell’altra parte per la rideterminazione (o la revoca) del mantenimento.

Alcuni Tar, tuttavia, riconoscono la possibilità di chiedere direttamente all’Agenzia delle entrate l’esibizione della documentazione, motivando la richiesta con le esigenze dovute alla causa di separazione, divorzio o revisione dell’assegno di mantenimento.

Le indagini della polizia tributaria

Chi richiede che sapere se una persona lavora (ed eventualmente dove e quanto guadagna) sia necessario a tutelare un proprio diritto può rivolgersi al giudice per ottenere l’accertamento del reddito dalla polizia tributaria. La verifica è completa e dettagliata, ma possibile soltanto dimostrando il proprio diritto a riguardo e la necessità di ottenere questo tipo di informazione (ad esempio se si presume che le dichiarazioni dei redditi siano fasulle).

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